«Da un legno così storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire nulla di perfettamente dritto». Partiamo da questo aforisma del noto filosofo Immanuel Kant, per dire che l’uomo non è perfetto, tantomeno la società e il mondo in cui siamo immersi. Spesso siamo circondati da orrori e nefandezze. Come si può definire il riacutizzarsi dell’eterno conflitto nella Striscia di Gaza? Un disastro umanitario in primo luogo che avrà ripercussioni economiche e commerciali che si rifletteranno non solo in quella porzione di territorio. Lo scontro non è solo Hamas/Israele, perché Hamas è contro i Palestinesi in primis, contro Israele, e anche contro l’occidente, la modernità, il progresso e le leggi del mercato.
Il conflitto ha un perimetro più ampio. Gli Accordi di Abramo del 2020 tra Israele e Emirati Arabi Uniti (e Stati Uniti) hanno generato nella regione un grande dinamismo economico, ma oggi alla luce dell’inasprirsi del conflitto Israele/Gaza che ne sarà dei rapporti economici, politici e commerciali? E cosa succederà in Arabia Saudita perennemente in bilico tra tradizione e modernità? La situazione in Arabia Saudita suscita interesse e curiosità. L’Arabia Saudita sta vivendo un momento di mutamenti significativi con un boom della travel industry internazionale. Il 2022 si è chiuso con 93,5 milioni di visitatori e un incremento del 121% rispetto al periodo pre-pandemico.
L’Arabia Saudita è oggi la più grande opportunità di business per chi opera nel turismo ed è per questo che da qualche anno il Paese ha creato un vero e proprio volano per l’economia dell’intrattenimento. Eventi mondiali come la Formula 1, Mdlbeast, Riyadh Season. Anche l’attenzione al calcio giocato si sta spostando verso l’Arabia Saudita: che cosa ci fanno campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Karim Benzema, Neymar, Firmino, Sadio Mané, Mahrez, Milinkovic-Savic, nel campionato saudita? L’economia saudita si smarca dalla dipendenza del petrolio? La risposta non può che essere affermativa. Il turismo è il nuovo petrolio nell’immaginario della monarchia Saudita.
Nell’ambito di Vision 2030, il progetto di rinnovamento economico e sociale del Paese lanciato dal principe ereditario Mohammed bin Salman, Riad sta portando a termine un piano di sviluppo turistico senza precedenti. Sfruttamento turistico di 180 chilometri di costa sul Mar Rosso, nella parte nord occidentale del Paese. Un’area vastissima incontaminata con 50 isole, spiagge bianche e vulcani dormienti. Una mutazione genetica. Nel 2019 per la prima volta nella storia saudita, venne stabilito che i visti per l’accesso al regno sarebbero stati rilasciati anche ai turisti, che avrebbero potuto fare domanda online e ottenerli nel giro di dieci minuti.
Se si considera che il greggio saudita si esaurirà nell’arco di qualche generazione, si capisce perché la famiglia reale abbia deciso di investire parte dei profitti di Aramco, la compagnia nazionale di idrocarburi, per garantire il futuro del regno quando il mondo non acquisterà più petrolio, ma idrogeno e batterie al litio per auto. Quanta vivacità sull’altra sponda del Mar Rosso… Il riacutizzarsi della conflittualità Medio orientale avrà ripercussioni su tutto questo?
di Marzio Nava
DETERGO Magazine # Novembre 2023