A chi non è capitato di riporre nell’armadio, accuratamente imbustato, un capo di un bel color pastello e scoprire a distanza di qualche tempo che è spiacevolmente ingiallito? Oppure di recarsi in un negozio, scegliere un paio di pantaloni color bianco brillante e scoprire che a contatto con l’appendiabito si è formata una macchia di color giallo paglierino?
L’ingiallimento dei capi bianchi è uno dei problemi di qualità che si riscontra frequentemente, anche in considerazione del fatto che almeno il 20% dei capi è realizzato in bianco.
In questo articolo cercheremo di capire i principali fattori che portano all’ingiallimento dei capi di abbigliamento, prendendo in considerazione anche casi particolari quali l’ingiallimento del denim. E cercheremo di fornire qualche utile consiglio per prevenire la comparsa del problema.
Perché gli abiti bianchi tendono ad ingiallire?
Innanzitutto una piccola premessa sul fatto che il bianco è un colore dato dalla somma di tanti colori diversi. Anche la luce solare, che noi percepiamo bianca, è la somma di molteplici colori, per capirsi quelli dell’arcobaleno, come ben evidenziato da semplici esperimenti di scomposizione della luce ad opera di un prisma o di una gocciolina di acqua in atmosfera.
Un materiale risulta bianco quando tutta la luce che lo illumina viene riflessa, in particolare il rosso, il blu e il verde. Se il materiale, a causa di modificazioni delle sue proprietà, inizia ad assorbire la componente blu, esso rifletterà solamente la componente rossa e verde. La combinazione di rosso e verde porta ad una luce gialla, e nel complesso il materiale verrà percepito come ingiallito.
Quali sono le principali cause dell’ingiallimento?
Esistono vari fattori che possono influenzare la tendenza di un materiale ad assorbire la luce blu e quindi ad apparire giallo. A seguire i tre principali.
- Invecchiamento delle fibre tessili
L’invecchiamento delle fibre è una delle cause primarie di ingiallimento. L’esposizione prolungata alla luce solare o a condizioni di calore e umidità eccessive può portare alla rottura di alcuni legami chimici tipici delle fibre e quindi alla comparsa del colore giallo.
- Inquinanti atmosferici
La presenza in atmosfera di alcune sostanze, anche in piccolissima quantità, può scatenare ingiallimenti a volte veramente drammatici, che si manifestano soprattutto in fase di immagazzinamento dei capi. Gli inquinanti coinvolti nell’ingiallimento sono principalmente l’ozono, e gli ossidi di azoto NOx.
L’ozono è responsabile di un particolare tipo di ingiallimento non dei tessuti bianchi ma del denim. L’indaco con cui il denim è tinto viene distrutto dall’ozono e trasformato in una molecola gialla, facilmente solubile con un semplice lavaggio. Dopo il lavaggio, tuttavia, il tono del capo può risultare più chiaro, poco o tanto in base alla quantità di indaco distrutta dall’ozono.
Gli ossidi di azoto, per i quali si usa la formula generica NOx, sono presenti in atmosfera e negli ambienti di lavoro ove avvengono processi di combustione (veicoli a motore, caldaie…)
Questi gas, anche in piccolissime quantità, sono in grado di scatenare intense reazioni di ingiallimento in presenza di alcuni residui sul tessuto, in particolare il BHT (Butilidrossitoluene), con il quale genera il fenomeno noto come ingiallimento fenolico.
Il BHT è un antiossidante molto utilizzato nei materiali polimerici come ad esempio le buste in plastica per la protezione dei capi. Esso possiede la caratteristica di essere molto volatile anche a basse temperature e quindi dalla busta in plastica tende facilmente a migrare sul tessuto. Se il tessuto entra a contatto con i gas inquinanti NOx viene catalizzata la formazione di sostanze gialle dal tipico tono paglierino. La reazione è particolarmente favorita da una certa alcalinità del tessuto, condizione che si sviluppa facilmente nei tessuti di cotone che vengono lavorati proprio in ambiente alcalino.
- Ausiliari chimici
L’uso di alcuni ausiliari tessili può generare ingiallimento del capo. Ad esempio alcuni ammorbidenti cationici tendono ad ingiallire per l’azione del cloro presente nei detergenti di lavaggio o perfino nell’acqua dell’acquedotto. Anche alcuni candeggianti ottici, utilizzati per conferire un “super bianco” possono ossidarsi e quindi ingiallire per azione della luce solare oppure di condizioni di calore e umidità anomale.
Conclusioni
Riassumendo l’ingiallimento dei capi è principalmente dovuto all’invecchiamento delle fibre ad opera di luce, calore, umidità, alla presenza di gas inquinanti, e all’uso non corretto di alcuni ausiliari tessili. Le precauzioni da adottare in ogni stadio della vita di un capo fino al consumatore, e oltre, sono le seguenti:
- assicurare una condizione leggermente acida dei tessuti (pH 5.5 – 6.5)
- selezionare ammorbidenti e candeggianti ottici che siano resistenti all’ingiallimento
- evitare l’accumulo di gas di scarico negli ambienti di lavoro e di immagazzinamento dei capi
- utilizzare buste in plastica che non contengano antiossidanti fenolici, come il BHT
- evitare l’esposizione dei capi bianchi alla luce solare diretta.
Rivista Detergo Settembre 2015