Quali prospettive di mercato per trattamento degli abiti da lavoro? Trattando l’argomento abiti da lavoro siamo consapevoli che i riflettori vadano orientati in direzioni diverse. Quello degli abiti da lavoro è un segmento di mercato che è confinante con quello della sicurezza sul lavoro. In particolare, quando gli indumenti da lavoro sono a contatto con polveri nocive, agenti chimici o biologici pericolosi, subiscono una sorta di “metamorfosi” diventando “Dispositivi di Protezione Individuale” e la loro pulizia diventa un obbligo per il datore di lavoro.
Nella maggior parte dei casi si tratta di residui organici o chimici che richiedono un’igienizzazione e un trattamento professionale che deve essere effettuato in lavanderie appositamente attrezzate, con macchine adibite esclusivamente all’attività specifica e il trasporto dovrà essere effettuato considerando tutte le precauzioni in conformità alle norme ed ai regolamenti vigenti. La linea guida per la lavanderia industriale è ISO 15797, che rappresenta la combinazione virtuosa tra temperatura, lavaggio e asciugatura. L’ultima frontiera del pulito è rappresentata dalla sanificazione dei vestiti da lavoro (e non solo nell’ambito sanitario) che è strettamente correlata alla tutela del benessere della persona che li indossa.
È necessario sapersi orientare all’interno del groviglio normativo e regolamentare a proposito degli abiti di lavoro, i quali si dividono: in indumenti da lavoro ordinari, DPI e dispositivi medici. Ogni fibra ha il suo trattamento specifico. Mettendo insieme alcune risposte che ci hanno fornito le aziende, da angolature diverse, siamo in grado di tracciare un quadro piuttosto esaustivo del trattamento e della manutenzione degli abiti da lavoro.
“Negli anni di pandemia, il settore degli indumenti da lavoro è stato quello che ha subito la minor contrazione nell’ambito del mercato delle lavanderie” ci dice Ruggero Sammarco, Technical and Business Development Supervisor di Christeyns Italia, e aggiunge, “l’indumento da lavoro, con la sua gestione a 360°, è divenuto sempre più un aspetto essenziale del welfare aziendale, soprattutto se declinato come DPI o se legato a standard di settore imprescindibili quali quello alimentare, cosmetico o farmaceutico. Una progettazione ergonomicamente idonea degli ambienti di lavoro e la garanzia di avvenuta sanificazione sono divenuti focus di stringente attualità in ogni ambito industriale.
Scendendo ancor più nel dettaglio sui DPI, la legislazione vigente, sia prendendo in considerazione la circolare n. 34 del 1999, sia la direttiva europea 89/656/CEE che il D.lgs 81/2008 (Testo unico della sicurezza sul lavoro) e sue modifiche successive, ribadisce a più riprese come siano di primaria importanza una corretta scelta dei DPI stessi, in relazione ai rischi residui evidenziati in un contesto produttivo, il loro mantenimento in efficienza e la loro igienizzazione. Solo le lavanderie attrezzate, posseggono macchinari e tecnologie di lavaggio adeguate per il trattamento degli indumenti da lavoro, soprattutto se DPI con tutte le problematiche connesse al loro processamento in termini di: agenti macchianti, agenti contaminanti, agenti patogeni.
Stante quanto appena descritto, si evince facilmente come lo sviluppo del mercato degli abiti da lavoro è oggi e sarà, in forte ascesa. Un corretto lavaggio non può prescindere da una partnership con un fornitore di detergenti con specifica conoscenza di tale settore che sappia come trattare in modo idoneo quanto di cui sopra descritto. Infatti ingegnerizzare un ciclo di trattamento per abiti da lavoro e DPI richiede competenze profonde di tessile, macchine e chimici. Christeyns si pone come leader di segmento di mercato avendo un’ampia esperienza di processamento degli abiti da lavoro servendo importanti operatori di mercato con una gamma prodotti specificatamente sviluppata ad hoc.
La gamma Christeyns permette di ottenere i più alti standard qualitativi di lavaggio e, con processi opportunamente modulati, anche la garanzia di una vita utile del tessile elevata oltreché il mantenimento dei requisiti più stringenti di qualunque normativa tecnica vigente DPI. Inoltre, non meno importante, molti prodotti, essendo certificati Ecolabel o Nordic Swan Ecolabel, consentono di ottemperare ai requisiti richiesti dai Criteri Ambientali Minimi per le gare d’appalto per il lavaggio e lavanolo, pubblicati a Gennaio 2021 in Gazzetta Ufficiale. L’emissione dei CAM si sposa ampiamente con la direzione di una sostenibilità ambientale sempre più preponderante verso cui la società si sta muovendo; larga parte della R&D di Christeyns lavora alacremente ogni giorno per lo sviluppo di prodotti certificati secondo norme ambientali di prodotto di Tipo I per la ISO 14024 e per lo sviluppo delle normative stesse. Questo denota quanto l’azienda sia impegnata proattivamente per garantire un futuro più green al settore”, conclude Sammarco.
Per la Renzacci SpA, azienda che produce lavatrici (e non solo) di Città di Castello (PG), interpelliamo Marco Niccolini, General Sales and Mkt Director dell’azienda. “Stiamo riscontrando un continuo mutamento relativamente alla domanda di trattamento degli abiti da lavoro sia in Italia che oltre i confini. L’attenzione deve essere posta sulla mutata composizione degli abiti da lavoro, in particolare sui capi tecnici e sulle fibre dei materiali. Abiti da lavoro sempre più variegati e sempre più specifici per le esigenze della clientela a differenza di qualche anno fa in cui i capi erano molto più uniformi. Gli abiti da lavoro si sono evoluti e molti di questi sono diventati veri e propri DPI che necessariamente richiedono dei trattamenti estremamente specifici: tutto questo ha permesso una risposta puntuale sia sul lavaggio ad acqua sia sul lavaggio a secco.
Dal lato del lavaggio a secco sono molto usati i solventi alternativi al percloroetilene proprio perché si adattano molto bene ai nuovi materiali e non determinano alcun danno sui capi trattati. Il capo trattato ha un indice bassissimo di deperibilità anche dopo molti lavaggi e il rispetto all’integrità del capo è un fattore essenziale in quanto particolarmente costosi. Pensi che con i solventi alternativi al percloro si possono trattare le scarpe come DPI e questo rappresenta un valore aggiunto rispetto al trattamento tradizionale. Processi di lavaggio particolareggiati e specializzati per eliminare i rischi specifici connessi all’adempimento di ciascuna attività e di conseguenza non ci si concentra solo sullo sporco da rimuovere ma anche lasciare l’indumento integro per un tempo sempre più lungo.
Prendiamo ad esempio le divise nell’ambito sanitario e ospedaliero, la Renzacci è una delle poche realtà ad avere un proprio studio di progettazione e realizzazione di tutte le linee sia ad acqua sia a secco che ha messo a punto specifiche macchine con programmi di lavaggio ad hoc. Le macchine con barriera asettica della serie WB o per il lavaggio ad acqua ricordiamo le serie LX e HS dotate di sistemi di dosaggio che permettono la giusta combinazione di acqua, temperatura e detergente… ma anche le macchine del bio lavaggio a secco della serie Excellence dotate di sistemi di atomizzazione del detergente che permettono trattamenti specifici sul capo.
Spostandoci un po’ più a sud della penisola incontriamo Matteo Casella, CEO di CLEAN PRO, azienda che si occupa della produzione di detergenti per lavanderie a Serravalle di Chienti nei pressi di Macerata. “Siamo riusciti ad inserire all’interno della gamma di prodotti Clean Pro, l’immancabile LAVATUTE, nome commerciale largamente usato, per il lavaggio di tutti quei capi che necessitano di consistenti sgrassature. ll LAVATUTE CLEAN PRO ha una speciale formula che aggredisce lo sporco attivandosi già a 40 gradi. Nella sua formula non ci sono fosfati ma è presente la tecnologia “Foam Controlled” a schiuma frenata. I primi test furono fatti proprio lavando abiti provenienti da Officine Meccaniche; il risultato è un abito da lavoro pulito e igienizzato. Il LAVATUTE, ovviamente, è utile anche per i capi da lavoro meno impegnativi come divise di operatori di magazzino e addetti generici.
Un’altra formulazione creata da CLEAN PRO utile al mondo del lavaggio dei capi e abbigliamento da lavoro è il prodotto PET WASH. Quest’ultimo, ideato principalmente per il lavaggio di articoli per animali, è utile anche per il settore della zootecnica come abbigliamento di agricoltori e personale di aziende Agricole. PET WASH assicura, oltre a risultati impeccabili di lavaggio, anche una profumazione neutra in modo da eliminare i cattivi odori che possono formarsi quando un capo è esposto per molto tempo alla presenza di animali domestici e di allevamento. Tutti questi prodotti possono affiancarsi agli ammorbidenti SOFT RESISTANT, che hanno una speciale formula che consente alle microparticelle contenute all’interno, di “rompersi” al contatto con calore elevato, come quello degli essiccatoi, rilasciando un profumo di pulito persistente e allo stesso tempo delicato all’olfatto.
Ovviamente, aggiunge Casella, tutto questo si trasforma in ottime opportunità di mercato dove anche una piccola lavanderia può inserire nel proprio listino una seziona specifica per tutte quelle attività che richiedono un trattamento particolare sulle divise da lavoro. Le officine Meccaniche brandizzate sono i primi clienti che possono attrarre le lavanderie, come anche imprese edili, pensiamo ad esempio a quelle aziende che costruiscono quartieri residenziali di alto costo rivolto a persone abbienti; il loro personale richiede una presenza diversa con abiti da lavoro impeccabili; o anche settori come tipografie possono essere principali attori di questo settore; pensiamo ad esempio a grosse tipografie che necessitano di lavaggio di canovacci specifici o di lavaggio delle divise del personale. Molte infatti acquistano direttamente i macchinari specifici integrando verticalmente il processo di lavaggio.
Di Italclean Srl interpelliamo Eugenio Boni, Direttore Commerciale dell’azienda che si occupa di pulitura a secco a San Giorgio di Piano nel bolognese. In molti paesi del mondo le macchine lavasecco per pulire gli indumenti particolari (come i guanti) degli operai sono sempre state molto richieste, soprattutto laddove ci sono grossi complessi industriali (Russia, Canada, USA, Cina…) ed hanno una lavanderia interna deputata al lavaggio dei propri indumenti. In Italia si è in generale preferito appaltare la lavorazione all’esterno, a parte alcune grosse aziende con le quali già lavoriamo (come ALITALIA ora ITA Airways), ma il tessuto industriale italiano, che vede le piccole/medie imprese svilupparsi molto di più ha frenato la diffusione di lavanderie interne di un certo spessore. Le richieste sono sempre molto specifiche, ma si richiede solitamente un sistema per la pulizia in un tempo molto breve, circa mezz’ora.
E le macchine di solito devono lavorare 24 ore al giorno! Italclean, grazie a speciali approfondimenti tecnici e grazie alla flessibilità dell’inverter applicato al motore principale e al secondo inverter applicato al ventilatore dell’asciugamento, è riuscita a realizzare macchine lavasecco a percloro che impiegano 35 minuti di ciclo a pieno carico e una velocissima distillazione. Con le macchine a idrocarbonio il ciclo è un po’ più lungo, ma sempre sotto i 50 minuti. Ma comunque sono finora richieste soprattutto macchine a percloro, a causa del maggiore potere sgrassante di questo solvente. Stiamo ora studiando nuovi progetti di macchine, grazie ai nuovi solventi sempre più potenti che sono proposti costantemente sul mercato, per avere macchine efficaci anche senza il percloro. E qualche buon risultato già lo abbiamo ottenuto.
Abbiamo realizzato macchine semplici o tandem di diverse capacità (fino a 80 kg) alcune con doppio distillatore in posizione centrale e nessun filtro, perché spesso questi abiti sono cosi sporchi, che il filtro si intaserebbe in brevissimo tempo. Inoltre abbiamo creato alcune caratteristiche particolari per aumentare la superficie di riscaldamento del distillatore e raggiungere così la temperatura di ebollizione in un istante. Suggeriamo spesso di aggiungere una pompa per movimentare il distillatore all’interno e quindi evitare la solidificazione dei fanghi ma anche per estrarre questi fanghi automaticamente dal distillatore. Infatti più il distillatore è pulito, più la distillazione procede veloce.
Tutto ciò è fondamentale in macchine che funzionano 24 ore al giorno. Siamo riusciti a realizzare molti progetti in diversi tipi di industrie: automobilistiche (AvtoVAZ-Lada, MTZ la più grande industria di trattori al mondo), metalmeccaniche (US Steel), petrolifere (Lukoil, BP, Total), minerarie, ma anche in aziende di servizi, come quelle di trasporto aereo (non solo ALITALIA ora ITA Airways ma anche Egyptair, Malaysian airlines, Qantas, THY, etc). Questo è il nostro biglietto da visita”, conclude Eugenio Boni.
“Esiste sicuramente una correlazione tra abiti da lavoro e sicurezza” ci dice Michele Battistella, Commercial Manager di Battistella B.G. che si occupa di tecnologia per la stiratura professionale a Rossano Veneto (VI). “Essi infatti sono una parte fondamentale dei DPI, dispositivi di protezione individuale. Quando sentiamo parlare di stiratura di abiti da lavoro, ci riferiamo sicuramente ad ambienti grandi e strutturati come per esempio hotel ed ospedali, dove la qualità nello stiro deve fare i conti con la grossa mole di capi da stirare; quindi, necessitiamo di prodotti automatici in grado di unire la qualità e la velocità.
Nel catalogo Battistella B.G. i due principali prodotti per questo tipo di indumenti sono:
• Zeus, manichino universale per lo stiro degli indumenti della parte superiore (camicie, magliette, giacche, camici);
• Sirio, stirapantaloni per lo stiro di pantaloni di qualsiasi tessuto.
Entrambi sono dotati di un touch screen intelligente, il quale permette un controllo totale del macchinario e del ciclo di lavoro. Infatti, tra le numerose funzioni, le macchine hanno la possibilità di creare e salvare i programmi di lavoro (memorizzando tempistiche di vaporizzazione e soffiaggio). Funzione molto utile quando la quantità e la varietà di capi da stirare sono molte alte. Inoltre il touch screen intelligente memorizza all’interno i cicli di stiratura giornaliera, questo garantisce un controllo accurato del numero di abiti da lavoro stirati”.
La gamma Surfchimica offre soluzioni appositamente messe a punto per la pulizia degli abiti da lavoro. Ne parliamo con Marco Vaccari, responsabile per l’azienda del comparto Export&Ricerca dell’azienda di prodotti per lavanderia a Bettola-Zeloforamagno alle porte di Milano. “Per il lavaggio a secco in percloro proponiamo SURFAN STRONG, realizzato combinando selezionati tensioattivi con emulsionanti ed agenti smacchianti, un prodotto che trova applicazione nella detergenza di tute e guanti da lavoro permettendo di ottenere eccellenti risultati senza ulteriori trattamenti. La sua alta concentrazione permette dosaggi contenuti (10-20 g per Kg di merce) ottimizzando la produzione contenendone i relativi costi Abbiamo recentemente conseguito risultati molto interessanti anche con i solventi idrocarburici addittivando il bagno con SURFAN HC SOAP, un prodotto che solubilizza lo sporco impedendone la rideposizione sui capi. Per questo tipo di trattamento è raccomandata una macchina lavasecco dotata di impianto di distillazione del solvente. La componente igienizzante presente in questo additivo previene la formazione e/o la sviluppo di colonie batteriche nel bagno.
Per il lavaggio industriale ad acqua degli abiti da lavoro abbiamo realizzato SURFLEAN OVER, prodotto a pH praticamente neutro, formulato con un additivo che rimuove macchie oleose e di origine organica e perfettamente solubile in acqua anche a freddo. Il prodotto è testato nei cicli industriali ed offre la resa migliore lavorando a temperature comprese tra i 40° e gli 80°C. Appositi programmi di lavaggio ed ulteriori approfondimenti sono disponibili per gli operatori. Secondo quanto percepiamo dagli operatori di mercato, i settori nei quali si prevede un potenziale sviluppo sono quelli che già utilizzano il servizio di pulitura degli abiti da lavoro, ma dove la crescente richiesta di una congrua applicazione delle norme di sicurezza e igiene diventi imprescindibile, sia per quanto riguarda i prodotti sia per i lavoratori.
E dove la sostituzione degli abiti tradizionali per la protezione dei lavoratori sia fatta con dispositivi di protezione individuale che impiegano materiali e tecnologie più sofisticati. A questi requisiti rispondono settori quali il petrolchimico, il meccanico, il farmaceutico, l’alimentare e quello dell’elettronica in senso lato. La sensibilità collettiva e quella del legislatore in materia di difesa ambientale non potranno in futuro non affrontare il tema della riduzione dei costi connessi al carico inquinante che gli abiti da lavoro assorbono svolgendo la loro funzione protettiva e che, se sottoposti a procedimenti di lavaggio non idonei, rilasciano nell’ambiente”.
Stiamo assistendo negli ultimi anni ad un incremento della richiesta di macchine specifiche che trattino abiti da lavoro sia nell’ambito privato sia nell’ambito ospedaliero”, ci dice Alessandro Rolli, Amministratore delegato di Kannegiesser Italia, azienda che produce mega macchine per le lavanderie industriali. “Dal settore ospedaliero, negli ultimi due anni, la richiesta è aumentata esponenzialmente rispetto al periodo prepandemico. L’attenzione si è spostata sulla specializzazione del lavaggio e su una cura più appropriata. Il trattamento degli indumenti da un punto di vista tecnico si basa sempre sui consueti capisaldi, ecosostenibilità, risparmio energetico e recupero dell’acque (in particolare quando si parla di abiti da lavoro).
Da un punto di vista tecnico abbiamo realizzato un impianto interessante da un cliente in Alto Adige: abbiamo installato una lavacontinua con la centrifuga e tutta la dinamica delle acque è gestita attraverso una serie di serbatoi centralizzati che recuperano l’acqua riutilizzandola nei processi successivi. Per gli abiti da lavoro c’è un ragionamento specifico sul trattamento del tessuto tecnico. Recenti studi hanno dimostrato che preferibile trattarli a più basse temperature in quanto la temperatura è un fattore usurante. Di conseguenza anche nei nostri tunnel di finissaggio che servono ad asciugare e a stirare la biancheria privilegiamo tunnel più lunghi con una velocità di passaggio più lenta dei capi all’interno del tunnel a temperature più basse.
Oggi i player mondiali prediligono tunnel con moduli fino a 5 o 6 segmenti anziché tunnel con 3 segmenti in quanto a parità di produzione si può mantenere la temperatura più bassa. Come Kannegiesser per gli abiti da lavoro mettiamo a disposizione la nostra lavacontinua PowerTrans Vario in abbinamento alla centrifuga PowerSpin. Mentre prima la “produttività” e la “varietà” erano considerate incompatibili, oggi grazie allo sviluppo della PowerTrans Vario è possibile combinare virtuosamente queste due caratteristiche. Mentre come tunnel di finissaggio abbiamo i modelli XMT e partono da 2 moduli fino a 6 moduli minimizzando i consumi di energia” conclude Rolli.
Ci spostiamo in provincia di Milano e precisamente a Pozzo D’Adda per incontrare Corinna Mapelli alla guida di Trevil, azienda che si occupa della produzione di macchine da stiro professionale. L’ingegnere Mapelli sottolinea come, “nel panorama italiano del lavaggio degli abiti da lavoro i laboratori di media grandezza, con presenza capillare sul territorio, detengono una quota di mercato significativa. In generale, per i medi laboratori di pulitintoria, l’acquisizione di clienti professionali che richiedono il trattamento degli abiti da lavoro può rappresentare un’integrazione proficua del business esistente, meno soggetto a stagionalità e congiunture economiche rispetto al trattamento degli abiti dei clienti privati.
Il manichino tensionato universale Princess Touch è il prodotto che più si presta allo stiro degli abiti da lavoro: la sua grande versatilità permette di stirare ottimamente capi di taglio e tessuto diverso come ad esempio casacche, camici, giacche, gilet, camicie e camicette. Può stirare efficacemente capi lavati con qualsiasi tecnica, in particolare i capi ancora umidi dopo il lavaggio ad acqua. La caratteristica di Princess Touch è la pala frontale brevettata che permette di passare dallo stiro del capo lavato a secco allo stiro del capo bagnato con un semplice gesto senza dover cambiare l’accessorio. Oggi Princess Touch è dotato di touch screen Trevitouch da 5”, per un utilizzo ancora più semplice.
Parlando di pantaloni, la soluzione migliore in campo di abiti da lavoro è rappresentata da Pantamat nella sua versione con tensionamento trasversale del bacino. Le pinze tendigamba universali permettono di stirare ogni tipo di pantalone, anche di lunghezze diverse, con piega e senza piega. Una funzione speciale permette di stirare anche le gonne a tubino. La funzione anti-stretching impedisce ai tessuti delicati o elasticizzati di deformarsi durante il ciclo di stiratura e può essere attivata indipendentemente sia per la cintura che per la gamba. Sul fronte della sanificazione, l’ozono rappresenta la soluzione ottimale per eliminare le sostanze maleodoranti e i microrganismi presenti anche nei punti più difficili da raggiungere. A questo riguardo Trevil propone la cabina di sanificazione ad ozono Trevi-San disponibile in due versioni di differente grandezza”.
Come attrezzarsi per la pulizia degli “abiti di lavoro”? “Le grandi industrie cercano sistemi di lavaggio innovativi, efficaci e igienizzanti”, ci dice Stenilio Morazzini, CEO dell’azienda Montega che si occupa di detergenza e prodotti chimici per il lavaggio nel riminese. “È fondamentale proporre sempre prodotti concentrati che siano in grado di eliminare tutte le macchie, anche quelle più persistenti, caratteristica di questo genere di indumenti che riguardano aziende di carni, metalmeccanica, ecc. Il sistema Nature di Montega®, con il nuovo prodotto 2 in 1 Top Level Double Nature e gli emulsionanti Clean Sg Nature e Clean SG Sky, garantiamo la pulizia di tutti i capi di lavoro, senza alcun rischio di residuo di macchie e di sporcizia.
Questo sistema di lavaggio è validato ISO 14006 Ecodesign, con le analisi chimiche certificate che garantiscono assenza di metalli pesanti e VOC. Grazie a questo sistema di lavaggio garantiamo un risparmio energetico, parole d’ordine di questo periodo burrascoso che caratterizza il mercato di oggi. È importante sottolineare che nella categoria “abiti di lavoro” non troviamo solamente tenute da officina, ma abbiamo anche ad esempio camici e divise di inservienti ospedalieri, per le RSA, che possiamo lavare con il “Wet Cleaning Nature”, sistema di lavaggio certificato, innovativo e sostenibile realizzato dalla nostra squadra di esperti, grazie a cui possiamo lavare anche i tessuti più delicati, conclude Morazzini.
Per concludere il giro di orizzonti sugli abiti da lavoro incontriamo Paolo Fumagalli Presidente di PONY SpA. L’indumento da lavoro sta diventando un aspetto importante del welfare aziendale, dal momento che, oltre ad essere un elemento di estetica, rappresenta un dispositivo di sicurezza sul lavoro. La legge italiana che regolamenta questo tipo di indumenti indica che debbano essere perfettamente lavati, stirati e sanificati. Sono tantissimi i settori in cui si sceglie di dotare di divisa il personale, come ad esempio le fabbriche e le industrie, la ristorazione, alcune catene di negozi oppure il settore medico e sanitario e quello del benessere.
Per le professioni del settore alberghiero si preferisce l’estetica alla funzionalità, e le divise devono necessariamente suggerire professionalità ed eleganza, optando quindi per comodità ma anche stile. Per quanto riguarda il settore sanitario, invece, gli indumenti devono assicurare una perfetta igiene, comodità ed efficienza. L’abbigliamento deve essere traspirante e facile da pulire, quindi si preferisce la funzionalità all’estetica.
Per lo stiro di questo tipo di indumenti Pony offre varie soluzioni:
• per camicie, camici, giacche da cuoco, giacche da infermiere lavati ad acqua le macchine più idonee sono il nostro manichino 404 o il più performante Eagle 2.0 con castello Maxi da 130 cm, il quale è in grado di stirare sia i capispalla di piccola taglia che i camici in meno di 45 secondi senza la necessità di utilizzare l’essiccatoio;
• per i capispalla lavati a secco, invece, si consiglia l’utilizzo del tradizionale manichino universale MG o quello tensionante Formplus;
• per pantaloni lavati ad acqua o a secco il topper MPT-D è la soluzione ideale perché stira perfettamente pantaloni di qualsiasi taglia e tessuto;
• le presse con il piano lucido garantiscono, grazie alla piastra calda a 160°, l’eliminazione di tutti i germi e contemporaneamente offrono l’alta qualità di stiro che solo le presse possono offrire.
Infine, per adempiere alle nuove regolamentazioni in fatti di sanificazione Pony offre la cabina ad ozono con sistema a Corona per tutti gli indumenti da lavoro, l’unico sistema riconosciuto in grado di rendere inattivi i virus, oppure la nuova Ozocubo per la sanificazione degli ambienti di lavoro. •
Di Marzio Nava
Rivista Detergo – Numero 4, Aprile 2022