di Italo Pace
Nelle lavanderie industriali il controllo del lavaggio della biancheria viene fatto nella maggioranza dei casi controllando e confrontando lo scarto che si produce in un determinato lasso di tempo.
Questo sistema comporta diverse lacune, in quanto non si può contare su una visione immediata del risultato, ma si deve aspettare per un periodo che normalmente può variare da una settimana a un mese, in modo che la biancheria non si porti appresso nell’analisi di merito la propria memoria storica.
Il sistema che personalmente ritengo sia il più valido in termini assoluti è il controllo del lavaggio mediante l’utilizzo di strisce denominate EMPA 103, prodotte dall’istituto svizzero EMPA di San Gallo (Svizzera) che si occupa dello studio dei materiali e tecnologie in vari settori e da lavoro a ben 800 dipendenti.
Queste strisce sono formate da vari pezzi di cotone insudiciati con vari tipi di sporco cuciti fra di loro; la striscia EMPA 103 infatti è quindi suddivisa in fasce di sporco che vanno dalle macchie oleose pigmentate a quelle albuminose e a quelle da candeggio. Vi è pure una parte con cotone candeggiato ma non “otticato”.
La striscia viene messa in lavatrice e/o lavacontinua e, dopo l’asciugatura e la stiratura viene confrontata con quella campione che la lavanderia ha definito a suo tempo essere quella ideale per il proprio standard di lavaggio. Da questo confronto si capisce se il lavaggio è conforme allo standard voluto, peggiore o migliore.
Dopodiché si analizza il risultato del lavaggio su ogni tipo di macchia presente sulla striscia EMPA 103 e si decide quindi dove intervenire a livello di detergenza. Questo è l’unico sistema scientifico attualmente in vigore per la valutazione del lavaggio, mentre la pezza denominata EMPA 300 darà successivamente la valutazione della durata della biancheria. Striscia EMPA 103 per controllare il lavaggio, e pezza EMPA 300 per la durata della biancheria.
Una volta controllato, verificato o cambiato il vostro ciclo di lavaggio, inizia la prova di durata della biancheria sottoposta al cosiddetto “stress da lavaggio”, per prima cosa tagliando in due e in senso verticale la pezza EMPA 300, in modo da ottenere una parte con 0 (zero) lavaggi.
Dopodiché si mette in macchina la parte rimanente per 1 (uno) solo lavaggio e, dopo asciugatura e stiro, si taglia la parte di pezza contrassegnata 1x e la si conserva in apposito luogo. Si continua con la rimanente pezza per altri 24 lavaggi, tagliando la parte contrassegnata con 25x e mettendola da parte. Con quanto rimane si continuano i lavaggi fino a 50.
Avremo alla fine ottenuto 4 parti della pezza originaria: la prima parte con zero lavaggi, una parte con 1 solo lavaggio, una con 25 lavaggi e l’ultima con 50 lavaggi. Si spedisce il tutto ad un istituto tessile per fare analizzare i seguenti parametri:
- Contenuto incrostazioni organiche
- Contenuto in ceneri
- Resistenza a trazione
- Grado di polimerizzazione
La corretta analisi dei parametri sopra indicati è in grado di aiutarci a definire il nostro standard di durata, che dipende da diversi fattori quali:
- Standard di qualità voluta in lavaggio ed accettata dal mercato nel quale si opera
- Tipo di filato usato in trama
- Tipo di filato usato in ordito
- N° di fili/cm in ordito
- N° battute/cm in trama T
- Tipo di armature componenti il disegno.
La verifica di tutti questi dati ci darà la misura concreta dell’utilità del test svolto.