“Fori sul tessuto dopo il lavaggio”
Un caso di studio speciale a EXPOdetergo International
di/by Carla Sperotto
Decisamente stimolante e proficua la presenza di Ritex, per la prima volta in qualità di espositore, a EXPOdetergo International. Quale partner di Detergo, Ritex ha goduto dell’opportunità di immergersi pienamente nella variegata realtà del processo della detergenza, sia industriale che professionale.
Molte le interessanti novità, in particolare quelle legate alle nuove tecnologie di wet cleaning, lavaggio e asciugatura, di capi delicati, ad esempio capi spalla in pura lana. Altrettanto interessanti le novità relative alla chimica del lavaggio, con particolare attenzione per la tecnologia ai siliconi in alternativa al classico percloroetilene, solvente destinato nel tempo ad essere sostituito per problematiche di nocività, o ai meno aggressivi ma poco utilizzati solventi a base di idrocarburi.
Particolare l’interesse dimostrato, sia in fiera che nel post fiera, per i servizi di Ritex da parte dei produttori, in particolare stranieri, di prodotti chimici e prodotti per la detergenza. Ed è proprio in questa direzione che Ritex può mettere in campo le risorse più qualificate, al fine di sviluppare protocolli flessibili e personalizzati per sostenere il business di chi formula nuovi prodotti, per una detergenza sempre più efficace ma anche più rispettosa del prodotto, dell’uomo e dell’ambiente.
Non da ultimo, molto stimolante il contatto con gli operatori delle pulitintolavanderie che spesso affrontano e/o subiscono problemi legati sia alla scarsa qualità del prodotti tessili sia a errori nell’etichettatura di manutenzione degli stessi.
Nel complesso quindi EXPOdetergo si è configurata come un’esperienza molto interessante, decisamente proficua e sicuramente da rifare.
Nel corso dei giorni milanesi dedicati al settore della lavanderia industriale e della pulitura a secco, si è avuta l’occasione di confrontarsi con molte aziende sia su aspetti tecnici sia in merito alle loro più diverse problematiche ed esigenze. A tale proposito abbiamo selezionato per la rivista di questo mese un caso studio legato ad una problematica molto sentita e che spesso incontra chi si occupa di detergenza industriale.
DESCRIZIONE DEL CASO
• COSA – Capi di abbigliamento da lavoro, t-shirt e pantaloni, in 100% cotone, colore bianco
• AZIONE SCATENANTE – Lavaggio professionale, a base di ipoclorito di sodio
• ANOMALIA: sui capi, integri prima del lavaggio, appaiono post-lavaggio buchi di dimensioni variabili e disposizione casuale.
LE INDAGINI DI LABORATORIO
STEP 1: ESAME AL MICROSCOPIO E SAGGIO DI REATTIVITA’ CHIMICA
Il saggio è in grado di mettere in evidenza se il cotone abbia subito una degradazione chimica da parte di un prodotto acido o altro danneggiamento chimico. A seguire le tipiche reazioni del cotone in base al suo stato di danneggiamento come appaiono al microscopio quando sottoposte al saggio di reattività.
RISULTATO: le fibre prelevate in corrispondenza delle rotture reagiscono positivamente al saggio della degradazione chimica mettendo così in evidenza l’origine chimica del danneggiamento sia sul pantalone che sulla maglietta.
STEP 2: DETERMINAZIONE DEL GRADO DI POLIMERIZZO – UNI 8282
Questa analisi è mirata a verificare lo stato complessivo di integrità o degradazione del tessuto di base.
RISULTATO: entrambi i tessuti mostrano valori di grado di polimerizzo più che buoni. Si è così assodato che i tessuti dei capi non soffrono di un problema diffuso: tale condizione si sarebbe potuta riscontare qualora il lavaggio professionale fosse all’origine del problema rilevando valori di DP notevolmente più bassi.
CONCLUSIONE
Ha seguito delle analisi eseguite si può affermare che i materiali non hanno subito una degradazione generale, come confermato dal valore di DP riscontrato: il cotone ha mostrato di essere integro dal punto di vista polimerico permettendo di escludere quindi ogni sorta di responsabilità da parte del lavaggio professionale.
Grazie agli esami al microscopio con reattivo specifico si può verificare che il cotone, in corrispondenza del difetto, ha subito una evidente degradazione chimica localizzata: è possibile pertanto attribuire la causa del difetto all’azione accidentale di un prodotto acido.
In sintesi si ritiene che la causa del difetto sia un inquinamento chimico localizzato di tipo acido, probabilmente verificatosi durante l’uso lavorativo dei capi stessi, e manifestatosi a seguito del trattamento di manutenzione.
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detergo – ottobre 2014