Che cos’è il wet cleaning? È un sistema di lavaggio professionale che permette di lavare in acqua i capi che normalmente si possono lavare solo a secco. Qual è l’efficacia di questo tipo di lavaggio? È un sistema di lavaggio che potremmo definire in competizione con il lavaggio a secco? Se effettuato secondo determinati criteri quali risultati può garantire? L’obiettivo di questo approfondimento è fare un bilancio tra virtù e limiti del wet cleaning. Un confronto tra fautori e detrattori, trasformando idealmente il reportage in una sorta di agorà nel quale si possa sviluppare il confronto a proposito di questa tecnica di lavaggio. Il confronto non può che riguardare i produttori di macchine per il lavaggio, per lo stiro professionale, ma anche i professionisti della detergenza, ambiti differenti che permettono di farsi un’idea e un’opinione più definita
Il wet cleaning è una tecnica indispensabile per l’industria del lavaggio, ci dice Marco Niccolini, General Sales and Mkt Director di RENZACCI. Noi della Renzacci lo stiamo dimostrando con la nostra linea ad acqua Oceano che innova e personalizza il tradizionale wet cleaning. In particolare con il sistema TECHSTREME si evita lo sbattimento meccanico dei capi dando un’azione idrodinamica al lavaggio di alto livello. Entriamo nei dettagli di ciò che significa wet cleaning. Il wet cleaning deve essere una tecnica di lavaggio ad acqua eseguita con macchine professionali e detergenti professionali. Il significato del termine wet cleaning non può di certo essere quello di sostituire il dry-cleaning. Queste due tecniche infatti si completano e non si elidono ed hanno funzioni, performance e specificità diverse. D’altra parte una tecnica non può nascere contro qualcosa ma nel caso a favore di qualcosa. È necessario spiegare a cosa serve ognuna di queste tecniche e quali sono i suoi vantaggi. Il wet cleaning in troppe lavanderie viene svolto, purtroppo, in modo non professionale, con lavatrici di uso domestico e con detergenti non adeguati.
E quale sarebbe in questo caso il valore aggiunto e la professionalità? Certamente il costo finanziario per acquisire un bene di investimento (nel lavaggio) non deve essere visto in termini assoluti ma in relazione alla qualità del servizio e della redditività che da esso l’imprenditore può ricavare che deve dare. Purtroppo dobbiamo sottolineare come le ricerche di mercato fatte presso i consumatori rilevino, in diversi casi questa assenza di professionalità e in panorama italiano in cui un’altissima percentuale delle famiglie ha una lavatrice, i consumatori si chiedono: “perché dobbiamo andare in lavanderia se gli strumenti e le tecniche utilizzate sono le stesse che ho a disposizione a casa mia”? Noi in Renzacci S.p.A. facciamo corsi di formazione nei nostri campus disseminati in Italia e fuori dall’Italia, per preparare gli operatori ad essere professionisti del lavaggio con la tecnica Oceano. Non è possibile distorcere le tecniche forzando il lavaggio ad acqua per lavare ciò che non si riesce a lavare in modo efficace. La vera direttrice è quella di riportare il lavaggio ad acqua nell’ambito della professionalità”.
A Paolo Fumagalli, Presidente dell’azienda PONY, chiediamo quali sono i punti di forza e di debolezza del wet cleaning considerando il punto di osservazione di un’azienda che si occupa di produrre macchine per lo stiro professionale. “Il wet cleaning diventa sempre più popolare come sistema di lavaggio pro- fessionale. Offre una pulizia profonda che ridona morbidezza e freschezza ai capi, ed è apprezzato per il suo impatto ambientale positivo, superando le resistenze iniziali legate alla stropicciatura e alle variazioni dimensionali del capo. Con l’evoluzione dei macchinari e dei prodotti per il wet cleaning, è ora possibile trattare con successo qualsiasi capo di abbigliamento, anche quelli confezionati con tessuti delicati come seta e lana. Indubbiamente la stiratura dei capi lavati ad acqua è molto più impegnativa e richiede, per essere produttiva e redditizia un approccio speciale, che prevede un’azione di tensionamento iniziale delicata ma decisa affidata integralmente alle macchine, per ridare forma, ridistendere le cuciture eliminando la stropicciatura del tessuto. Solo dopo questo ciclo eseguito con l’ausilio delle macchine è possibile per l’operatore terminare agevolmente, rapidamente e con successo la finitura del capo. Qualsiasi altra procedura di stiratura che non preveda l’utilizzo di queste macchine speciali (è definito infatti stiro meccanizzato) rischia di essere poco produttivo e non sostenibile nel bilancio della lavanderia”.
Quali sono gli “strumenti del mestiere” che possano tenere insieme qualità e produttività? “Per soddisfare queste esigenze, PONY ha lavorato incessantemente allo sviluppo di una gamma di manichini e topper dotati di dispositivi tensionanti sia verticali che orizzontali, progettati per garantire eccellenti risultati durante il processo di stiratura, con particolare attenzione all’ergonomia e al risparmio energetico”, così ci racconta Michele Plebani, Area Manager di Pony per il mercato italiano. Per capispalla e camicie, i modelli come il Formplus-S con tensionamento pneumatico, il manichino con tensionamento manuale MG con castello wet e il manichino 404, estremamente versatile e funzionale, garantiscono eccellenti risultati e si adattano a diversi livelli di produttività.
Per quanto riguarda il trattamento dei pantaloni, PONY offre una vasta gamma di topper, tra cui il modello MPT-DL, quello più venduto, che consente un tensionamento laterale del bacino e verticale della gamba per mantenere la forma originale del capo. Tutti i manichini e topper PONY sono dotati di microprocessori o PLC per un controllo digitale preciso delle funzioni e la possibilità di memorizzare cicli personalizzati per ottimizzare la produzione. La gamma di prodotti PONY include anche tavoli aspiranti e soffianti o presse, consigliati per ultimare il lavoro sui manichini e topper, così come attrezzature moderne ed ecologiche per la smacchiatura, generatori di vapore e innovativi sistemi di sanificazione ad ozono e vapore, che completano l’offerta di macchine per una stiratura di qualità e rispettosa dell’ambiente. Alta produttività, qualità di stiratura, personalizzazione dei cicli di lavoro e risparmio energetico sono i vantaggi che PONY offre per supportare l’evoluzione del wet cleaning nel presente e nel futuro”.
“Nella bilancia che vede su un piatto il lavaggio a secco (drycleaning) e sull’altro il lavaggio ad acqua (wet cleaning), l’ago della bilancia pende decisamente a favore di quest’ultimo”, sostiene Stenilio Morazzini, General Manager di MONTEGA. “Il percloroetilene, cioè il solvente di gran lunga più utilizzato nel lavaggio a secco, è senza mezzi termini un chemical da considerare nocivo per l’uomo e per l’ambiente. Oltre a questo, quello che pesa è sia la convenienza economica a vantaggio del Wet- Cleaning sia il grado di soddisfazione espresso dal cliente finale. Si veda infatti questa tabella con un calcolo di costi generali per mese (in dollari) attribuiti al dry cleaning vs wet-cleaning, calcolati su 4 lavanderie di piccole dimensioni passate dal lavaggio a secco al wet cleaning:
La riduzione di costi è considerevole. Sulle stesse lavanderie, un questionario di soddisfazione del cliente riporta la percentuale di clientela soddisfatta con il lavaggio a secco e poi dopo la transizione al wet cleaning: non ci sono differenze sostanziali.
Il Wet Cleaning Montega® è il trattamento che esalta la bellezza degli indumenti più pregiati lavando in maniera delicata ma efficace tutti quei capi che mal tollerano lavaggi tradizionali, e per i quali il lavaggio a secco sembrerebbe essere l’unica alternativa possibile. Maglieria fine o in fibre pregiate, capi preziosi e colorati con i nostri coloranti naturali Montedel Natural Dye trovano nel wet cleaning un efficace alleato per rimanere pieni nella loro bellezza e insieme puliti e profumati. Wet cleaning si traduce nella gamma di prodotti formulati nei nostri laboratori di Ricerca e Sviluppo e nelle ricette messe a punto nei nostri laboratori applicativi. Sono ricette studiate per conseguire il massimo risultato e che lavorano in sinergia con i prodotti che compongono la gamma. Partendo dai detergenti, sappiamo come trattare il valore che si indossa: H-Clemont Supra Nature per cotone e fibre sintetiche e HDeliplus Nature per fibre proteiche come il pregiatissimo cachemire.
E sappiamo come venire incontro alle richieste di sostenibilità e benessere che il mercato richiede: i profumi impiegati nella linea sono tutto anallergici e i tensioattivi sono selezionati fino a trovare il bilanciamento perfetto tra efficacia, delicatezza e compatibilità ambientale, a partire dall’impiego a basse temperature. Nel risciacquo finale H-Soft Nature impartisce una mano estremamente piacevole e, sempre con l’impiego di fragranze anallergiche, a lungo profumata, con il valore aggiunto di esaltare il colore originale del capo ed eliminare ogni carica elettrostatica che possa essersi formata durante il lavaggio. La linea wet cleaning si completa con soluzioni per problemi specifici come H-Montega Color Nature per prevenire il trasferimento di colore, H-Monten Additive Nature come pretrattante da applicare direttamente sulle macchie prima del lavaggio e H-Pret AP Aloe Nature per l’effetto ristrutturante e apprettante sui capi”, conclude Morazzini.
Incontriamo Marco Oleoni, Sales Manager Laundry di ELECTROLUX PROFESSIONAL. “L’esperienza che abbiamo maturato nel corso del tempo e l’innovazione che abbiamo messo in campo ci permette oggi di poter lavare gli indumenti destinati solo al lavaggio a secco anche con il wet cleaning, in tranquillità e con risultati molto simili a quelli ottenuti con il dry-cleaning sia in termini di non restringimento dei capi, sia di tenuta dei tessuti anche dopo ripetuti lavaggi. Il dry-cleaning ha sempre avuto un vantaggio nella velocità di esecuzione, tuttavia utilizza prodotti a base di solventi, percloro, idrocarburi, sensene, e dal punto di vista della qualità ambientale deve essere tenuto in considerazione. Il dry-cleaning prevede macchine impegnative dal punto di vista della manutenzione e richiede una gestione scrupolosa dei rifiuti.
I produttori delle lavatrici ad acqua si sono mossi per creare un’alternativa funzionale, credibile e che garantisca la soddisfazione del cliente. Perché il sistema possa funzionare bene è necessario fornire una formazione adeguata agli operatori e un ruolo rilevante è svolto anche dalla detergenza. Tutti i tipi di capi e tessuti, la maggior parte dei tipi di pelle e perfino le scarpe possono essere trattati con il nostro sistema wet cleaning lagoon Advanced Care in modo efficace e tutelando l’ambiente. Cosa avvalora ciò che sto affermando? Le certificazioni di enti esterni. Come Electrolux Professional abbiamo due tipi di certificazioni, quella della Woolmark, che sin dal 2004 utilizza le nostre lavatrici e i nostri essiccatoi nei loro laboratori approvando i nostri programmi per il lavaggio di capi in pura lana vergine con l’etichetta “solo lavaggio a secco”. Abbiamo poi la certificazione dell’ Hohenstein Institute che ha effettuato diverse prove comparative sui risultati sia di lagoon Advanced Care che del lavaggio con solventi sugli stessi capi delicati.
Dopo oltre 10 lavaggi sono stati valutati il colore, la resistenza del tessuto e la tenuta della dimensione: il risultato è che le tecniche sono comparabili in termini di risultato. Il lavaggio ad acqua ha un risultato migliore sulle macchie magre e sugli odori, mentre il lavaggio a secco ha dei vantaggi sulla rimozione delle macchie grasse per l’azione del solvente. In questi casi per procedere con il lavaggio ad acqua si deve agire presmacchiando prima di lavare il capo”. In termini di costi le due tecniche sono equivalenti? “Si, certo. Noi per wet cleaning utilizziamo una quantità minima di detergenza e anche il bagno d’acqua è inferiore a quello di qualche anno fa. L’azione meccanica delle tradizionali lavatrici ad acqua è sostituita sulla nostra lavatrice lagoon Advanced Care da un’azione idraulica tramite una tecnologia chiamata ProV’tex: tramite una pompa di ricircolo all’interno della lavatrice, la soluzione di lavaggio viene rilanciata dall’alto del cestello con un effetto doccia ultra delicato su ogni tipo di fibra e di tessuto.
Competenza, tecnologia, detergenza adeguata e formazione agli operatori di lavanderia sono i fattori chiave per il successo di un wet cleaning efficace. Ad esempio la formazione non viene fatta da un commerciale o da un tecnico installatore ma dal gestore di una lavanderia che utilizziamo come consulente formativo. Chi meglio e in modo più credibile può effettuare la formazione se non chi è in trincea (lavorativa) quotidianamente? La formatrice svolge una prima giornata di training e poi resta a disposizione degli operatori della lavanderia per qualsiasi chiarimento o consiglio assicurando la massima serenità in ogni fase della loro attività. Questo modello viene utilizzato da Electrolux Professional con la stessa formula e misura in tutti i paesi del mondo”, conclude Oleoni.
“Il wet cleaning e il dry-cleaning sono in una certa misura due tecniche complementari, perché determinati capi (con un determinato sporco) se lavati solo ad acqua dovrebbero essere sottoposti a troppi pretrattamenti. Ciò da un lato sarebbe antieconomico e dall’altro sarebbe incompatibile con la riduzione dei consumi”, esordisce così Corinna Mapelli, Comproprietaria di TREVIL, azienda che si occupa di produrre macchine per lo stiro. “Alcuni pulitintori procedono con il lavaggio a secco prima e poi con quello ad acqua, in modo che in prima battuta venga rimosso lo sporco più ostico e poi con l’acqua si conferisca al capo una profumazione e una freschezza diversa. In questo modo il risultato è impeccabile”.
Invece, per quanto riguarda i riflessi del wet cleaning sullo stiro professionale?
“Per lo stiro, un capo lavato ad acqua è senza dubbio più sfidante di un capo lavato a secco. Il lavaggio a secco non stropiccia il capo trattato, rimangono solitamente le pieghe dell’indossatura. Se prendiamo un pantalone o una giacca lavati a secco vedremo solamente le pieghe sul gomito, quelle dietro il ginocchio e nell’area del cavallo. Il capo lavato ad acqua è oggettivamente più sciupato, con le cuciture che si sono ritirate e grinze diffuse per tutto l’indumento. Il capo lavato ad acqua ha naturalmente necessità di un consistente trattamento stiro. Lo stiro automatizzato garantisce allo stesso tempo la performance e la produttività. I manichini tensionati nascono con l’obiettivo di stirare il capo in modo da ripristinare la forma originaria, senza perdite di tempo”.
In termini generali in quale “stato di salute” è il wet cleaning? “Ci sono alcune regolamentazioni in determinati Paesi molto stringenti che costringono necessariamente ad orientarsi obtorto collo verso il wet cleaning. Ci sono situazioni più ibride in cui le norme ambientali sono meno rigorose e in cui le due tecniche si contaminano. Siamo di fronte ad un cambio di mentalità che si sta facendo largo soprattutto tra i giovani, per cui se il lavaggio si effettua con un solvente che dal punto di vista ambientale è nocivo, il consumatore assumerà decisioni diverse. I produttori del lavaggio a secco ne sono consapevoli e da alcuni anni si stanno interrogando sul rendere il dry-cleaning sempre più rispettoso per l’ambiente e la a stessa cosa vale per i produttori della detergenza”.
Il mercato del wet cleaning è in crescita. Una crescita costante che emerge dai dati relativi alle installazioni effettuate. Come GRANDIMPIANTI, ci dice Gabriele Giotto, Sales and Product Manager dell’azienda, riscontriamo molta attenzione per il trattamento in acqua dei capi delicati. La differenza rispetto al passato è che il lavaggio ad acqua in relazione alla giusta detergenza, al programma di lavaggio e di asciugatura, sta riscuotendo un ottimo successo. Siamo largamente presenti nel settore dei maglifici nel quale i laboratori italiani rappresentano un’assoluta eccellenza; fino a qualche anno fa nessuno avrebbe pensato di vedere una così larga diffusione dell’uso dei trattamenti ad acqua. La tecnica di trattamento dei delicati noi la interpretiamo in modo sistemico, vale a dire lavatrice programmabile, detergenza adeguata e asciugatura effettuata a regola d’arte, intesa come processo di rimozione dell’acqua dai capi.
Nelle tintolavanderie poi, stiamo notando una consolidata tendenza all’installazione delle macchine per wet cleaning in affiancamento ad una macchina a secco. Quale valore aggiunto hanno le vostre macchine wet cleaning? Le nostre apparecchiature sono versatili in relazione all’utilizzo che l’operatore di lavanderia voglia farne. L’operatore con la sua esperienza e professionalità deve potere utilizzare le macchine secondo i suoi obiettivi. In altre parole, la macchina è uno strumento funzionale all’operatore. Un’altra caratteristica che contraddistingue la nostra offerta è l’unicità del controllo Wavy tra lavatrice ed essiccatoio. È, infatti, comune trovare lavatrici con molti programmi ed un controllo evoluto a fianco di essiccatoi per così dire più limitati e con funzioni più basiche. Per noi sia la lavatrice sia l’essiccatoio sono modulabili e versatili con una molteplicità di programmi e perfetta simbiosi, il che vuol dire stesse icone e stesse descrizioni sia sulla lavatrice che sull’essiccatoio.
Aggiungerei, inoltre, che le nostre macchine sono davvero semplici ed intuitive nell’utilizzo. Un altro aspetto peculiare per le lavatrici è relativo al carico, l’utente per ogni programma di lavaggio può impostare il rapporto di carico più opportuno, in modo da mantenere un livello di azione meccanica adeguato ed ottimale in rapporto alla sensibilità del tessuto che si deve trattare. Il rapporto di carico lo imposta liberamente l’utilizzatore in relazione anche ai consigli dei produttori di detergenza. L’utilizzo delle nostre apparecchiature risponde sempre più al criterio del “one touch and go”, ovvero non è necessario che l’operatore si trasformi in una sorta di alchimista davanti alla macchina. È la macchina che si deve adattare al giusto utilizzo ed alla volontà dell’operatore, e non viceversa. Tutte le nostre macchine per utilizzo Gentlewash®, così si chiama il wet cleaning in Grandimpianti, condividono lo stesso approccio. Una gamma che va dagli 8 Kg fino ai 60 kg di carico e ciò vale per le lavatrici come per gli essiccatoi” conclude Giotto.
“Le significative modifiche che hanno interessato la detergenza professionale nel corso dell’ultimo decennio, certamente condizionate da un abbigliamento sempre più informale anche nei luoghi di lavoro, recano come maggiore conseguenza lo spostamento degli investimenti verso il lavaggio in acqua con l’obiettivo di raggiungere risultati sempre migliori, così esordisce Marco Vaccari, co-titolare della SURFCHIMICA e responsabile Export e Ricerca, azienda che si occupa di detergenza sia per il lavaggio a secco che per il lavaggio ad acqua. In questa ottica si inquadra lo sviluppo del wet cleaning, il cui perfezionamento ci ha portati a creare il Sistema Aquafactor®. Per ottenere il risultato previsto con questo sistema, è necessario utilizzare prodotti specifici contenenti una sostanza fibro-protettiva. Questo tipo di prodotti riduce le proprietà idrofile delle fibre naturali prevenendo la penetrazione dell’acqua nelle stesse ed evitando così il restringimento.
L’uso di uno specifico agente finissante fibro-protettivo concentrato è consigliabile anche perché, grazie alla sua azione, i capi giungono alla centrifuga finale con un bassissimo contenuto di acqua e quindi sono più preparati a subire l’azione asciugante dell’essiccatoio. Con il Sistema Aquafactor® è possibile pulire in acqua una percentuale notevole di abbigliamento, tra cui: seta, lana, cotone, lino, viscosa, abbigliamento sportivo in microfibra, giacche a vento, impermeabili e tutti gli indumenti col contrassegno “lavabile in acqua” sull’ etichetta, nonché capi in pelle e scamosciati. Il wet cleaning rinnova la fibra ridando al capo il suo aspetto originale e consente di coniugare una pulizia eccellente con morbidezza e freschezza. I risultati ottenuti ne fanno non un’alternativa, ma un ottimo affiancamento ai moderni sistemi di lavaggio a secco.
“Il wet cleaning è un processo di trattamento tessuti che parte dalla smacchiatura e si conclude con lo stiro. Da diversi anni il wet cleaning si è affermato come trattamento d’eccellenza per i capi delicati, in particolare capi di abbigliamento, ed è un’alternativa all’uso dei solventi chimici che impongono alle lavanderie specifiche regole di ingaggio in termini di installazione ed operatività”, ne parliamo con Carlo Miotto, CEO di IMESA azienda produttrice di macchine per il lavaggio ad acqua. “Attraverso il wet cleaning, inoltre, si ottimizza l’uso della lavatrice ad acqua che viene impiegata sia per abiti che per biancheria, si riducono i costi per i macchinari e si riduce l’impatto sull’ambiente”.
Come si propone IMESA al mercato? “Innanzitutto, con lavatrici SERIE LM di ultima generazione che consentono la massima personalizzazione dei cicli di lavaggio attraverso l’interfaccia digitale IM11 ed equipaggiate con accelerometro per monitorare in tempo reale i movimenti del gruppo di lavaggio costituito da tamburo e serbatoio. Ecco che un’unica lavatrice può soddisfare molteplici esigenze di lavaggio attraverso cicli personalizzati in ogni singolo parametro: fasi, tempo, temperatura, acqua, velocità di centrifuga, quantità detergenti. La versatilità della lavatrice permette alla lavanderia di affrontare diversi trattamenti senza il bisogno di un numero eccessivo di attrezzature, risparmiando quindi sui costi di acquisto macchinari e di gestione. Il lavaggio ad acqua, un tempo impensabile per alcune tipologie di tessuti, protegge la fibra dall’infeltrimento e dalla deformazione, agisce con delicatezza senza stressare i capi ma allo stesso tempo pulisce e rimuove le macchie e garantisce un attento controllo dei consumi di acqua e di energia.
La combinazione lavatrice (meccanica) e detergenti (chimica) è vincente nel momento in cui si conosce a fondo il processo di lavaggio e si è in grado di calibrare perfettamente ogni singolo ciclo. Per questo motivo IMESA è a disposizione dei suoi clienti per una consultazione personalizzata. Il wet cleaning però non è fatto di sola acqua, ma anche di aria e vapore nelle fasi di asciugatura e stiro sagomato. L’ offerta di IMESA si completa con la linea ES essiccatoi rotativi, programmabili e completi di controllo della velocità di asciugatura e con una linea di macchine per lo stiro tensionato degli indumenti, specifica per la finitura dei capi lavati ad acqua. Il wet cleaning IMESA è delicato, efficace ma soprattutto rispettoso delle fibre e dell’ambiente”.
“Il wet cleaning è una tecnica essenziale, particolarmente rilevante per il lavaggio di indumenti delicati nelle case di riposo. Da oltre vent’anni, noi come ÈCOSÌ, sottolinea Antonio Ciccarella, Responsabile di Divisione Laundry dell’azienda che produce detergenti, utilizziamo prodotti specifici, delicati e altamente efficienti, senza necessariamente etichettarli come wet cleaning. Sappiamo che l’obiettivo di una lavanderia professionale, o interna a una casa di riposo, è raggiungere lo scarto zero. Il nostro approccio dimostra che il wet cleaning può essere realizzato con prodotti tradizionali a costi ridotti, utilizzando sistemi di lavaggio appositamente progettati e testati. Questo metodo assicura pulizia, cura dei tessuti, sostenibilità economica ed ambientale.
Il vero segreto del successo del wet cleaning risiede nella combinazione di detergenti biodegradabili e tecnologie di lavaggio avanzate, che permettono un controllo preciso di temperatura, umidità e movimenti meccanici. Questo garantisce una pulizia delicata ed efficace anche per tessuti pregiati come lana, seta e cachemire. L’uso dei nostri detergenti limita l’esposizione a sostanze chimiche nocive, migliorando la qualità dell’aria nelle lavanderie e creando un ambiente di lavoro più sano. Questo è particolarmente importante nelle case di riposo, dove la salute e il benessere degli ospiti e del personale sono prioritari. Nonostante i suoi vantaggi, il wet cleaning non è ancora diffuso quanto il lavaggio a secco tradizionale, principalmente a causa dei costi iniziali delle attrezzature e della necessità di formazione specifica. Tuttavia, la crescente domanda di soluzioni ecologiche sta spingendo sempre più lavanderie ad adottare questa tecnologia di lavaggio”, conclude Ciccarella.
“In un periodo di attenta riduzione dell’inquinamento e dei costi, BRENTARENO ha cercato delle soluzioni alternative al lavaggio a secco tradizionale, che potessero garantire ed aumentare le performance di lavaggio, tenendo sempre alta l’asticella dell’ecologia, e riducendo al contempo anche l’investimento economico dei clienti, ci racconta Marzio Klos, Direttore Commerciale dell’azienda. Grazie a questo ideale Brentareno per prima, ha supportato e aiutato la nascita di nuove tipologie di lavanderie tradizionali denominate non più lavanderie a secco, ma lavanderie wet cleaning. Passare dal lavaggio a solventi a “secco” al lavaggio in acqua “wet cleaning” porta con sé innumerevoli vantaggi. In un’epoca in cui anche il vestito classico è diventato sempre più “tecnico”, con l’utilizzo sempre più frequente di nuovi tessuti sintetici o misti, il lavaggio tradizionale con solventi può essere rischioso.
Con l’utilizzo della tecnologia Wet-Cleaning, connubio attentamente studiato tra: macchinari altamente performanti e super centrifuganti, programmi sapientemente creati e calibrati ed ovviamente l’abbinamento di prodotti detergenti appositamente studiati, permette di lavare con maggiore qualità e minor rischio i api in acqua con risultati eccezionali. Questi risultati inoltre, non va dimenticato, sono raggiunti pensando all’ecologia, e facendo a meno di prodotti chimici come per esempio il percloroetilene, sostanze chimiche che possono essere pericolose per gli operatori del settore e per l’ambiente. Il lavaggio in acqua, oltre che a garantire un altissimo livello di igiene (ricordiamo che, il trattamento wet cleaning è molto più efficace nel rimuovere le macchine magre (come sudore, polvere e urina) e le macchine colorate come caffè, tè o grasso.
Inoltre consente anche di eliminare tutti gli odori che fino a prima con il lavaggio tradizionale, rimanevano nei capi (come odore di sudore, urina, ecc…). La pulizia e l’igiene sono garantiti, grazie ai prodotti antibatterici che Brentareno propone ai propri clienti, che oltre ad igienizzare i capi, permettono di sanificare i macchinari a fine ciclo. Un trattamento talmente efficacie da garantire un abbattimento del 99,9 % dei batteri. I vantaggi si concretizzano anche in una significativa riduzione dei costi, che rispetto al lavaggio a secco, permettono una riduzione di costi fino al 40%, a beneficio della marginalità”.•
di Marzio Nava
DETERGO Magazine # Giugno 2024