La “Manutenzione”, ossia il mantenere un bene in buono stato, come ne recita la definizione, propone agli operatori del settore tessile un esercizio continuo. Infatti quando si parla di etichetta di manutenzione per capi di abbigliamento la situazione è tutt’altro che semplice.
stiro, candeggio, asciugatura a volte risulta complicato e non privo di potenziali situazioni che espongono a rischi: spesso scelte stilistiche mettono insieme materiali molto diversi tra loro, i fornitori di tessuto non sempre sviluppano le indicazioni di manutenzione con la cura e l’attenzione necessaria… insomma nulla è scontato.
La materia si complica quando si decide di fare uso della simbologia per comunicare con il consumatore. Quali simboli usare? Si deve indicarli tutti? Con quale ordine? Di fronte ad un mercato il più possibile mondiale, la domanda più importante oggi è sicuramente: verso quale paese vado ad esportare? Sì, proprio perché in funzione del mercato di esportazione si dovranno adottare criteri diversi.
In merito alla simbologia
Fino ad oggi sono 4 i principali sistemi grafici adottati ed in particolare quello europeo (di proprietà di Ginetex), quello Statunitense, quello Giapponese e quello Koreano.
Le differenze tra i diversi sistemi sono per lo più grafiche, non in tutti i sistemi si trovano rappresentate le medesime operazioni, in alcuni casi non vi è proprio corrispondenza.
Ecco quindi che spesso si rende necessario adottare più di una rappresentazione in etichetta per dare soddisfazione ai requisiti di ciascun paese.
L’esigenza di un mercato globale sta però cercando soluzioni di semplificazione. E’ proprio da leggere in questo senso la notizia recentissima (data 31 marzo 2015) data dall’agenzia giapponese CAA che ha approvato l’adozione di nuovi simboli di manutenzione del prodotto basati sulla normativa JIS L 0001 del 2014 (“Textiles – Care labeling code using symbols”) in sostituzione alla precedente JIS L 0217 del 1995.
Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore dal 1° dicembre 2016, ha lo scopo di armonizzare il sistema internazionale ISO in materia di etichettatura di manutenzione e comporterà di fatto l’adozione dei simboli europei Ginetex.
A partire dall’entrata in vigore della normativa, in Giappone sarà possibile commercializzare soltanto i prodotti dell’industria del tessile-abbigliamento che riportano i nuovi simboli di manutenzione all’interno della loro etichetta.
In merito all’obbligatorietà
Aspetto che risulta fondamentale è la conoscenza degli eventuali aspetti obbligatori, legati a questo argomento, che possono essere anche significativamente diversi da paese a paese. La situazione mondiale infatti anche sotto questo aspetto è tutt’altro che uniforme. Se poi si considera che il mancato rispetto di quanto previsto può tradursi nel blocco della merce o applicazioni di sanzioni, subito si comprende come l’argomento meriti, da parte delle aziende, i dovuti approfondimenti.
Si riporta a seguire, a titolo di esempio, una breve rappresentazione dello scenario in merito a questo requisito per alcuni paesi:
L’argomento manutenzione rimane sempre un aspetto attuale ed in evoluzione sia per quanto concerne la regolamentazione sia per gli aspetti tecnici legati all’uso di diversi materiali utilizzati (es. impiego sempre maggiore di tessuti tecnici che associano proprietà tradizionali dei tessili a quelle più innovative dei polimeri). Ma non solo. Anche la sensibilità del consumatore e la tendenza a ricercare soluzioni sempre più sostenibili per l’ambiente stanno apportando dei condizionamenti.
Basti pensare al recente marchio di Ginetex, il “clevercare”. I concetti in esso racchiusi sono raccomandazioni e consigli di buon senso (alcuni semplici, ereditati da generazioni appena passate). Il messaggio, “Come ridurre impatto climatico, fatica e denaro avendo cura dei tuoi capi di moda in maniera intelligente” mette in evidenza come anche il consumatore, anche se per altri aspetti, senta la necessità di valutare attentamente tutto ciò che la manutenzione comporta.
Ancora una volta la conoscenza degli aspetti cogenti e di quelli volontari (tecnici e di tendenza) possono tradursi per le aziende in opportunità per affrontare con sicurezza nuovi mercati e ricercare nuove strade di comunicazione e valorizzazione del proprio prodotto nei confronti di consumatori attenti agli aspetti legati all’ecosostenibilità.
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