Parola di Gerardo Delli Bovi che, investendo da anni nella pulizia di calzature e borse, si appresta ad allargare da un piccolo paese lombardo al mondo intero il raggio d’azione della sua D.B.G. Grazie a una macchina fatta apposta per rendere la pelle come nuova
Talento da osservatore.
Gerardo Delli Bovi, che già ce lo aveva di suo, lo ha acuito in tanti anni di lavoro.
Indispensabile tenerne conto oggi che, con la sua D.B.G., questo quarantanovenne spigliato e intuitivo, come è nella norma per chi nasce dalle parti di Salerno, si appresta a lanciare sul mercato una macchina destinata a sfondare grazie a una particolare funzione: quella non solo di lavare scarpe, ma di farle tornare come nuove. Una delle grandi sfide della lavanderia dei nostri giorni.
Per capire come si può vincerla, occorre tornare al 1997, quando Gerardo Delli Bovi inizia a fare il fattorino per un laboratorio di lavanderia, che lo incarica di ritirare dalle tintorie certi capi non facilmente lavabili: trapunte, tappeti, indumenti in pelle, piumoni.
Tre anni gli bastano per mettersi in proprio. E aprire il deposito dove ritira di persona i capi da lavare, decidendo, in base all’esperienza maturata, a quali laboratori affidarli. “Perché – spiega lo stesso Delli Bovi – avevo visto che c’erano quelli indicati per i piumoni, quelli che sapevano come pulire le coperte di lana, quelli attrezzati per i capi in pelle”.
Solo che, si sa, il cliente è per sua natura incontentabile. “Giustamente esige sempre di più quanto a tempi, servizio, rifiniture – chiarisce Delli Bovi – e così, a un certo punto, sulla base di un’esperienza ormai ricca e prolungata nel tempo, decido di fare il grande salto”.
E il grande salto, compiuto sul finire del 2008, si chiama D.B.G. Service. Che significa non solo il bel capannone rilevato a Sedriano, in provincia di Milano. Vuol dire, soprattutto, qualità di impresa. “Semplicemente perché – chiarisce Gerardo – tanti anni di lavoro per conto terzi mi avevano aperto gli occhi sulle dinamiche del mercato, nonché sulle sue carenze. A cominciare dalla tendenza al risparmio dei grandi laboratori che, per lavare certi capi come piumoni o giacche in pelle, si limitavano al minimo, preferendo detergenti neutri con i quali agire in superficie, senza pulire in profondità”.
“E invece – continua il titolare della D.B.G. – per questi capi la strada giusta è solo quella della qualità. Io l’ho seguita tramite scelte ben precise, per cui ho iniziato a utilizzare i saponi migliori, a praticare sequenze di lavaggi, a ricorrere ad additivi sanificanti, a impiegare neutralizzanti per compensare l’azione dei detergenti, e a dosare acqua addolcita o calda al punto giusto, a seconda dei capi da lavare”.
Profetiche scelte, quelle di Delli Bovi. Nate dall’avere intuito che il mercato della lavanderia a secco era nel pieno di grandi trasformazioni, poi sviluppatesi negli anni successivi, e tuttora in corso. Uno dei principali cambiamenti riguarda la grande moltiplicazione dei servizi richiesti dall’utenza, che oggi non va più in lavanderia, come succedeva una volta, con sacchi pieni di vestiti di ogni foggia e tessuto. Ci va con meno capi e, nello stesso tempo, per ognuno di quei capi avrà facilmente delle richieste specifiche. Per il semplice motivo che, ai nostri giorni, alla lavanderia si richiede non solo di lavare un bene, ma anche di prolungarne l’esistenza e, se serve, di rifarlo come nuovo.
Nel frattempo, la vocazione a osservare continua a ispirare le scelte giuste. “Qualche anno fa – conferma il titolare della D.B.G. – mi accorgo che cresce nei clienti il bisogno di dare lunga vita alle proprie scarpe, soprattutto se sono belle e sono pure costate una fortuna. Lo stesso vale per le borse che, come tutti sanno, sono per le donne una specie di prolungamento della loro anima, tanto che da certe borse non si separerebbero mai. Nonostante intorno a me colga molto scetticismo, decido perciò di investire nel lavaggio delle scarpe e delle borse”.
A dare una mano importante in questo percorso concorre un’azienda di qualità come la Renzacci, che fornisce alla D.B.G. una macchina a idrocarburi, perfetta per ottimizzare il lavaggio a secco con rendimenti qualitativi, nonché ecologici, di gran lunga superiori a quelli delle macchine a percloroetilene.
Gli esiti di quella scommessa sono clamorosi. Non solo se si guarda al presente dell’azienda, in cui dal lavaggio scarpe e borse discende circa il 40% del fatturato. Ma anche se si considera l’immediato futuro. Ovvero la nascita di una nuova società, la In Pro (che sta per Innovative Project), e il conseguente lancio di una nuova macchina, appositamente progettata e realizzata per il lavaggio delle scarpe. “Si tratta di un prototipo – rivela Delli Bovi – appositamente ideato per le calzature, che in lavatrice hanno bisogno di un trattamento ben diverso rispetto ai vestiti, a cominciare da una maggiore “termoretraibilità”, e da movimenti ben diversi all’interno della centrifuga”.
I primi risultati, annunciati dalle tante scarpe pronte e splendenti “come nuove” all’interno della D.B.G., si vedranno già durante l’estate, nel corso di prime dimostrazioni che prepareranno il terreno alla grande ribalta di EXPOdetergo International. Dopodiché i piani aziendali sono chiari, e hanno un solo nome: “estero”. Esportando la macchina con appositi workshop per insegnarne l’uso.
Se Gerardo Delli Bovi assicura che il terreno è pronto, si può solo credergli. Anche quando ti rivela che “è stata l’esperienza sul campo a guidarci in questa scelta. A farci capire che il mercato ha solo bisogno di questa nuova macchina”.
Talento da osservatore.