Capire come cambiano i bisogni dei clienti e dotarsi delle macchine giuste con cui soddisfarli: così facendo dal 1987 a oggi, questa bottega artigiana romagnola si è sviluppata fino ad aprire altre due sedi nel territorio. Ecco perché l’acquisto al momento giusto di uno stira-camicie ha garantito l’aumento del volume di affari, così come l’offerta di servizi ai clienti dei numerosi hotel della vicina riviera adriatica
Pochi negozi come una lavanderia raccontano la storia di quanto avvenuto nel nostro Paese durante l’ultimo mezzo secolo.
Maria Luisa Cerri e Fabrizio Tardini che, dopo essersi sposati, hanno dato vita alla storia della lavanderia Poker, con sede centrale a Sant’Andrea in Casale, popolosa frazione di San Clemente – provincia di Rimini – possono solo confermarvelo. “Era il 1987 quando mia moglie, dopo avere lavorato per qualche anno in una stireria, apriva il primo negozio in paese – racconta il signor Fabrizio. – All’epoca faceva tutto da sola, assieme a una sola dipendente, perché io avevo il mio posto in una fabbrica della zona”.
“Beh, guardando a posteriori – continua il contitolare della Poker – devo dire che solo un’artigiana con la passione e la dedizione alla causa come Maria Luisa poteva porre le basi di un’impresa del genere perché, quando aprì, la clientela si presentava al suo bancone soprattutto con capi importanti, quelli che per varie ragioni non si lavavano e stiravano in casa: completi, vestiti della domenica, abiti macchiati di unto o di vino. Allora i guardaroba degli italiani erano molto diversi rispetto a quelli di oggi, e della lavanderia si faceva un uso continuo, ma limitato a certe funzioni. Oggi è tutto cambiato, e un negozio come il nostro deve prendersi cura di qualsiasi capo, comprese le magliette di cotone, le scarpe vecchie da rigenerare e fino a dieci camicie per cliente, visto che nelle case il ferro da stiro è diventato una specie di sconosciuto”.
Fatto sta che, tornando alle origini, che la signora Cerri, vede proprio giusto, in quel 1987. Al punto che otto anni dopo il marito entra in pianta stabile dentro un’impresa destinata solo a crescere.
“Va detto che, sin dall’inizio, per ogni passo compiuto dall’azienda – rivela Fabrizio Tardini – abbiamo sempre avuto come punto di riferimento la Tris Vincente, la rivendita di macchine e prodotti per la lavanderia gestita a Forlì dalla famiglia Bandini. È stato Franco Bandini a venderci la prima, gloriosa lavatrice Donini inserita nel negozio, così come è oggi suo figlio Rudy a fornirci preziosi consigli per ogni investimento che intraprendiamo, ultimo in ordine di tempo la macchina sanificatrice a ozono acquistata nemmeno un anno fa”.
In mezzo a queste due macchine, fra loro così diverse, ma accomunate dagli stessi, elevati standard di efficienza e funzionalità, ci stanno i 33 anni di una storia aziendale che ha portato la Poker a espandersi in modo significativo: la sede centrale, trasferitasi in un’area più grande, è rimasta a Sant’Andrea in Casale, mentre altri due punti di ritiro e consegna operano a San Giovanni Marignano, dal 1998, e a Morciano di Romagna, dal 2016. Di conseguenza sono aumentati i dipendenti, che attualmente sono sei e si ritrovano ogni giorno a gestire sei lavatrici, di cui due a secco e quattro ad acqua, due essiccatoi, uno stira-camicie, un topper per pantaloni, un manichino per vestiti con capo-spalla e, come già detto, una sanificatrice a ozono. “Acquisto indispensabile – commenta il signor Tardini – perché i nostri clienti si sono abituati a portarci di tutto, dal passeggino per neonati al casco da motocicletta, e non era più accettabile farli aspettare anche una settimana affidando a terzi la sanificazione dei capi. Adesso invece, se lo richiedono, possono essere soddisfatti perfino in giornata, in certi casi. Per cui, attualmente, ci serviamo di laboratori specializzati solo per quanto riguarda tappeti e capi in pelle”.
Una lavanderia al passo del Paese, i cui cambiamenti culturali ed economici si riflettevano puntualmente in scelte e tendenze della clientela. Così si può sintetizzare la parabola d’impresa della Poker, la cui presenza nel territorio è andata via via diventando sempre più significativa. “Oggi serviamo abitualmente anche clienti di altri paesi della zona – spiega il signor Fabrizio – mentre, durante la stagione estiva, laviamo e stiriamo i capi dei clienti di una quarantina di alberghi di Riccione e dintorni, vista la nostra vicinanza alla riviera romagnola”.
Nessun segreto particolare nella storia della Poker, assicura il contitolare. “Oltre alla professionalità del servizio – chiarisce – qui conta moltissimo la capacità di comprendere per tempo come cambiano i comportamenti e le priorità dei clienti”.
“Un esempio su tutti – spiega in proposito Fabrizio Tardini – è quello dello stira-camicie, che davvero ha cambiato la storia della nostra azienda. Ce ne siamo dotati non appena abbiamo colto che nelle famiglie non c’era più tempo e capacità di stirare camicie. A quel punto l’alta produttività garantita dall’automazione della macchina ci ha consentito di stirarne sempre di più, offrendo un prezzo più accessibile di prima, ovvero due euro e cinquanta a camicia”.
Nell’anno della pandemia, giocoforza, questa macchina ha funzionato di meno. “Troppi uffici chiusi e troppe attività ridotte – conferma l’imprenditore. – Di conseguenza servivano meno abiti professionali.
Adesso speriamo torni presto a pieno regime, perché vorrà dire che saremo fuori dal tunnel”.
E con queste parole il signor Fabrizio vuol dire che saremo “tutti” fuori da quel tunnel: noi italiani assieme ai suoi clienti. Perché, per fortuna, la storia della lavanderia Poker continuerà assieme a quella del Paese. •
di Stefano Ferrio
Rivista Detergo Gennaio 2021