La pandemia virale, era prevedibile, si sta trasformando in pandemia economica per gran parte del mondo occidentale e non solo. Le preoccupazioni riguardano tutte le economie anche se le risposte degli attori economici e dei governi tendono ad essere differenti. Non è immune dalla crisi il settore tessile e in particolare il tessile che opera a stretto gomito con il turismo e la ricettività.
Cerchiamo di tracciare una mappa del tessile nella lavanderia con dati alla mano (in virtù di una ricerca commissionata da Assosistema nel 2018) per avere
un quadro più completo ed esaustivo. Nell’ambito dei servizi dati in outsourcing dalle imprese turistiche il 70,9% di queste aziende italiane affida a terzi il ruolo della igienizzazione e della sanificazione. E in questo mercato le imprese di sanificazione mettono a disposizione ad alberghi e ristoranti la fornitura per il cambio dei letti (87,3%), asciugamani (78,4%), tovaglie (70,9%).
Particolarmente elevato e degno di sottolineatura è il livello di soddisfazione
delle imprese turistiche rispetto ai servizi di sanificazione, pari a 8,3% (in una scala di valutazione da 1 a 10). Circa il 21%, quindi 1 impresa turistica su 5, ha avviato progressivamente un processo di sostituzione del tessile con la carta, e questo dato è più consistente nei villaggi turistici e in particolare laddove si privilegia il vantaggio economico a discapito, naturalmente, della bellezza e dell’eleganza. Passando alle indicazioni delle istituzioni internazionali per affrontare la crisi sanitaria che ha colpito la comunità mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato delle linee guida per la gestione del COVID-19 valide anche nel settore ricettivo e in particolare per la sicurezza igienica della sanificazione dei tessili.
Ci troviamo sicuramente ad affrontare una sfida, in cui l’igiene e soprattutto la sanificazione hanno assunto un’importanza e una rilevanza per i cittadini mai avute prima. Per questo è necessario che il settore abbia come punto di riferimento partner affidabili, solidi e qualificati per il servizio di noleggio e lavaggio dei tessili a tutela di tutti i consumatori. D’altronde il turista orienterà sempre più le proprie scelte verso quelle strutture in grado di dimostrare in modo completo le misure igieniche messe in atto in particolar modo in relazione al trattamento della biancheria e dei tessili utilizzati nelle strutture stesse. Il tessile nell’ambito della lavanderia, a causa del lockdown imposto dalla pandemia, essendo parte integrante dell’indotto del turismo, si trova non solo in Italia, ma anche all’estero, in una situazione piuttosto complessa. Quali misure sono necessarie per rilanciare il settore? Quali strategie commerciali e comunicative? Ascoltiamo la voce delle aziende per tracciare una valutazione ad ampio raggio su come le imprese stanno gestendo la riapertura e
come intravedono il futuro del settore.
Per Cristina Salvati al timone di Masa, azienda tessile di Bolladello di Cairate vicino a Varese, “dopo quasi due mesi di lockdown in Italia, come in altri Paesi del mondo, a causa dell’emergenza COVID-19 il tema della sostenibilità ambientale risulta più che mai attuale. È infatti emerso che durante questo stop forzato le concentrazioni di diossido di azoto nell’atmosfera si siano notevolmente ridotte in tutta Europa, con conseguente beneficio dell’ambiente. Ma il Coronavirus ha anche evidenziato quanto l’igiene e la sanificazione delle superfici con cui veniamo a contatto siano fondamentali, più che mai nell’ambiente della ristorazione. Negli ultimi anni i clienti hanno assistito a un progressivo
uso da parte dei ristoratori di tovagliato monouso a discapito del tessuto riutilizzabile. Spesso, inoltre, per preferenze estetiche la mise en place di alcuni bar e ristoranti non prevede affatto l’utilizzo della tovaglia e pertanto le stoviglie si trovano a diretto contatto
con la superficie del tavolo stesso. In questo caso, però, non è possibile assicurare la corretta sanificazione della superficie e la conseguente eliminazione di germi e batteri tra un cliente e l’altro.
Il tovagliato tessile riutilizzabile viene sanificato dopo ogni uso attraverso un sistema di lavanderia industriale. La sanificazione avviene tramite il lavaggio del tessuto ad una temperatura che supera i 60° e successiva stiratura a più di 180°: in questo modo
è possibile non solo disinfettare, ma anche eliminare a fondo i microrganismi che si annidano nello sporco permettendo un processo di sanificazione completo”.
Cristina Salvati aggiunge, “numerosi studi hanno inoltre dimostrato che l’uso del tovagliato tessile contribuisce a ridurre il dispendio energetico e a risparmiare più dell’80% di risorse materiali non rinnovabili, contribuendo anche a dimezzare le emissioni di gas serra
e avendo un minore impatto sullo smaltimento dei rifiuti. Infatti, oggi si parla molto di quanto sia importante ridurre l’uso della plastica proprio perché il monouso comporta un maggiore accumulo di rifiuti che andranno poi smaltiti e questo vale anche per la carta.
Alla luce di queste considerazioni, dunque, è evidente come il tovagliato tessile sia amico non solo dell’ambiente, ma anche della salute proteggendoci da eventuali contatti con ambienti e superfici non adeguatamente sanificati. Ricostruire un rapporto di fiducia col cliente, minato ora dalle recenti insicurezze causate dalla paura del contagio, è quanto mai importante e va fatto assicurandogli la massima sicurezza in termini di igiene e protezione”.
Marco Gastaldi, Ceo presso Industria Tessile Gastaldi di Merone in provincia di Como, ci dice: “da un punto di vista sanitario ci sono Paesi in cui esportiamo che sono anche più in ritardo con la ripresa delle attività rispetto all’Italia. Il nostro ufficio di San Diego negli Stati Uniti ci racconta una situazione piuttosto preoccupante. Siamo rimasti chiusi fino al 3 maggio, poi abbiamo riaperto con una presenza a rotazione in azienda facendo ripartire la produzione, naturalmente ad intensità ridotta. Peraltro ci sono alcune settimane in cui gli ordini sembrano riprendere mentre in altre settimane si ripiomba in una situazione statica. In maniera molto obiettiva vedo un turismo estivo in Italia che potrà avere una lenta ripresa, mentre quello legato al business o comunque quello afferente alle grandi città, farà molta più fatica a ripartire per il 2020. È la prima volta che mi capita da quando sono in azienda, ma gli operatori commerciali in Corea mi dicono le stesse parole e hanno le medesime valutazioni di quelli negli Stati Uniti: un’unica valutazione globale in cui prevale un’incertezza diffusa. Noi dal punto di vista comunicativo per sostenere e promuovere l’azienda, utilizziamo i nostri canali social sui quali abbiamo pubblicato un video cartoon dedicato al riutilizzabile, che cerca di combinare il rispetto degli standard di sanificazione con la compatibilità ecologica del cotone, senza dimenticare il nostro processo di lavorazione interamente certificato. Consideri che noi esportiamo il 40 per cento della nostra produzione sia in Europa sia negli Stati Uniti e il rimanente 60 per cento lo realizziamo in Italia. Con i nostri prodotti e le nostre collezioni, nonostante il periodo, continuiamo a puntare sulla sostenibilità ambientale e l’utilizzo delle fibre naturali che rimane una presa di posizione chiara in base alla quale poter intravedere il futuro della nostra azienda”.
Roberto Littamè, titolare della Tessiltorre Srl, azienda in cui sul proprio sito internet campeggia “Made in Italy, attenzione al dettaglio”, di Dairago alle porte di Milano, sottolinea come, “ogni anno abbiamo idee nuove per riaggiornare le nostre collezioni, certo quest’anno è cambiato l’ordine di priorità, ma il gusto per la ricerca della qualità e della novità rimane uno dei tasselli fondamentali e costituisce la nostra filosofia aziendale. Sotto il profilo della comunicazione abbiamo pensato di realizzare in collaborazione con le lavanderie industriali delle locandine adesive da apporre alle vetrine dei ristoranti nelle quali indichiamo all’utenza che i tavoli sono “arredati” con una tovaglia riutilizzabile a basso impatto ambientale, garantendo una detergenza eseguita nel rispetto degli standard ecologici ed igienico sanitari, igienizzazione e sanificazione a cinque stelle.
Siamo impegnati a fare comprendere alla clientela l’importanza della qualità e della sicurezza e quindi ridare un senso corretto al nostro lavoro, per cui una bella tovaglia non è solo esteticamente attraente ma è anche prodotto che se trattato con professionalità è igienicamente sicuro. In Italia le attività di ristorazione prima del lockdown sanitario erano per lo più organizzate a tenere come base la tovaglia, cambiando per ogni cliente il coprimacchia; in questo momento, in cui l’igiene è la priorità, ci si sta organizzando diversamente per cui alcune attività o mettono solo la tovaglia, come avviene diffusamente in altri Paesi, oppure tengono solo ed esclusivamente il coprimacchia che cambiano ad ogni cliente. Siamo di fronte ad una mutazione dell’uso del tovagliato in relazione alle nuove priorità e ai nuovi bisogni”.
Andrea Rovea CEO di Parotex, azienda tessile di Busto Arsizio, ci illustra come stanno vivendo aziendalmente questo momento e quali contromisure adottare per rilanciare gli ordini.“Noi abbiamo una corposa fetta di mercato all’estero e tutto ciò
che è afferente all’ambito della lavanderia noi lo gestiamo con il brand Parotex e, in particolare, in Italia e in Europa. Mentre il brand CasaRovea, lo utilizziamo per la vendita dei nostri prodotti direttamente agli alberghi e quindi per il mercato americano, per il
Medio Oriente, fino all’estremo Oriente. Abbiamo chiuso l’azienda nel periodo di lockdown forzato fino al 4 di maggio e poi abbiamo riattivato la macchina al minimo e a ranghi ridotti. La crisi è generalizzata e, l’attività, in parte ha subito un rallentamento in altri casi, anche il blocco di ordini e consegne. La differenza per noi è che con Parotex le commesse hanno subito una riduzione più rilevante, mentre con CasaRovea la situazione è differente, abbiamo avuto una battuta d’arresto con i clienti a cui forniamo regolarmente prodotti, ma già ora si sono riattivati gli ordini in particolare provenienti dall’estremo oriente in cui l’attività è ripresa prima che da noi.
Ma anche con gli Stati Uniti, nei quali erano previste prima del lockdown aperture di nuovi alberghi, almeno per quanto riguarda le offerte, i preventivi, e tutta la parte di realizzazione del progetto, si è continuato a lavorare senza sosta. In questo momento consideriamo che sia essenziale fare una scelta puramente di servizio nel senso che cerchiamo di essere presenti e di supportare il cliente nel modo migliore possibile, nell’ottica di un customer care puntuale. Abbiamo pensato di orientare le nostre energie in questo senso, perché soprattutto in Italia e in Europa nell’ambito delle lavanderie, le linee guida per la ristorazione sono arrivate tardivamente e spesso in modo non chiaro, contribuendo a generare incertezze di mercato. Per quanto riguarda la comunicazione abbiamo attivato delle campagne attraverso i nostri social puntando sul fatto che la tovaglieria, essendo un prodotto igienizzato è comparativamente più sicuro dell’utilizzo della carta. Abbiamo pensato di realizzare delle tovagliette in cui abbiamo inserito tutte le informazioni utili sul processo di lavaggio sanificato, in accordo con le lavanderie. La campagna l’abbiamo titolata “usa e non getta” per promuovere l’utilizzo del tessuto che poi con il ciclo della lavanderia viene riutilizzato in sicurezza. Un gadget informativo, concepito e realizzato per l’utente finale”.
Per concludere, ciò che emerge dal confronto con le aziende è che la necessità di sensibilizzare all’uso dei materiali tessili non è dunque esclusivamente una questione estetica, ma è anche, e soprattutto, una questione di presa di coscienza e di cura, verso
l’ambiente e verso la propria salute.
di Marzio Nava
GIUGNO DETERGO