FIERE — TEXCARE 2016 Grandi nomi e ignoti comprimari sul palcoscenico di Francoforte

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1 foto Documento2-001La fiera tedesca della lavanderia è corsa su due binari paralleli: la sfida globale fra i colossi multinazionali e le più sconosciute imprese di aziende piccole e medie. Con molte soddisfazioni per i brand del Made in Italy

Nel cuore rovente del deserto del Kavir, in Iran, si trova una grande e antica città, Yasd, la cui celebrità è dovuta a varie meraviglie. Su tutte, la fiamma che arte e volteggi incessantemente dal 470, all’interno del Tempio del Fuoco, dove tuttora si radunano e pregano i fedeli del mazdeismo, la millenaria religione fondata dal profeta Zoroastro, noto anche come Zarathustra.

A Yasd, Iran, ha sede la Negin Pazirik Isatis, azienda che ha trasfuso in imponenti macchine di lavanderia le più antiche conoscenze in merito alla pulizia dei tappeti persiani. All’interno di Texcare 2016, fiera mondiale della manutenzione del tessile, fissata dall’11 al 15 giugno a Francoforte, lo stand H68 della Negin Pazirik Isatis è fra i più piccoli, e risulterebbe anche fra i meno appariscenti, se non fosse per le immagini che rimandano a questi drappi tessili di magnetica bellezza. A gestirlo è del personale che colpisce per la silente discrezione, ma anche per la totale mancanza di una qualsiasi iniziativa di richiamo rivolta ai visitatori: nessuna traccia di dimostrazioni, cocktail delle 17, modelle orientali agghindate con costumi da “Mille e una notte”. Tutti accorgimenti osservati altrove, ma non nello stand H68, dove il pensiero ispiratore parte essere semplicemente quello di evocare, con un paio di fotografie, non solo il fascino, ma anche il business legato ai commerci di tappeti persiani, notoriamente lucrosissimi. Come dire: “Hai visto di cosa si tratta?”.

2222DETERGO_Luglio2016-001Tanto da farci indovinare quanti e quali altri in cinque giorni di fiera lo avranno degnato di più di uno sguardo, fra gli addetti ai lavori che affollano la kermesse: imprenditori, rivenditori, importatori, artigiani, inventori dalle tasche gonfie di brevetti. Chi meglio di un iraniano del Kavir sa adeguare a una variante di lavatrice, appositamente concepita e realizzata per l’uso, un’arte che dirama le sue radici fino al sesto secolo avanti Cristo? Domanda che può risuonare nella mente di quanti, fra una Beverly Hills dello star system e una Mosca dei petrolieri, passando per un Dubai popolato da sceicchi, opera in mercati opulenti, dove il tessile pregiato movimenta affari milionari. A Francoforte, sede di Texcare 2016, una risposta dotata di credenziali qualificanti, sul lavaggio dei tappeti persiani, è dunque possibile, così come a innumerevoli, altri quesiti, tipo: qual è la macchina ultimo grido nel lavaggio delle scarpe? Inizia a fiorire una lavanderia appositamente pensata per gli animali domestici e il loro “guardaroba”? Verso quali orizzonti vanno ampliandosi, in termini di servizi, gli obbiettivi delle catene self service?

Nulla pari al catalogo degli interrogativi possibili dà ragione di una fiera. Manifestazione di quell’”abbondanza”, di dimensioni e di finalità, dove gli stessi colossi, individuabili di primo acchito a causa della vistosità dei loro stand, sanno di esistere, e di essere leader, solo perché operanti all’interno di un indotto dove – per ora – sono ancora previsti i piccoli e i piccolissimi comprimari, obbligati a farsi largo a colpi di genio, e meglio se in stretta connessione con il marketing. Come a Texcare sanno fare i Farinelli, ovvero papà Luciano, professione inventore, e figlio Pietro, professione direttore commerciale, capaci di sfruttare i decentratissimi spazi del mini-stand riservato alla loro azienda di famiglia, la Bieffe di Villa Fastiggi, provincia di Pesaro, per illustrare a vari “buyers” di ogni parte del mondo le tecnologiche virtù del loro brevettato Scarpavapor, generatore che, utilizzando vapore e ozono, pulisce, igienizza e rende come nuovo un qualsiasi paio di scarpe.

Sono i prodigi di un resiliente Made in Italy come questo a rendere ancora necessaria la presenza fisica dell’operatore di settore a una fiera di tal fatta. Che, se in un futuro da molti oggi preconizzato – e non solo nella lavanderia – dovesse limitare la propria scena ai giganti multinazionali, potrebbe paradossalmente confinare il proprio spettacolo al solo ambito virtuale, invitando un pubblico dotato di apposite credenziali informatiche a “visitare” una Texcare del 2028 organizzata, per un certo numero di giorni, all’interno di un sistema interattivo protetto, con cui connettersi in tempo reale da Kuala Lumpur, come da Oslo o Chicago.

Restando all’attualità, Texcare 2016 si farà ricordare per vari flash scattati durante il suo svolgimento, teso verso un futuro ancora indecifrabile. Ne mettiamo in fila tre di fondamentali.

114DETERGO_Luglio2016-001Le corazzate del Made in Italy – Che a Francoforte dimostrano di continuare a navigare con il vento in poppa. Sia per quanto riguarda il lavaggio a secco, dove si registra fra l’altro una tenuta secondo alcuni sorprendente del percloroetilene accanto ai solventi naturali di nuova generazione, sia nel settore storico dello stiro, dove a tutti i livelli i brand italiani continuano a essere leader nel mercato, in termini di qualità di modelli e volumi di export.

Il campionato delle “Big” – Così, ispirandoci al mondo del calcio, possiamo definire il confronto fra i colossi del settore “lavanderia industriale”, aziende i cui stand tendono a rappresentarsi come mondi conchiusi, dal design ispirato a modelli visuali ben precisi: il camping della spagnola Girbau, la skyline metropolitana della danese Jensen, la nave galleggiante sopra le onde della normalità evocata dalla tedesca Kannegiesser. Sono “village” al cui interno si colgono segnali lanciati dai tre brand multinazionali: Girbau verso mercati di nicchia rappresentati dal self service destinato agli animali domestici; Jensen in direzione di modelli di sostenibilità avanzata, come fa capire il nuovo tunnel universale basto sul continuo riciclo interno di acqua ed energia; Kannegiesser nel segno di una Smart Laundry intesa come sistema dove far interagire alla perfezione flussi di materiali e di informazioni.

La filosofia “Touch” – Cavalcata per prima dalla trevigiana Imesa dei fratelli Miotto, è una variante a misura di lavanderia del linguaggio universale “Touch Screen” introdotto dai cellulari di nuova generazione. Un modello che, quanto ad accessibilità e funzionalità, sta rivelandosi vincente nella grande sfida globale dei sistemi gestionali, grazie a cui automatizzare anche i processi più complessi, risparmiando in costo del lavoro e consumi energetici.

A questi sono da aggiungere tutti i flash con cui ogni visitatore ha fermato qualcosa di Texcare 2016. Per capire i più importanti, non resta che affidarsi al mercato. Che ce lo dirà presto.

I numeri di Texcare

Come riferito da un comunicato ufficiale della Fiera di Francoforte, Texcare International 2016 ha chiuso i battenti dopo aver dato il benvenuto al 10% in più di visitatori internazionali. Complessivamente il numero dei visitatori commerciali è rimasto stabile; dei 15.700 visitatori (nel 2012 furono 15650 da 101 paesi) quasi 9000 (nel 2012 8045) sono giunti a Francoforte da fuori Germania. Ciò significa che i visitatori internazionali compongono il 57% del totale. I visitatori sono giunti a Texcare International da 112 paesi, per scoprire i prodotti e le novità più recenti agli stand dell’esposizione. Dopo la Germania, le nazioni da cui è giunto il maggior numero di visitatori sono Italia, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Regno Unito, Svizzera, Danimarca, Austria e Polonia. Da fuori Europa, gli Stati Uniti, Giappone, Australia, gli Emirati Arabi Uniti, Cina e India sono le nazioni che hanno registrato il maggior numero di visitatori a questa fiera della cura del tessile. Complessivamente, la percentuale dei visitatori internazionali extra-europei è salita dal 15 al 22%, con crescite significative per i visitatori provenienti da Argentina e Kazakhstan.

Nei cinque giorni di Texcare, 319 espositori da 28 paesi (nel 2012: 262 espositori da 26 paesi) – oltre il 20% in più rispetto a quattro anni fa – hanno presentato le loro soluzioni e innovazioni high-tech per lavanderie, lavasecco, e fornitori di servizi per il tessile.

 

di Stefano Ferrio

 

RIVISTA DETERGO LUGLIO/AGOSTO 2016