Trattando l’argomento abiti da lavoro siamo consapevoli che sia necessario sviscerarlo e declinarlo in molteplici aspetti. È un macro argomento e i riflettori vanno necessariamente collocati da prospettive diverse. Qual è il metodo migliore per lavare gli abiti da lavoro? Devono essere stirati e con quali strumenti? Come è possibile ridurre i danni o comunque monitorare che gli abiti Non vengano perso quando siano trattati in grandi quantità? Esiste una correlazione tra gli abiti da lavoro e la sicurezza sul lavoro? Mettendo insieme alcune risposte che ci hanno fornito le aziende, da angolature diverse, siamo in grado di tracciare un quadro piuttosto esaustivo del trattamento e della manutenzione degli abiti da lavoro. Per gli abiti da lavoro esistono nuove prospettive di mercato?

Inoltriamo la domanda a Livio Bassan, Amministratore Delegato di Christeyns Italia, multinazionale belga, con sede a Pessano con Bornago (Mi), che si occupa di chimica e detergenti anche nell’ambito della lavanderia. “L’indumento da lavoro, con la sua gestione a 360°, sta divenendo sempre più un aspetto essenziale del welfare aziendale, soprattutto se declinato come DPI. Una progettazione ergonomicamente idonea agli ambienti di lavoro, la garanzia di avvenuta sanificazione, soprattutto in un frangente critico come quello emerso a causa della pandemia in corso, oltre al mantenimento delle prestazioni di certificazione se DPI, sono divenuti focus di stringente attualità in ogni ambito industriale. Scendendo ancor più nel dettaglio degli indumenti DPI, la legislazione vigente, sia prendendo in considerazione la circolare n. 34/1999, sia la direttiva europea 89/656/CEE che il D.Lgs 81/2008 e sue modifiche successive, ribadisce a più riprese come siano di primaria importanza una corretta scelta dei DPI stessi in relazione ai rischi residui evidenziati in un contesto produttivo, il loro mantenimento in efficienza e la loro igienizzazione. Citando testualmente, “Il lavaggio dovrà essere effettuato affidandosi a lavanderie appositamente attrezzate” (circolare n. 34/1999) per cui solo lavanderie opportunamente attrezzate possono permettere ad una filiera produttiva di ottemperare a quanto appena descritto. Solo le lavanderie opportunamente attrezzate, difatti, possono vantare certificazione EN 10465 – RABC, che delinea le linee guida per una corretta gestione del controllo della biocontaminazione ad ampio spettro su: tessile umido ed asciutto, superfici e banchi di lavoro, mezzi di trasporto, operatori di linea, acque di alimento e processo ecc. Christeyns si pone come leader di segmento avendo un’ampia esperienza di processamento degli abiti da lavoro servendo importanti operatori di mercato con una gamma prodotti specificatamente sviluppata ad hoc. Inoltre, non meno importante, molti di questi prodotti, essendo certificati Ecolabel o Nordic Ecolabel, consentono di ottemperare ai requisiti richiesti dai Criteri Ambientali Minimi (CAM) per le gare d’appalto per il lavaggio e lavanolo, pubblicati a gennaio 2021 in gazzetta ufficiale. L’emissione dei CAM si sposa ampiamente con la direzione di una sostenibilità ambientale sempre più preponderante verso cui la società si sta muovendo; larga parte della R&D di Christeyns lavora alacremente ogni giorno per lo sviluppo di prodotti certificati secondo norme ambientali di prodotto di Tipo I per la ISO 14024 e per lo sviluppo delle normative stesse”, conclude Bassan.

“Per quanto riguarda gli abiti da lavoro stiamo assistendo ad una ripresa non solo del trattamento ad acqua ma anche a secco,” ci dice Marco Niccolini, Direttore Commerciale della Renzacci SpA, industria di lavatrici con sede a Città di Castello (Pg). “Abbiamo avuto delle richieste di macchinari a secco della serie Excellence a solventi alternativi al percloroetilene e ciò riconferma il fatto che anche gli abiti da lavoro si sposano perfettamente con trattamenti con solventi alternativi al percloro: da questo punto di vista si registra un’elevata performance anche su abiti particolarmente sporchi come le uniformi ma vale anche per i guanti. Un altro aspetto importante è la sostenibilità del trattamento
dal punto di vista ambientale, in quanto i nuovi solventi sono biodegradabili, ipoallergenici, e quindi si crea un connubio virtuoso tra l’ambiente e performance. Da notare che l’aumento dell’attenzione sui dispositivi di protezione individuale (DPI) ha avuto un riflesso sugli abiti da lavoro che devono essere sempre più in linea con le normative europee in termini di sicurezza. Inoltre, questi nuovi solventi risultano aggressivi sullo sporco ma
non sugli elementi essenziali del capo trattato ad esempio sui DPI. Per altro c’è il vantaggio che questi trattamenti riguardino molto di più il livello industriale essendoci in gioco grosse quantità di abiti da trattare ponendosi di conseguenza il problema dello scarico delle acque. A questo proposito come azienda Renzacci, per le uniformi che richiedono il lavaggio ad acqua, abbiamo opportunamente installato anche sulle macchine di grandi dimensioni la tecnologia Ecocare, cioè un sistema che consente di recuperare l’acqua del risciacquo più pulita per poi poterla riutilizzare per il lavaggio successivo con un risparmio notevole
del consumo di acqua diminuendo in modo significativo il problema della depurazione delle acque. Inoltre, come Renzacci disponiamo della serie WB cioè macchine di lavaggio a barriera sanitaria che permettono di trattare capi, come quelli della sanità, che devono essere trattati in area completamente sterile”.

Passiamo in Emilia e troviamo ICT-group di Reggio Emilia, che da trent’anni opera nel mercato dell’Information Technology, sia in Italia che all’estero. Incontriamo l’ing. Marco Tamarozzi, CEO di ICT-group che ci dice, “per ciò che riguarda gli abiti da lavoro parliamo di uniformi per l’industria, ma anche di divise nell’ambito della sanità. I nostri software, oltre gestire la tracciabilità dei capi, ne gestiscono anche il processo produttivo. Partendo dall’acquisizione dell’appalto, recuperando una serie di informazioni dei dipendenti da vestire (taglia, figura professionale, reparto,…), il nostro software permette di creare tutte le dotazioni in automatico. Il sistema abbina i capi da consegnare alla persona, e consente di stampare l’eventuale etichetta da inserire sulla divisa. Un processo di questo tipo è essenziale su grandi numeri. La procedura di rilevazione delle taglie oggi può avvenire in modo automatico grazie al sistema realizzato da ICT-group che, tramite una telecamera 3D, esegue la scansione del corpo. Questa operazione consente di ridurre i costi relativi alla “presa taglie” e aumentare l’efficienza del processo. Per quanto riguarda la gestione della tracciabilità in lavanderia, viene rilevato l’ingresso del materiale sporco e vengono integrati i macchinari. È possibile per esempio, integrare un sistema di sorting che consente di organizzare le divise all’interno della lavanderia e di prelevare i capi con un certo ordine (per reparto, per genere ecc). Il software si interfaccia anche con sistemi di movimentazione aerea e con le antenne RFID all’interno della lavanderia. Nella fase di confezionamento il capo può passare in un tunnel RFID e successivamente letto nella fase di spedizione al cliente mediante un varco RFID. All’interno delle strutture clienti, il software si interfaccia con i sistemi di distribuzione automatici dei capi. Il dipendente arriva al distributore, effettua il riconoscimento con il badge e il sistema permette di individuare il capo corretto per la consegna (con un sistema a crediti, per cui oltre un certo numero, il dipendente non può prelevare, prima di aver restituito il materiale sporco); questa gestione consente di evitare sprechi, furti ecc. Un sistema di tracciabilità completo e puntuale permette di evitare inefficienze e sprechi e raggiungere un minor costo dei servizi offerti. Il sistema permette di identificare le dispersioni e capire dove si verificano, inoltre permette di classificare la riduzioni del materiale circolante, come ad esempio i capi rotti, sporchi, la presenza di macchie. Gestiamo grandi lavanderie, ma stiamo ricevendo molte richieste, per sistemi di tracciabilità basati sul chip RFID, anche dalle lavanderie medio/ piccole che sempre più frequentemente vogliono tracciare i capi. Abbiamo creato una soluzione laundry più semplice ed economica che proponiamo in CLOUD e vendiamo in modalità Software as a Service (SaaS), aggiunge e conclude Marco Tamarozzi.

Come attrezzarsi per la pulizia degli “abiti di lavoro” in un particolare momento come quello che stiamo vivendo? Le grandi industrie cercano sistemi di lavaggio innovativi, efficaci e igienizzanti. È fondamentale proporre sempre prodotti concentrati che siano in grado di eliminare tutte le macchie, anche quelle più persistenti, caratteristica di questo genere di indumenti, ci spiega Stenilio Morazzini, General Manager di Montega, azienda con sede a Misano Adriatico nei pressi di Rimini, che si occupa di chimica per la lavanderia. Il sistema Igientex di Montega, con il prodotto Igientex Oxy Plus Biocida con autorizzazione in deroga ex.art.55.1, è registrato al Ministero della Salute come disinfettante. Con questo prodotto garantiamo la disinfezione e l’igienizzazione di tutti i capi di lavoro, senza alcun rischio di residuo. È importante sottolineare che nella categoria “abiti di lavoro” non troviamo solamente tenute da officina, ma abbiamo anche ad esempio camici e divise di inservienti ospedalieri per le RSA, che possiamo lavare con il “Wet Cleaning Nature”, sistema di lavaggio certificato, innovativo e sostenibile, realizzato dalla Dottoressa Francesca Iannone. Nello specifico al wet cleaning abbiamo aggiunto il profumo anallergico, usiamo normalmente materie prime di origine naturale, candeggi senza cloro, ma soprattutto garantiamo un efficace trattamento a basse temperature, e tutto ciò permette di ottenere un ottimo risultato anche per gli abiti da lavoro.

Interpelliamo Eleonora Cartabbia, Marketing Manager di Macpi con sede a Palazzolo s/Oglio (Bs), azienda che produce principalmente macchine per lo stiro, e le chiediamo quali strumenti, nell’ambito della loro offerta di prodotti, abbiano per il trattamento degli abiti da lavoro. “Il nuovo macchinario Tunnel Finisher 534 lo stiamo proponendo alle lavanderie industriali per il trattamento degli abiti da lavoro e in particolare nell’ambito della sanità. È un tunnel che può essere composto da più camere in maniera modulabile. I moduli vanno da un numero minimo di tre ad un numero massimo di otto, ovviamente più il tunnel è grande più il numero di capi trattati è maggiore: il modulo più grande tratta fino a 2000 capi all’ora. Nelle prime camere il capo viene vaporizzato e poi ci sono le camere di
ventilazione e soffiaggio. Poi il capo viene caricato autonomamente su un appendino e può essere collegato ad una imbustatrice per confezionarlo, etichettarlo e poi smistarlo (strumentazione che è fornita da un’azienda nostra partner). Il tunnel è dotato di un innovativo sistema a pannelli e di assistenza da remoto. I migliori risultati di stiro sono raggiungibili con la nuova camera di ventilazione Macpi, con rumorosità ridotta e consumi ridotti. Grazie al motore radiale è possibile avere un soffiaggio uniforme lungo tutta la camera di ventilazione e non solamente in alcuni punti. La maggior portata d’aria distende meglio i capi, prevenendo anche eventuali cadute dalla gruccia. Inoltre la nuova generazione di touch screen Macpi è totalmente user-friendly grazie ad un display intuitivo e multifunzione, in questo modo il macchinario è ancora più funzionale. Su richiesta è possibile sviluppare software dedicati in grado di conclude Cartabbia.

“Uno dei settori che meno ha risentito dell’effetto pandemia è sicuramente quello degli abiti  da lavoro”, sottolinea Alessandro Rolli, Amministratore delegato di Kannegiesser Italia con sede a Opera (Mi). “Abbiamo assistito nel corso degli ultimi 12 mesi a un progressivo aumento della richiesta di attrezzature per processare gli indumenti da lavoro, siano essi di tipo ospedaliero, industriale, DPI oppure semplici divise. Ciononostante la pressione dei prezzi di riferimento e la competitività del settore impongono scelte mirate in relazione alla tipologia di tessuto (poliestere/cotone) e orientate alla creazione di veri e propri sistemi di finissaggio degli indumenti in grado di garantire flussi di lavoro costanti e un livello di automazione adeguato. Kannegiesser è in grado di progettare sistemi ad alto grado di automazione con stazioni di appendimento ergonomiche, tunnel di finissaggio con sistema brevettato di ingresso aria in controcorrente rispetto al flusso della biancheria e Robot di piegatura con tecnologia SERVO (servomotori). Un modulo base di 3 stazioni è in grado di produrre con 3 persone al caricamento e 1 alla preparazione/ spedizione circa 800/900 pz/h (per tessuti poliestere/ cotone). Gli impianti di finissaggio sono modulabili ed estendibili al crescere della richiesta (produzione oraria) o delle caratteristiche del servizio (consegna per taglia, operatore, piano, armadietto etc.). In tal caso si procede con lo studio di un sistema “sorting” che nella maggior parte dei casi (salvo limitazioni strutturali dell’immobile) si sviluppa in altezza al di sopra del sistema precedentemente installato. Si tratta di un sistema composto da un magazzino di accumulo degli indumenti e di un dispositivo di selezione e prelievo dei capi (sorter). Il Sorting è un sistema totalmente autonomo che richiede solo 1 operatore addizionale responsabile per il monitoraggio dei processi e l’ordinamento delle chiamate che dal magazzino vanno nel Sorter. Come partner tecnologico della lavanderia industriale ci auguriamo che la crescita del settore indumenti continui e si allinei al benchmarking europeo di riferimento”, conclude Alessandro Rolli.

In questo momento di difficoltà per la pandemia è diventata importante per il datore di lavoro la gestione dell’igiene degli abiti da lavoro, perché bisogna garantire la loro pulizia e sanificazione. PONY progetta da anni macchine con tecnologie improntate alla riduzione dell’incidenza del costo di manodopera. “I nostri MANICHINI STIRACAMICIE” precisa Paolo Fumagalli, Presidente di Pony con sede a Inzago (Mi), “sono ideali per la stiratura di giacche da cuoco, medico, infermiere ecc, specialmente EAGLE 2.0 che offre la possibilità di avere il castello più alto per lo stiro specifico dei camici, e permettono una produzione fino
a 120 pezzi/ora max. Molto interessanti per questo mercato sono anche quelle macchine
che possono essere utilizzate in più ambiti come il MANICHINO 404 che consente di stirare tutti i capispalla, lavati sia a secco sia ad acqua, come camici, casacche, giacche da cuoco
e camicie. Per i pantaloni, PONY offre una ampia gamma di TOPPER, ideali per la stiratura di pantaloni elasticizzati e non, lavati ad acqua oppure a secco, che permettono produzioni fino a 100 pezzi/ora max. Un’altra soluzione sono le PRESSE della SERIE LAV, con un ottimo
rapporto qualità/prezzo, disponibili con piani dalle differenti forme, per lo stiro di ogni indumento da lavoro: divise, camici, pantaloni ecc. Oltre allo stiro, PONY offre una gamma completa di prodotti per la sanificazione. Per la sanificazione ad ozono di indumenti ed
oggetti vari propone la cabina sanificante OZOCAB, per sanificare invece gli ambienti di lavoro presenta la nuovissima unità portatile professionale OZOCUBO. Per la sanificazione a vapore offre invece i generatori di vapore SANI-BABY, che permettono sanificazione e stiro verticale in contemporanea, e SANI-PRO, generatore per la sanificazione degli ambienti al quale è possibile aggiungere una pistola che permette di miscelare il vapore con un qualsiasi prodotto chimico sanificante”, conclude Paolo Fumagalli.

di Marzio Nava

DETERGO
MARZO2021