Avviandola a Sirmione, il Gandini Group ha coronato il progetto di una filiera totalmente controllata in tre stabilimenti: dall’acquisto dei tessuti, al loro trattamento e alla loro immissione nel mercato, servendo alberghi che vanno da Roma alla Val di Fiemme. Con la necessaria automazione, ma anche con la valorizzazione di quel lavoro umano che continua a fare la differenza quando si parla di qualità
L’avvio a Sirmione, sponda bresciana del lago di Garda, della lavanderia industriale Montebaldo, con i suoi 350 quintali di biancheria pulita al giorno, è qualcosa di simile alla perfezione di un cerchio che si chiude nella storia imprenditoriale di Pierangelo Gandini, 59 anni e una vitalità, prorompente e creativa, con cui rendere onore al senso di “Forever Young”, per sempre giovane, una delle più amate canzoni di Bob Dylan.
“Che tutti i tuoi desideri possano realizzarsi, e che tu sempre possa fare qualcosa per gli altri” recitano in apertura le parole di questa ballata tersa e confortante, e risulta impossibile non pensarle ascoltando la storia raccontata dal signor Gandini, fatta di sogni e persone, ma anche di luoghi, visto che le attività del Gandini Group da lui creato richiamano già nei nomi il territorio prealpino, soprattutto bresciano, dove sono sorte. E il loro fondatore Pierangelo Gandini, tanto per inquadrare il personaggio, è uno a cui, parlando delle proprie lavanderie, capita a volta di infervorarsi, come quando tiene a precisare che “la qualità del prodotto è frutto di ore e ore di fatica, come quella che ci vuole, anche usando le macchine più automatizzate del mondo, per stirare due, tremila tovaglioli al giorno, in mezzo al calore delle linee in funzione. A me, quando posso, piace far vedere proprio questo ai clienti. Perché capiscano come nasce la famosa qualità che fa la differenza e, quindi, determina anche il prezzo di mercato”.
“Tutta la mia vita professionale scorre dentro il tessile – racconta poi Gandini – ma già prima che venissi al mondo. Cominciò mio padre Attilio, negli anni ’50, a girare porta a porta le cascine della pedemontana bresciana con i suoi tessuti: lui vendeva e intanto, a casa, mia madre Armida Calubini si ingegnava a fare la sarta. Finché i loro talenti messi assieme hanno fatto sì che aprissero il negozio di abbigliamento a Ponte San Marco dove, sin da ragazzo, ho cominciato a lavorare anch’io”.
A quel punto tocca a me andare in giro, rifornendo grandi alberghi di partite di biancheria – continua Pierangelo Gandini. – Così, un po’ in bottega e un po’ in viaggio, imparo un sacco di cose, che poi mi tornano tutte utili quando è il momento di allargare la mia attività. Nascono via via la tessitura Stelvio, a Calcinato, e poi l’azienda di confezioni Brentatex, a Bedizzole. Finché, nel 2017, il proprietario di questa lavanderia industriale di Sirmione, a cui io per anni avevo procacciato affari nel settore, decide di cedere l’attività”.
“Impossibile per me rifiutare un’opportunità del genere – racconta Gandini – perché significava controllare tutta la filiera della produzione, a cominciare dall’acquisto dei tessuti in India e Pakistan per poi passare non solo alla confezione, ma anche alla gestione commerciale del prodotto, resa possibile dall’attività di lavanderia. Così rilevo questo stabilimento di milleduecento metri quadri, dandogli l’attuale nome, Montebaldo e, di conseguenza, nel 2019 converto in lavanderia anche parte della Brentatex, dove si avvia una produzione di circa 120 quintali al giorno. https://www.arboretum.ie/rachel-doyle-carlow-is-one-of-irelands-best-kept-secrets/ Un passo reso necessario dal volume di affari diventato presto importante, perché gli hotel serviti vanno dalla Val di Fiemme a Roma, coprendo circa metà della penisola italiana”.
Prende così la forma attuale del Gandini Group che nel 2020 fatturava 12 milioni sommando le attività delle due lavanderie, della Brentatex Confezioni, della Stelvio Tessitura, dell’impresa commerciale Ganditex, ma anche della Valli del Garda destinata invece a produrre confetture.
Competenze riconosciute, rete di relazioni intessute nel corso del tempo e virtù di un sistema produttivo integrato sono gli assi nella manica di un’impresa che nel giro di pochi anni assorbe le attività di altre quattro lavanderie del territorio. Risultati che però Gandini non spiega solo con le performance delle tre lavacontinue e delle otto linee di stiro distribuite fra i due stabilimenti. “La Montebaldo, così come la Brentatex, raggiunge risultati così importanti – precisa – solo perché dentro c’è del personale che sa come lavorare per produrre qualità”.
Il riferimento è agli oltre cento lavoratori impegnati nelle due lavanderie, venticinque come dipendenti e un’ottantina inquadrati all’interno di una cooperativa che entro questa primavera acquisirà nuovo nome e ragione sociale. “Gli operai sono al 70% stranieri – precisa Pierangelo Gandini – mentre gli autisti sono italiani, più portati a dialogare con i clienti finali, grazie alla conoscenza della lingua. Ma tutti partecipano allo stesso modo a un progetto di crescita governata da rigorosi principi di sostenibilità”.
Parole che arrivano dalla Sirmione dove, duemila anni fa, il poeta latino dell’amore Catullo già insegnava, a cantautori americani e a imprenditori bresciani, come restare per sempre giovani.
di Stefano Ferrio
Rivista Detergo Marzo 2021