IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO — Atelier del Pulito, quanti fans E’ la forza del passaparola “globale”

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A Vicenza, sfruttando intensivamente le risorse di un mondo perennemente “connesso”, una tipica lavanderia a conduzione familiare, oltre a essere punto di riferimento nel proprio quartiere, lavora con enti pubblici e offre i più svariati servizi a domicilio   

Lavanderia sotto casa, ma connessa con il mondo intero.

Comoda e “globale”.

Accessibile sia da chi fa cento metri a piedi per raggiungerla, sia da chi la può scegliere da un’altra città, convinto a contattarla dal suo elevatissimo, ed esauriente, livello di interattività.

IMG_1918Le tre parole magiche che chiariscono di cosa stiamo parlando sono “Atelier del pulito”. Digitatele su Google come in Facebook, e il risultato sarà sempre lo stesso, perché così si chiama, Atelier del Pulito, la lavanderia gestita da Sante Simone Frigo e Francesca Gonella al civico 5/7 di via Bachelet, a Vicenza. Assieme nella vita e nel lavoro, questi due artigiani della lavanderia possono raccontarvi da un autorevole punto di vista tre lustri di storia del settore, visto che la loro avventura inizia nel 2001.

Quattordici anni dopo, l’apparenza è quella data dai pochi, funzionali e puliti metri quadrati di un tipico “negozio di quartiere”, ed è un’apparenza che non inganna, perché proprio qui, nell’orario continuato fissato fra le 8 e le 19 di ogni giorno feriale, entrano giovani single, mature madri di famiglia e intraprendenti pensionati. Ognuno con i propri capi da farsi riconsegnare come nuovi, che siano camicie, coperte, piumini, tovagliato, maglioni di lana pregiata. Tutti clienti accomunati da due bisogni: tempi rapidi e spesa accessibile. Diversamente non è dato, in un terzo millennio in cui si tende a valutare l’”uscita” dalle nostre tasche di ogni
IMG_1908singolo centesimo.

Ma la forza dirompente e creativa dell’Atelier del Pulito non si ferma a questa sua bella facciata, visibile dai clienti di tutti i giorni. C’è ben altro che, sintetizzato in una sola parola, si chiama “lavoro”. Ovvero quella continua e appassionata dedizione alla causa che consente ai due titolari dell’Atelier del Pulito di essere indispensabili non solo nel proprio quartiere, ma anche in abitazioni, aziende e locali pubblici di un territorio ben più vasto.

Siamo nell’anno 2015 – spiega Sante Simone Frigo – e uno dei punti di forza di questa nostra epoca risiede in una capacità sempre più diffusa e multiforme di comunicare. Se mi limito a farlo con chi abita in questo quartiere, posso anche fornire i migliori servizi di lavanderia del mondo, ma molto presto mi toccherebbe chiudere a causa di un mercato troppo limitato. E’ finita da un pezzo l’età d’oro della famiglia media che capitava ogni settimana in negozio con un bel po’ di guardaroba da lavare: oggi, bene che vada, si portano tre camicie”.

“Per contro – continua Francesca Gonella – esistono, anche per piccole imprese di tipo familiare come questa, opportunità fino all’altro giorno sconos20141031_112043ciute, legate in particolare a un’utilizzazione intensiva e sempre aggiornata della comunicazione via web. Ci vuole molta dedizione alla causa, ovvio
, perché occorre destinare a internet una parte non secondaria della propria attività quotidiana, ma i risultati poi arrivano, e del più vario genere: si monitorano le tendenze del mercato, si apprende in tempo reale di nuove gare d’appalto, si colgono gli umori del pubblico in tema di mode, comportamenti, budget familiari. Girano le centrifughe, e nello stesso tempo il mondo entra nel computer aziendale”.
E si connette talmente bene con il mondo, il computer dell’Atelier del Pulito, da generare il più libero, imprevedibile e sicuro fra gli effetti. “Passaparola” è il suo nome, che notoriamente significa diffusione quanto mai ramificata di una qualità aziendale legata a servizi e prodotti. I numeri parlano chiaro: 360mila visualizzazioni su Google Plus, oltre a una media di 300 visite settimanali alla pagina di Facebook. Parte da qui una catalizzazione a largo spettro che riguarda le più diverse fasce di mercato. “Funziona per il cliente giovane – conferma Sante – sempre alla ricerca sul web di dove gli conviene far lavare le proprie camicie sulla base di un preciso rapporto qualità-prezzo, ma attira anche il privato abbiente, che ha bisogno di far venire il lavandaio nella propria casa perché si occupi in loco dei suoi pregiati tappeti, o dei suoi voluminosi tendaggi”.

20140911_115129Internet si rivela così “guida” irrinunciabile anche per una lavanderia di quartiere a gestione familiare. “Vale anche per captare le tendenze di mercato – precisa Francesca – perché è il web a rivelarmi sia l’avvento di tessuti caratterizzati da una forte idrorepellenza, sia quali nuovi prodotti dovrò utilizzare per trattarli nel migliore dei modi”.
Un’altra preziosa fonte di dati da attingere in rete riguarda le gare d’appalto del sistema pubblico, negli ultimi tempi divenute più appetibili da parte dei privati a causa della crisi ormai deflagrata a vari livelli in un sistema cooperativistico tutto da rivedere. “In tutto il 2014 abbiamo potuto concorrere a una decina di gare – racconta Sante – mentre, solo negli ultimi mesi, sono state venti quelle di cui ci è pervenuta notizia”.

divise2Parole che ribadiscono la necessità per un’impresa come l’Atelier del Pulito di servire anche aziende, che esse siano farmacie e ristoranti o colossi pubblici tipo le Ferrovie di Stato, tramite una commessa riguardante l’arsenale di Vicenza, o Valore Ambiente, ex municipalizzata che si occupa di rifiuti urbani. “Certo, più di stare sul pezzo anche quindici ore al giorno, non possiamo fare – raccontano Sante e Francesca – ma, finché la tassazione pesa per il 75% sul bilancio aziendale, diventa improponibile ogni assunzione di personale con cui far decollare ulteriormente l’impresa”.

Tutto vero, ma non sono certo le cosiddette “difficoltà” a frenare una perfetta “macchina aziendale” come l’Atelier del Pulito. Meglio intenderle come “sfide”. Da vincere.immaginecopertina

Rivista Detergo Ottobre 2015