di Laura Lepri
Sensibilizzare l’opinione pubblica al riciclo dei prodotti tessili riutilizzabili e attuare una politica industriale fondata sul concetto di economia circolare.
Questo l’obiettivo del Secondo Convegno Use&Reuse che Assosistema ha organizzato a Roma il 26 marzo 2015 nella suggestiva cornice dell’Open Colonna Palazzo delle Esposizioni con grande e sentita partecipazione delle imprese associate e delle istituzioni.
In apertura di lavori, Patrizia Ferri, Segretario Generale di Assosistema ha spiegato da dove è nata l’esigenza del convegno. “Secondo l’ultima ricerca realizzata da Ambiente Italia, per conto dell’Ente Bilaterale del settore, l’utilizzo del prodotto tessile riutilizzabile determina vantaggi sul piano ambientale sensibilmente migliori di qualsiasi altro prodotto alternativo – ha detto Ferri – Le imprese associate ad Assosistema operano nel settore della produzione di beni e servizi per la sicurezza igienica dei prodotti tessili e chirurgici utilizzati in ambito sanitario, ospedaliero, assistenziale e nel settore della produzione, distribuzione e manutenzione degli indumenti di lavoro, anche dispositivi di protezione individuale, nonché nel settore del ricondizionamento dei corredi tessili utilizzati in ambito alberghiero.
L’uso efficiente delle risorse e delle tecnologie, la compatibilità ambientale, la scelta di prodotti di qualità sono gli asset sui quali le aziende investono da anni. Ogni anno il settore produce 25.000 tonnellate di tessili a fine vita. Si tratta, quindi, di dispositivi tessili che escono definitivamente dal processo produttivo delle imprese e che finiscono prevalentemente in discarica, generando costi per lo smaltimento e sprechi ambientali. Lo smaltimento dei rifiuti rappresenta per l’impresa un costo vivo e per la società un costo ambientale. Da un punto di vista ambientale, infatti, l’ideale sarebbe ritrattare (riciclo) questi dispositivi per ottenere nuovi prodotti (materia prima seconda) da utilizzare per altri fini (settori automobilistico, dell’arredamento, della nautica, ecc.). Dai residui tessili si potrebbero ottenere inoltre anche pannelli isolanti ed altri prodotti simili. Incentivando l’utilizzo del tessile riutilizzabile si determina un -53% riscaldamento globale, -30% impoverimento strato di ozono, -45% ossidazione fotochimica, -28% acidificazione del terreno, -95% eutrofizzazione delle acque. In Italia, però, il riciclo del tessile a fine vita non è una pratica con una rilevanza economica organizzata. Manca, in sostanza, una politica industriale a sostegno del riciclo e del riuso che supporti le aziende del settore nella creazione di un economia circolare con evidenti vantaggi economici, sociali e ambientali a beneficio di tutta la collettività”.
A conferma di quanto detto da Patrizia Ferri, l’intervento di Andrea Moretto, esperto dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, ha messo in luce come la filiera tessile abbia consistenti margini di miglioramento dal punto di vista della raccolta differenziata e dell’avvio a riciclo di consistenti percentuali di materiali tessili. “In base al Rapporto “Waste End. Economia circolare, nuova frontiera del Made in Italy”, pubblicato a marzo 2015 dalla Fondazione Symbola e Kinexia – ha spiegato Moretto – il recupero netto di materia nei processi industriali passa dall’attuale 23% dei rifiuti al 42% in generale e nello specifico, per la filiera tessile, si passerebbe da un recupero di materia del 12% (attuale) ad un 65% (scenario 2020), in pratica il migliore incremento percentuale di tutte le filiere analizzate. Una revisione del modello di gestione dei rifiuti in generale e tessili in particolare presenta non solo vantaggi ambientali (minor consumo di risorse, minor consumo di territorio, minori emissioni) ma anche rilevanti vantaggi economici (soprattutto in un paese già dotato della più forte industria manifatturiera del riciclo d’Europa), in termini di contenimento dei costi complessivi dei servizi di gestione dei rifiuti, attivazione di nuove imprese, generazione di occupazione”.
In Italia, inoltre, nel settore del tessile, non esistono norme che sostengano l’utilizzo di prodotti eco-sostenibili. “Vi sono però diverse proposte di legge tutte orientate – ha continuato Ferri – a promuovere azioni di riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica o negli inceneritori, come ad esempio, il Disegno di Legge d’iniziativa popolare, “Legge Rifiuti Zero: per una vera società sostenibile”, i cui principi e contenuti sono in perfetta linea con il nostro progetto industriale. Massimo Piras, primo firmatario della proposta di Legge Rifiuti Zero, ha spiegato che il disegno di Legge istituisce i centri per il riuso e per il riciclo al fine del riutilizzo di prodotti e di componenti di prodotti esclusi dal circuito per la raccolta differenziata domiciliare, di cui è ancora possibile il riuso anche attraverso processo di riparazione. Il centro di raccolta è affiancato dal centro per il riuso e per la riparazione in cui i prodotti e i componenti di prodotti suscettibili di possibile riuso sono indirizzati verso aree di deposito per le successive fasi di riparazione e di riuso, senza essere classificati come rifiuti.
“Stiamo andando indubbiamente verso un cambiamento culturale che interessa tutti, imprese e cittadini. Secondo l’ultima ricerca dell’Istituto Piepoli sulla sicurezza ambientale, il 76% delle imprese intervistate considerare l’ambiente come motore centrale dell’economia rappresenta una grande opportunità di crescita economica e il 92% della popolazione risulta in generale particolarmente sensibile ai temi della tutela dell’ambiente. Ci auguriamo che anche il Governo voglia dare risposte concrete alle imprese e ai cittadini su questo fronte”, ha concluso Ferri.
Alla tavola rotonda moderata da Laura Bettini, giornalista di Radio24, il Presidente di Assosistema, Maurizio Genesini ha ribadito quanto sostenuto dalla Ferri: “Ogni giorno 2 milioni di cittadini utilizzano i prodotti e i servizi forniti dalle nostre aziende. Prodotti igienicamente sicuri e servizi di qualità, frutto entrambi di un continuo lavoro di ricerca e di investimenti nell’innovazione che le aziende hanno fatto negli ultimi anni. Ogni anno, l’1,5% dei tessili processati annualmente escono dal ciclo di produzione per essere smaltiti in discarica. La sfida diventa allora quella di completare l’intera filiera del tessile, aggiungendo il riciclo dei prodotti tessili riutilizzabili. Le imprese hanno però bisogno dell’intervento delle istituzioni attraverso un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente per individuare gli strumenti politici e istituzionali a supporto dell’iniziativa. Il valore aggiunto, in termini di nuova economia, nuova occupazione e riduzione delle inefficienze ambientali, genererebbe un impatto sociale positivo, un risparmio di spesa notevole e la generazione di nuovi redditi”.
Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha espresso apprezzamento per ogni azione che vada nella direzione del riciclo e si è detto “Disponibile a sostenere qualsiasi buona pratica in tal senso, purché sia inquadrata in un progetto industriale”. “Il riuso e il riciclo non devono riguardare solo qualche settore ma devono diventare una sfida culturale e imprenditoriale che interessa il Governo e tutto il mondo industriale. Il modello economico di questo secolo deve cambiare: le materie prime non sono, infatti, più inesauribili e sono sempre più costose come nel secolo scorso. L’economia circolare quindi sostituirà quella lineare del Novecento. I Paesi che interpreteranno meglio questo cambiamento saranno quelli vincenti in futuro. Con il Documento contro i cambiamenti climatici, l’Europa si è impegnata a ridurre entro il 2030 le emissioni di Co2 del 40%. E’ un accordo giuridico e vincolante. Dobbiamo essere pronti a costruire un grande piano industriale per il Paese”.
La Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli, impossibilitata a partecipare al convegno, ha inviato un messaggio a tutti i presenti condividendo pienamente l’impegno di Assosistema a costruire una nuova economia circolare, e rendendosi disponibile a sostenere in sede parlamentare tutte le proposte di riutilizzo dei prodotti, che seguendo una strategia di riduzion e dei rifiuti contribuiscono allo sviluppo sostenibile, all’innovazione delle filiere, al rafforzamento della loro qualità e all’incremento delle opportunità di lavoro, formazione, ricerca.
Il Presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti è intervenuto alla tavola rotonda mostrando grande apprezzamento per la proposta di Assosistema perché coniuga il comportamento culturale e sociale con quello economico e imprenditoriale, creando vantaggi a tutta la collettività.