
Può capitare che ad un capo di abbigliamento venga a volte associata una sensazione spiacevole, dovuta alla presenza indesiderata di odore. In questo articolo cercheremo di approfondire alcune tra le più note cause di odore nei tessili, nonché alcuni rimedi per eliminare e/o prevenire la formazione di odori.
Innanzitutto suddivideremo gli odori dei tessuti in due categorie, in base alla causa che li scatena: odori naturali e odori chimici.
- Odori naturali
L’odore che senz’altro rappresenta un’esperienza comune a tutti è il cosiddetto “odore di sudore”.
Cerchiamo di approfondire la problematica della sudorazione.
Innanzitutto l’espulsione di vapore di sudore è il prezioso meccanismo che il corpo utilizza per disperdere l’eccesso di calore accumulato, a causa dello sforzo fisico o dell’irraggiamento solare.
La termodinamica ci insegna che il processo di evaporazione, perché avvenga, richiede una certa quantità di calore e la sudorazione, che altro non è che l’evaporazione del sudore, ricava il calore necessario proprio dal corpo, portandone ad un raffreddamento. Non appena il vapore di sudore incontra l’aria esterna al corpo esso condensa in gocce, portando al tipico fenomeno delle gocce di sudore.
E’ doveroso sottolineare che, di per sé, il sudore non possiede un cattivo odore. Perché allora se non laviamo una maglietta intrisa di sudore emanerà ben presto un odore molto sgradevole?
La causa è la veloce proliferazione sul tessuto dei batteri provenienti dalla pelle, e la biotrasformazione che essi sono in grado di effettuare di alcune sostanze chimiche presenti nella pelle stessa. In particolare alcuni ceppi batterici (es. Proprionibacteria, Staphylococci sp.) sono responsabili della degradazione dei lipidi della pelle e altri (Corynebacteria) riescono a degradare gli steroidi.
Questi meccanismi portano, entrambe, alla formazione di sostanze volatili odorose, primo fra tutto l’acido isovalerico. Tali sostanze, assorbite dalle fibre del tessuto, portano al tipico e sgradevole “odore di sudore”.
E’ interessante notare che l’intensità dell’odore dipende non solo dalla quantità di batteri presenti ma anche dalla natura della fibra coinvolta: in particolare le fibre sintetiche si prestano maggiormente alla proliferazione batterica e ad assorbire le sostanze volatili odorose e quindi, all’atto pratico, una maglia in poliestere tende a “puzzare” di più di una maglia in cotone.
Esiste un rimedio per l’odore di sudore?
Per prevenire il proliferare dei batteri negli indumenti utilizzati è indispensabile lavare quanto prima il bucato, se possibile ad una temperatura di almeno 40°C in modo da favorire l’eliminazione dei microrganismi. L’aggiunta di un additivo igienizzante potrebbe essere molto utile ed infine, per gli amanti dei rimedi naturali, risulta molto efficace l’uso del bicarbonato di sodio per pretrattare e tamponare le zone macchiate di sudore.
Passiamo ora all’altra categoria di odore.
Odori “chimici”
Quando acquistiamo un capo può capitare a volte di avvertire un odore che potremmo definire di tipo chimico, non riconducibile cioè a fonti naturali conosciute (sudore, muffa, grasso, rancido…).
In effetti la lavorazione dei capi tessili impiega una quantità considerevole e inaspettata di prodotti chimici, alcuni dei quali caratterizzati da un intenso odore. Se i processi produttivi non vengono condotti a regola d’arte e tali prodotti non vengono ben risciacquati essi possono rimanere sul tessuto generando spiacevoli odori.
Un settore particolarmente interessato dall’uso di prodotti chimici è quello del denim.
Il denim nasce come un tessuto di colorazione tendenzialmente intensa ed uniforme. Per ottenere sui capi tutti quei particolari effetti che la moda ci chiede, ad esempio effetti 3D, slavature, corrosioni, sbianche,… il capo deve essere sottoposto ad una serie di trattamenti che possono prevedere l’utilizzo di Cloro Cl2, o Permanganato di potassio K2MnO4, i quali devono essere adeguatamente neutralizzati alla fine della lavorazione per evitare il danneggiamento chimico della fibra.
Nel caso in cui la fase di neutralizzo non venga condotta correttamente e con le giuste quantità di prodotti la presenza di odore “chimico” nel capo diventa molto probabile.
Nel campo dell’odore chimico un altro caso molto particolare è quello legato alla presenza di una particolare sostanza chimica molto presente nel settore tessile: la formaldeide.
Essa può essere utilizzata come fissatore per coloranti, come componente di alcune resine per effetti 3D sul denim, come conciante della pelle o come antipiega nel cotone. La sua diffusione è tuttora notevole anche se il fatto di essere stata di recente classificata come cancerogena per l’uomo ne comporterà, nei prossimi anni, una limitazione all’uso.
La presenza di formaldeide in un tessuto si percepisce annusando il materiale, non tanto per la sgradevolezza dell’odore avvertito quanto piuttosto per il fatto che esso è tipicamente pungente, tanto da portare anche alla lacrimazione se la formaldeide è presente in quantità cospicua.
Fortunatamente è una sostanza piuttosto volatile e quindi tende a diminuire la sua concentrazione se il materiale viene ben arieggiato.
Come rimuovere l’odore chimico?
Indipendentemente dalla sostanza chimica che porta alla comparsa dell’odore è sempre opportuno, se l’etichetta di manutenzione lo consente, effettuare uno o più lavaggi in lavatrice prima dell’utilizzo di capi nuovi. Questa operazione rimuove tutte le sostanze e i sali solubili in acqua, migliorando quindi il grado di pulizia “chimica” del tessuto.
L’eventuale persistere dell’odore anche dopo il lavaggio è indice di una condizione anomala ed è importante approfondirne l’origine con il negoziante e/o il produttore del capo.
In generale è possibile misurare l’odore?
Esiste una duplice possibilità per misurare l’odore: da un lato è possibile sfruttare direttamente la percezione sensoriale di persone che annusano direttamente il tessuto e dall’altro è possibile utilizzare sofisticati strumenti chimici che sono in grado di individuare la natura chimica delle sostanze esalate dal tessuto.
Nel primo caso il tessuto viene inserito in una camera chiusa e dopo un opportuno intervallo di tempo un pool di tecnici annusa l’odore in camera, assegnando un punteggio secondo una scala crescente, quale ad esempio:
Nel caso di rilevazione strumentale il tessuto viene scaldato in un fornetto chiuso e tutto ciò che esala dal materiale viene iniettato in un Gas Cromatografo a Spazio di Testa, ottenendo un cromatogramma di tutte le sostanze volatili emesse.
Dall’interpretazione del grafico è talvolta possibile individuare la presenza di particolari molecole che per le loro caratteristiche intrinseche possono essere la fonte dell’odore presente nel tessuto.
E’ possibile prevenire la formazione di odore?
E’ sicuramente possibile applicare al tessuto particolari trattamenti per contrastare la formazione di odori, in particolare quelli dovuti alla proliferazione batterica. Senza entrare nel merito dei singoli marchi commerciali è possibile affermare che gli ioni argento, in prodotti applicati al tessile o direttamente incorporati nella fibra in fase di produzione, sono in grado di esplicare una efficace azione battericida in quanto interferiscono con i meccanismi vitali dei batteri.
Rivista Detergo — Novembre 2015