Passano gli anni, cambiano i governi, si ripresentano ciclicamente crisi economiche e spirali inflazionistiche, si attraversa la mattanza della crisi sanitaria, imperversano conflitti europei ed extraeuropei, ma gli ITS – Istituti tecnologici superiori – si confermano essere una polizza assicurativa per il lavoro. Dal 2013 al 2022 il tasso medio di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo è passato dal 78% all’87% come certifica l’ultimo monitoraggio annuale dell’Indire (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa) ente di ricerca del Ministero dell’istruzione. Una cosa è assodata la formazione non può più essere slegata dal mondo del lavoro e deve avere una forte aderenza con il territorio. Nel nostro girovagare tra le eccellenze formative d’Italia andiamo in Umbria, che come dice lo spot promozionale che appare su tutte le reti nazionali rappresenta il “cuore verde d’Italia”. Incontriamo l’ingegnere Oscar Proietti, Direttore Tecnico e Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di ITS Umbria Academy che ci illustra il modello umbro di formazione e di accesso al lavoro.

Ingegnere, in quali aree tematiche siete maggiormente presenti?
Nello specifico come ITS Umbria Academy siamo nati come Fondazione nel 2010 in un progetto che ha avuto genesi con il Presidente Gabrio Renzacci, vostro “socio storico”. I primi corsi si sono tenuti nell’ambito esclusivo della meccatronica, in riferimento all’area tecnologica della meccanica. Successivamente abbiamo operato una scelta, dopo il 2011, in cui abbiamo iniziato a pensare ad un ITS politecnico, tra i primi in Italia, ossia un ITS che progressivamente ha attivato tutte le aree tecnologiche previste dal Ministero dell’Istruzione. La fotografia della realtà ad oggi? Abbiamo individuato 15 classi per le varie aree tecnologiche previste dal MIM per i percorsi formativi che partiranno dall’autunno 2024. Vivendo in una regione di piccola dimensione abbiamo sfruttato la nostra agilità e siamo presenti in tutte le aree tecnologiche prossime a industria 4.0 (meccatronica, digitale ecc) anche se il novero delle tematiche trattate è molto più ampio e va dal marketing, turismo, edilizia, efficienza energetica, tutela ambientale, biotecnologia, agroalimentare ecc.

Secondo quale logica avviene la distribuzione agli ITS dei fondi nazionali?
Non è tanto la vittoria dello scudetto nel campionato ITS che conta, ma è fondamentale la premialità strettamente legata al riparto dei fondi nazionali. Il 70% viene assegnato sulla base degli studenti iscritti e diplomati, il restante 30%, premiale appunto, sulla base dei ranking, per quei percorsi che danno valore aggiunto con un upgrade tecnologico per accrescere l’appetibilità dei corsi stessi. Fondamentale in questo aspetto è il contributo delle Regioni che rappresentano una spinta propulsiva in relazione alla programmazione ed alla realizzazione, anche ovviamente per la restante fondamentale parte economica, dei nostri percorsi. La legge del luglio 2022 ci permette, fra le altre cose, di rendere ibridi i corsi che, sottolineo con forza, riguardano il percorso accademico post diploma. Questo perché l’acronimo ITS, con la parola iniziale Istituto, ha certamente fuorviato l’utenza.

Avendo, nella nuova legge, aggiunto il termine Academy è evidente come ci si riferisca direttamente alla formazione terziaria che, in particolare, riguarda corsi biennali o triennali con rilascio di diplomi di 5° o 6° livello EQF (Quadro europeo delle qualifiche). Infatti, i ragazzi che si diplomano alla scuola secondaria superiore hanno un diploma di 4° livello EQF e da qui parte la formazione terziaria con i corsi biennali per il diploma di 5° livello, percorsi triennali di 6° livello e percorsi quinquennali di 7° livello. Il sistema ITS fa riferimento quindi al 5° e 6 livello con corsi biennali o triennali. ITS Umbria Academy, nello specifico ha sinora svolto corsi biennali, non escludiamo che in futuro possano realizzarsi corsi triennali finalizzati a diplomi di 6° livello, cioè il livello equiparabile alla triennale universitaria. Diversa naturalmente è la metodologia didattica, più applicativa, laboratoriale rispetto al percorso universitario, anche per i diversi obiettivi formativi che le due tipologie di percorsi presentano.

Siamo, come detto, un ITS Politecnico e ad oggi, considerando il primo e il secondo anno, abbiamo 30 classi attive con circa 850 studenti frequentanti. Se sommassimo anche gli studenti che hanno già fatto l’esame qualche mese fa e che comunque rimangono nella nostra orbita per conseguire un’occupazione coerente, parliamo di oltre 1100 studenti. Tutto ciò ha permesso che l’Umbria, nonostante sia una piccola regione, in termini di formazione ITS Academy, si attesti nel ranking storico nazionale come la regione più virtuosa. Le altre regioni hanno una molteplicità di Fondazioni ITS, noi abbiamo preferito concentrare tutte le nostre forze, vista la dimensione territoriale, in un’unica Fondazione.

Come si articolano gli organismi dirigenti e quali sono le realtà associative e istituzionali a supporto?
Innanzitutto il Consiglio di indirizzo che in virtù della nuova legge diventa CDA, si tratta dell’organo statutario in cui è presente la parte pubblica, Provincia di Perugia così come l’Università di Perugia, Confindustria e le altre associazioni datoriali che sono tutte socie partner della Fondazione e siedono in CDA. Poi ovviamente, come normale che sia in un modello formativo duale, ci sono molte aziende che partecipano al consiglio di indirizzo anche esse come socie fondatrici. L’altro organo statutario è il Comitato Tecnico Scientifico, formato da manager ed esperti dei vari ambiti tecnologici oggetto dei corsi, presieduto da me come Direttore Tecnico Scientifico della Fondazione ITS Umbria Academy. Poi esiste tutto il mondo altrettanto fondamentale delle aziende partner, centinaia di aziende che partecipano ai nostri Nuclei di Progettazione dove, sulla base dell’analisi dei fabbisogni, viene redatto il piano didattico dei diversi corsi.

Nella sostanza come avviene il coinvolgimento delle aziende? La collaborazione con le aziende si sviluppa e si articola in tre momenti: nella fase iniziale c’è la progettazione del percorso che avviene nei Nuclei di Progettazione, gruppi di lavoro che partecipano in forma consultiva e propositiva insieme al Comitato Tecnico Scientifico. I nuclei di progettazione si riuniscono almeno tre volte l’anno, il Comitato Tecnico Scientifico ha invece un calendario più impegnativo. Nel primo step con le aziende si porta avanti un’analisi dei fabbisogni, fase essenziale per costruire l’offerta formativa. Il secondo step in cui sono coinvolte le imprese riguarda l’erogazione della didattica. Le linee guida del ministero prevedono che almeno il 60% dei docenti provengano dal mondo del lavoro e almeno la stessa percentuale di ore venga erogata da docenti che arrivino da quel mondo.

Il 20% deve essere di provenienza universitaria, la parte restante proviene da enti di formazione, ad esempio docenti della scuola che svolgono un’azione di primo allineamento formativo in base alla provenienza scolastica degli studenti. Il terzo step partecipativo riguarda i tirocini curriculari aziendali. In questo caso come ITS Umbria abbiamo un modello che si differenzia dagli altri e che consiste in un percorso di 1800 ore, suddivise in 1000 ore di formazione frontale pratica laboratoriale e 800 ore di tirocinio. Nel primo anno, anzi nei primi due semestri, effettuiamo la formazione frontale di 1000 ore, mentre nel terzo semestre e in parte nel quarto, procediamo con le 800 ore di tirocinio aziendale curriculare. Nell’ultimo periodo gli studenti sono già inseriti nella pianta organica e la maggior parte di loro viene a svolgere l’esame finale per il rilascio del diploma con un contratto già operativo con l’azienda dove avevano svolto il tirocinio.

Per quale motivo proponete questo modello formativo?
Riteniamo che in questo modo gli studenti e le studentesse, quando vanno a fare il tirocinio dopo 1 anno di formazione specialistica, sono maggiormente consapevoli e pronti all’ingresso nel mondo del lavoro. Inoltre riteniamo che il modello delle PMI umbre accolga con maggiore favore un percorso di questo tipo rispetto a un percorso duale già all’interno del primo anno, in cui verrebbe meno nella sostanza una continuità nel tirocinio. Dare continuità nelle 800 ore del tirocinio aziendale vuol dire costruire un progetto verticale sul fabbisogno aziendale nel terzo e quarto semestre. Questo ha generato una risposta occupazionale del 100% in ambiti come la Meccatronica ma in generale una media nell’arco del primo anno, dal conseguimento del diploma, sopra l’80% che cresce con il passare del tempo. Tutto ciò costituisce il modello umbro.

Il sistema per crescere deve strutturarsi, possiamo dire di essere noi stessi a tutti gli effetti un’azienda didattica, in quanto seguiamo i medesimi criteri vigenti nelle aziende. Abbiamo tre HUB didattici a Perugia, Foligno e Terni. Per hub intendo laboratori certificati come ad esempio il laboratorio della Meccatronica che è uno delle poche decine di centri di trasferimento tecnologico (CTT) di Industria 4.0 certificati dal MISE. Elemento qualificante è l’aspetto tecnologico. In maniera esemplificativa abbiamo l’hub digitale a Perugia, l’hub meccatronico a Foligno e l’hub chimico biotecnologico con particolare attenzione ai temi di economia circolare a Terni. Poi ci sono altri laboratori nelle varie sedi didattiche per tutti gli altri percorsi. L’elemento qualificante è che i tre hub e i vari laboratori si ancorano al tessuto produttivo del nostro territorio.

A fronte di un riscontro positivo in termini aziendali per quale motivo in Italia non riusciamo a rendere attrattivo questo percorso formativo?
Innanzitutto perché in Italia siamo arrivati tardi. Il modello duale in Germania esiste da sempre e oggi hanno numeri che viaggiano intorno a 600 mila studenti l’anno ma anche in Francia viaggiano a pieno ritmo. Gli ITS Academy, in Italia, hanno chiuso la fase di start up con la legge del luglio 2022 diventando ordinamentali. L’obiettivo è di arrivare a 100 mila studenti entro breve tempo, anche grazie agli investimenti del PNRR.

Esiste una competizione tra ITS Academy e Università?
C’è un’esigenza molto elevata del tessuto produttivo per la formazione proposta dagli ITS Academy e pur essendo formazione terziaria non siamo in competizione con l’università in quanto facciamo cose sostanzialmente diverse. Noi focalizziamo l’attenzione sui quadri intermedi e sui tecnici specializzati di cui numericamente c’è un alto fabbisogno. Siamo in una fase completamente nuova, in cui le tecnologie innovative richiedono maggiore flessibilità nei programmi. Forse questo è uno dei grandi punti di forza del sistema ITS, anche rispetto agli altri percorsi formativi secondari e terziari.

Gli ITS rispondono meglio alla necessità di matching tra domanda e offerta di lavoro che è elemento realmente cruciale per la tenuta del tessuto produttivo e sociale. Le faccio un esempio, se ho 5 aziende che mi dicono: stiamo utilizzando una determinata tecnologia e avremmo la necessità della formazione di determinate figure professionali. Noi procediamo in questo modo: individuiamo i docenti, mettiamo a disposizione la tecnologia adeguata, predisponiamo un modulo formativo ad hoc in poche settimane. È questa la flessibilità di cui hanno bisogno i nostri giovani e di conseguenza le imprese che gli daranno opportunità di lavoro.

Certo rispetto a questo c’è ancora una scarsa conoscenza degli Istituti tecnologici superiori in ambito nazionale. Si sente l’esigenza di una campagna informativa nazionale dedicata alla promozione degli ITS che faccia finalmente conoscere ai giovani ed alle loro famiglie l’esistenza e l’importanza di questo sistema formativo terziario e post diploma. In Umbria abbiamo 7.000 ragazzi e ragazze circa che si diplomano ogni anno nella scuola secondaria superiore e noi come ITS Umbria Academy riusciamo mediamente (con una elevata attrattività) ad attrarne circa 500 all’anno. Siamo diventati interessanti anche per i diplomati liceali. Abbiamo tra gli iscritti del biennio che è partito nello scorso autunno il 54% degli studenti che arriva dagli istituti tecnici, il 34% dai licei e il 12% dagli istituti professionali. Consideri che il 34% è un dato enorme in quanto in Italia abbiamo una corposa liceizzazione della scuola secondaria superiore. In Umbria i ragazzi per il 60% frequentano tutti i vari tipi di licei e per il 40% gli istituti tecnici e professionali. Questi dati, contestualmente al calo demografico, non permettono alle aziende di trovare adeguate competenze.

Ecco perché ci sono alcuni ITS che stanno sviluppando programmi di collaborazione con altri Paesi, pensiamo ad esempio a quelli del nord Africa per individuare nuove risorse utili alla formazione prima e all’inserimento in azienda poi in Italia. Auspichiamo che, con i fondi messi a disposizione dal PNRR (1,5 miliardi), si possano creare le condizioni per superare queste difficoltà ormai strutturali. Gli ITS sono ormai un treno che è partito, un treno in corsa che tutti i nostri giovani dovrebbero conoscere come opportunità da prendere in considerazione. Il futuro è tracciato, gli ITS saranno tra gli strumenti formativi più utilizzati in futuro. La nuova legge consente la circolarità all’interno della formazione terziaria, il che significa che i ragazzi che si diplomano in ITS possono lavorare e poi iscriversi ai percorsi universitari richiedendo il riconoscimento di crediti, ma consentono anche al drop-out universitario, cioè a tutti quelli che non riescono a concludere l’università, di passare ai corsi ITS coerenti con il loro percorso, sempre attraverso un riconoscimento dei crediti rispetto a quello che è stato il loro percorso sinora. Ciò auspichiamo possa ridurre il numero dei NEET (ragazzi che non studiano e non lavorano) che in Umbria arrivano a quasi 30 mila (nella fascia tra 19 e i 29 anni) e che in media in Italia sono 2 milioni. È un dato sconfortante e disorientante soprattutto letto contestualmente al costante calo demografico, conclude l’ingegner Proietti. •

di Marzio Nava
DETERGO Magazine # Maggio 2024