Recenti investimenti in una lavatrice a idrocarburi e in macchine per lo stiro hanno completato l’automazione e la digitalizzazione di questa storica bottega. La famiglia Manferrari la gestisce dal 1950 a Cento, avvalendosi oggi di un sistema gestionale dove il percorso di ogni capo è minuziosamente tracciato. “Qui la qualità è tale che, quando provammo la via del low cost, ai clienti non interessava”.

“Così, una mattina ti svegli, e la tua bottega, macchina dopo macchina e un sacrificio dietro l’altro, è diventata una lavanderia 4.0, automatizzata e connessa come pareva impossibile solo qualche anno fa. E invece…”. A confidarlo è Antonio Manferarri, 65 anni, titolare della lavanderia Bazzan, civico 7/b di via Donati, centro storico di Cento, provincia di Ferrara. Uno fatto apposta per dimostrarci, il signor Antonio, che la nostra vita diventa particolarmente bella e degna di essere vissuta quando il lavoro dà luogo a conquiste, cambiamenti, migliorie così sensibili da approdare alla massima eccellenza tecnologica senza minimamente tradire, anzi, continuando a esaltare, una tradizione genuinamente artigiana improntata sulla massima qualità.

Proprio come nel caso di questa bottega di manutenzione del tessile, del cui successo i migliori testimonial sono i tanti, storici e fidelizzatissimi clienti acquisiti in 70 anni di storia. Pienamente soddisfatti di servirsi da Bazzan, lavasecco ecologico dove, grazie a un innovativo sistema di recupero dell’acqua e a macchinari all’avanguardia che pesano i capi, è possibile ottimizzare il consumo della stessa acqua e prelevare in automatico i migliori igienizzanti e detersivi concentrati. In tutta la lavanderia led di ultima generazione garantiscono un’ottima visibilità con un occhio di riguardo all’ambiente. Questo è ciò che significa per il lavasecco Bazzan essere ecologici.

D’altra parte, investire, creare e rinnovarsi sono costanti nella storia della famiglia Manferrari. Il cui senso delle radici affiora sin dal nome della lavanderia, che non rimanda a un qualche parente veneto, come qualcuno potrebbe supporre, ma al paese di Bazzano, in provincia di Bologna. “Da lì si trasferì a Cento il mio omonimo bisnonno, Antonio Manferarri, detto per questo motivo il Bazzan – ricorda il pulitintore. – Così quando, nel 1950, mio padre Angelo, già affermatosi come titolare di una rinomata macelleria, decide di investire nell’apertura di una lavanderia, Bazzan suona come il migliore dei marchi di famiglia”.

In quel 1950 non si sbaglia, il signor Angelo, paternamente preoccupato di garantire un futuro a tutti i suoi figli, che alla fine saranno cinque. E i risultati si vedono nella gestione di questa come di una seconda lavanderia, magistralmente avviata a Pieve di Cento da un altro figlio, Sandro, che ha ceduto l’attività in affitto una volta giunto all’età della pensione. “Invece io non mollo – rivela Antonio Manferrari – io sono uno che la mattina alle sei è in piedi, pronto a combattere un’altra giornata. Anche perché sento proprio il bisogno di maneggiare e provare tutte queste macchine. La tecnologia esercita su di me un fascino irresistibile sin da quando, da ragazzo, facevo il garzone nella macelleria di famiglia ma, non appena potevo, scappavo in lavanderia a vedere le centrifughe girare. Da quel momento capì subito qual era la mia strada e, grazie al supporto della mia cara sorella Edda, riuscimmo ad aprire una società insieme e a intraprendere questa splendida avventura. Ad oggi, posso affermare che i suoi insegnamenti sono ancora il cardine di quest’attività”.

Un’attrazione fatale per la tecnologia, da una parte, ma anche, dall’altra, una naturale vocazione a relazionarsi con i clienti, a capire i loro bisogni e le loro aspettative. Così si spiega il successo della lavanderia Bazzan, che ora Antonio Manferrari gestisce avvalendosi del contributo di due preziose collaboratrici, Annalisa e Daniela. “Quando, come nel nostro caso, il servizio è artigianale nel modo più autentico, non è mai un problema di prezzo – rivela l’imprenditore. – Ricordo a questo proposito quando tanti anni fa, per rispondere alla concorrenza, lanciai la proposta del doppio prezzo su alcuni servizi, come lo stiro delle camicie, offerti in versione low cost. Ci misi poco a scoprire che ai nostri clienti non interessavano per nulla, perché venivano qui soprattutto per la qualità artigianale del servizio”. “D’altra parte, posso comprenderli – continua Manferrari – perché per noi il pulito è una missione. Non si trova facilmente una bottega come questa, dove una volta, per riportare a nuovo un abito da sposa non lavabile, lo abbiamo smacchiato a mano, centimetro per centimetro. E chi lo perde più, dopo, un cliente così servito?”.

Dedizione, qualità, esperienza ma anche tanta tecnologia e la voglia costante di migliorare il proprio servizio rinnovandosi. Questa la ricetta fondamentale del signor Antonio.

I robot-stiratori di camicie e pantaloni fanno parte integrante di questa lavanderia hi-tech, così come la nuova lavatrice che, utilizzando gli idrocarburi, abbina all’eccellenza del pulito un profumo prima sconosciuto. Stesso contesto in cui ritrovare le tre macchine ad acqua, i due essiccatoi, l’arredo metalizzato e un software grazie al quale le aziende fornitrici controllano in remoto, e quindi in tempo reale, il funzionamento delle macchine. Infine, naturalmente, un sistema gestionale “barcode” che garantisce una tracciabilità del capo minuziosa, permettendo al lavasecco Bazzan di smaltire l’intero ammontare di lavoro al più tardi nella settimana corrente.

“Lo sprint finale in questa direzione è arrivato un anno fa – racconta Manferrari – grazie a una legge della Regione Emilia Romagna riservata alle imprese che operano nei comuni colpiti dal terremoto del 2012, compreso quindi Cento. In base a quella legge abbiamo avuto un contributo pari al 70% dei 150 mila euro investiti nel rinnovo del negozio”.

Il risultato si chiama Bazzan 4.0.

di Stefano Ferrio
Rivista Detergo Ottobre 2020