Ci inoltriamo, con questo reportage, a scandagliare prodotti, servizi e soluzioni per il lavaggio, di aziende chimiche che operano nell’ampio e variegato mercato della lavanderia, sia ad acqua sia a secco, sia a dimensione industriale sia di carattere artigianale. Il perimetro di azione di queste aziende è quello della fornitura di detergenti professionali destinati ai differenti ambiti, al fine di offrire alle lavanderie tutto il necessario per massimizzare i risultati di lavaggio e controllare al meglio i consumi. Parliamo di aziende che primeggiano nel settore dell’acqua, del secco, delle tecnologie e dei servizi per l’igiene e l’energia.

Lana, seta, pelle e tessuti tecnici richiedono una cura specifica e l’uso di appropriate tecnologie di lavaggio. Ma il know how si completa anche avendo a disposizione per ogni azienda un’approfondita conoscenza dei tessuti e la realizzazione di processi che minimizzino l’impatto sull’ambiente. Ci sono delle tendenze che emergono dalle dinamiche sociali che si trasformano in prassi operative anche per le aziende.

La grande frontiera del lavaggio, oggi, è rappresentata dalla necessità di garantire la qualità dei prodotti e la sicurezza, migliorando al tempo stesso l’efficienza operativa nei processi di pulizia, sanitizzazione e disinfezione. Sono questi i grandi obiettivi da raggiungere per affrontare in modo professionale le domande sempre più sentite da parte della collettività.

Fin dall’apertura, la nostra azienda come ci dice Marco Vaccari, co-titolare della Surfchimica e responsabile Export e Ricerca, “ha basato il suo lavoro sullo slogan “esperienza e innovazione al servizio del cliente”. La logica seguita nella realizzazione dei prodotti per il lavaggio a secco e ad acqua è stata dunque quella di ricercare materie prime innovative dove la necessità della migliore performance si coniughi con i più severi criteri di ecosostenibilità. Abbiamo seguito con attenzione l’introduzione nel mercato di solventi alternativi al percloro sviluppando i prodotti che ne possano enfatizzare le qualità pulenti: sono così a disposizione additivi, presmacchiatori e smacchiatori specifici per idrocarburo e solventi a base di alcoli modificati.

Nel lavaggio in acqua si è puntato su prodotti ad alta resa con bassi dosaggi perfezionando l’esclusivo sistema di wet cleaning Aquafactor® ed introducendo la linea NAT, una gamma completa di prodotti per il lavaggio professionale formulata sulla base di materie prime di origine vegetale ove il contenuto di tensioattivi è ridotto a meno dell’1%. Tutto ciò rende questi prodotti rapidamente biodegradabili e privi di qualsiasi pericolosità.

La drammatica situazione sanitaria con cui conviviamo da quasi due anni ci ha suggerito poi la ricerca e la realizzazione di prodotti igienizzanti con azione virucida, quali Surflean Hygienic Plus, associati a Surflean Cleansing, detergente enzimatico, e Softlean Sense, ammorbidente concentrato. L’utilizzo dei nostri prodotti è chiaramente illustrato in schede tecniche di facile lettura e il nostro intento è quello di seguire il cliente affiancando alla logica imprenditoriale una concezione di salvaguardia dell’ambiente rigorosa e al passo con la realtà odierna”.

“La chimica è uno degli aspetti preponderanti su cui il servizio di lavanderia basa la propria qualità, il mantenimento del tessile in corretto stato di efficienza e la garanzia di igiene tanto necessaria (non solo in periodo di pandemia come quello che si sta attraversando da due anni a questa parte).

Le prospettive di mercato della chimica in lavanderia sono concentrate sull’implementazione di composti sempre più green e volti ad integrarsi meglio in una logica di economia circolare senza venire meno la qualità attesa”, sottolinea Ruggero Sammarco, Technical and Business Development Supervisor di Christeyns Italia.

“Le soluzioni per impattare sempre meno sull’ambiente e dare valore aggiunto alla vita utile del prodotto sono molteplici e si compenetrano in diversi campi di applicazione:
– certificazioni Ecolabel e/o affini ISO 14024;
– riduzione packaging;
– riduzione consumi idrici.

Sul fronte dello sviluppo dei prodotti chimici, cuore del servizio erogato, ambientalmente meno impattanti sul sistema di smaltimento globale come non citare tutte le possibilità offerte dalle liste delle componenti bandite dalle varie etichette ISO 14024. Quasi tutte le etichette in questione prevedono limitazioni importanti di materie prime, ed esempio quanto espresso nei requisiti dei detergenti Nordic Swan. Materie prime che svolgevano un ruolo preponderante nell’inquinamento delle acque (che fossero di falda, superficiali o marine).

Christeyns da almeno una decina d’anni propone una gamma ampia di prodotti e sistemi certificati secondo tali etichette (Puresan EU Ecolabel, Nordic Swan labelled products ecc.) ponendosi all’avanguardia in tale contesto.

Sul fronte logistico, la riduzione del packaging avviene mediante:
– possibilità di consegna in cisterne che riducono il packaging da smaltire;
– possibilità del vuoto a rendere per riutilizzare il packaging usato nel confezionamento prodotti.

Essendo, oltretutto, prodotti nati più concentrati come formule, consentono anche una riduzione delle consegne in sé grazie ai dosaggi inferiori che richiedono nei lavaggi applicati; ma essendo anche più ecosostenibili, consentono anche una riduzione degli utilizzi delle acque di processo ed essendo anche più efficaci consentono una riduzione degli step dei processi tradizionali. Tutto questo proietta al secondo power step del sistema di riduzione ideato da Christeyns, la riduzione dei consumi idrici.

Questi prodotti, quindi, uniti alle più avanzate conoscenze applicative, hanno portato allo sviluppo sistemi di lavaggio e processamento, quali il Puresan o il Compact, che concedono riduzioni sensibili delle acque giungendo fino a 2 l/kg di acqua fresca in continua o meno di 10 l/kg in centrifuga (senza tank di recupero). Infine, da ultimo e non meno importante, anche per applicazioni particolari ove ancora vi è impossibilità di applicare certificazioni Ecolabel, sussistono importanti investimenti per portare la chimica nel futuro.

Basti pensare, per esempio:

– i ripristinanti per applicazioni di idrorepellenza e/o di protezione dai rischi chimici secondo EN 13034 che dall’uso di molecole fluorocarboniche, i cui sottoprodotti di produzione risultano altamente inquinanti, stanno migrando verso soluzioni fluorofree come il prodotto Christeyns Aquablock Free;
– sui complessanti metallici si vanno sostituendo all’EDTA altre molecole altrettanto efficaci, ma decisamente più biodegradabili.

“Il ruolo che dovrebbe avere un’azienda chimica al giorno d’oggi è soprattutto quello di mettere sul mercato prodotti per la tutela dell’ambiente”, ed è questo ciò che tiene a precisare Matteo Casella, amministratore delegato di Clean Pro. “Sono sempre stato attento alle conseguenze ambientali che i prodotti chimici per lavanderia hanno. In particolare su tutti quelli destinati ai lavaggi ad acqua. Da subacqueo professionista sono sempre in prima linea per la tutela dell’ambiente e posso affermare che i nostri mari sono soggetti ad altissimo rischio e di questo dobbiamo tutti rendercene conto”.

All’interno della gamma dei nostri prodotti CLEAN PRO abbiamo fin da subito dedicato una linea per i prodotti a basso impatto ambientale senza però alterare il profilo economico. Questo grazie al fatto di avere partner commerciali in grado di elaborare formulati chimici che soddisfino requisiti fondamentali richiesti sia dal mercato che dalle leggi in vigore. Abbiamo concentrato molto l’attenzione su questo tema anche insieme ad alcuni nostri clienti. Insieme ad altre aziende del nostro gruppo abbiamo portato alcuni clienti ad abbracciare il tema dell’ecofriendly abbattendo in lavanderia il consumo di carta e l’utilizzo di prodotti eco-compatibili, non solo per i lavaggi ma anche per le pulizie quotidiane”.

Unificare efficienza e sostenibilità ambientale in un unico prodotto? Si può, risponde Stenilio Morazzini, General Manager di Montega®, “è una grande sfida ma noi con Deter Green P di Montega®, detergente in polvere completo pluricertificato con il quale ottimizziamo il lavaggio e abbassiamo l’impatto sull’ambiente, ci stiamo riuscendo. Deter Green P ha ottenuto la certificazione GOTS ed è a Livello 1 nel Gateway di ZDHC con PID P778HB61 e in più è validato Ecodesign ISO14006, tutti riconoscimenti validi non solo a livello nazionale ma soprattutto internazionale.

Deter Green P è un prodotto consolidato in Montega®, acquistato periodicamente da un’altissima percentuale di clienti della lavanderia industriale, grazie alla sua eccezionale performance in termini di lavaggio anche a temperature nettamente inferiori rispetto alla media di utilizzo”, conclude Morazzini.

In questo contesto di mercato così incerto denominato VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity & Ambiguity), Heart Italiana sta guardando al futuro della chimica e della detergenza in lavanderia, ripensando a nuovi prodotti che rispettino due vincoli di partenza: sicurezza e sostenibilità, ci dice il responsabile Alessandro Martemucci Responsabile Marketing di Heart Italiana.

Gli obblighi di legge ci inducono a sviluppare prodotti sempre più sicuri per l’operatore e per l’utente finale, cercando di eliminare o ridurre la simbologia di sicurezza, e contestualmente l’area ricerca e sviluppo Heart Italiana, ricerca continuamente nuove materie prime che siano nobili e sostenibili per l’ambiente, in modo tale da offrire un prodotto al mercato che risolva i problemi di igiene e pulito, e aiuti nel processo di lavaggio a ridurre al minimo risorse energetiche impiegate.

L’obiettivo di Heart Italiana al 2030 è molto più ambizioso di essere un’azienda C2C “Cradle to Cradle” dalla culla alla culla, ovvero concepire nuovi prodotti e nuovi processi con un approccio rigenerativo, ovvero consentire ai processi produttivi di assimilare i materiali usati a elementi naturali che vengono trasformati e rigenerati alla fine del loro ciclo di vita.

Questo si traduce nello sviluppo di prodotti altamente performanti, che abbiano le seguenti caratteristiche: materie prime nobili e vegetali, alta concentrazione, impiego minimo di chimica nei processi di lavaggio, lavaggio a basse temperature per ridurre i costi e i consumi energetici e infine nobiltà delle materie prime impiegate per ridurre i costi delle acque di smaltimento, così da poterle riutilizzare nei processi di lavaggio e quindi rigenerare il flusso produttivo della lavanderia. Una sfida importante ma necessaria per il futuro del settore, conclude Martemucci. •

Di Marzio Nava
Rivista Detergo – Numero 12, Dicembre 2021