EDITORIALE — I tempi di pagamento della Pa tra luci e ombre

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Marzio Nava – Direttore Responsabile

Molte nostre aziende della manutenzione tessile, soprattutto coloro che lavorano con la sanità pubblica, si trovano davanti all’assillo di dovere affrontare periodicamente i tempi sfibranti ed eccessivamente diluiti dei pagamenti da parte della Pa.

Ma una luce si vede all’orizzonte, forse. Il 10 novembre 2019 il Ministero dell’economia ha diffuso sul proprio sito internet dei dati su tempi e modalità dei pagamenti piuttosto eloquenti.

Ma una luce si vede all’orizzonte, forse. Il 10 novembre 2019 il Ministero dell’economia ha diffuso sul proprio sito internet dei dati su tempi e modalità dei pagamenti piuttosto eloquenti.

Aumenta il ritmo dei pagamenti della Pubblica amministrazione e anche la loro entità. In base agli ultimi dati della Ragioneria, i tempi medi sono passati dai 71 giorni del 2015 ai 54 per le fatture emesse nel 2018. Quattro giorni in meno rispetto all’anno precedente ma sempre 24 in più rispetto a quanto prevede la legge (30 giorni, 60 per il SSN). La riduzione è più consistente per le “aziende” del Servizio sanitario nazionale (da 22 giorni del 2015 ai tre del 2018), più contenuta, e sotto la media nazionale, per le amministrazioni centrali e gli enti locali.

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, nel 2018 l’80% degli importi fatturati è stato regolarmente saldato, in tempi migliori rispetto agli anni passati.

Per passare alla geografia italiana dei pagamenti, le regioni più “virtuose” sono risultate essere la Toscana, la Lombardia e il Friuli-Venezia Giulia, che hanno saldato mediamente le fatture entro 20 giorni dall’emissione.

Maglia nera alla Basilicata, che ha superato un tempo di pagamento ponderato di tre mesi, con 73 giorni di ritardo. Un abisso tra una regione e l’altra.

Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Sommessamente mi limito a ricordare che queste regole sono in vigore dal 26 maggio 2019 (Legge Europea 2018), che cerca di porre rimedio ad una serie di procedure di infrazione avviate da Bruxelles contro l’Italia per il mancato o il non completo rispetto della normativa comunitaria in materia di tempi di pagamento e appalti. È inoltre previsto, simmetricamente, l’inserimento di apposite penali contrattuali per il caso di ritardo dell’appaltatore nell’esecuzione del contratto di appalto, fino ad un 10 per cento del valore netto dell’appalto. Quest’ultima possibilità nella prassi concreta risulta assai difficile dall’essere applicata in quanto tra Pa e impresa c’è un’evidente asimmetria negoziale. È possibile attivare da parte del privato una procedura di infrazione, per mancato rispetto dei pagamenti, nei confronti degli Enti pubblici e dello Stato?

Al di là della domanda retorica per questa fine d’anno ho farcito l’editoriale, anziché delle golosità natalizie, di dati, percentuali e previsioni. Agli operatori che hanno dimestichezza con i tempi e i modi di pagamento della Pa lascio – oltre agli immancabili auguri di buone feste – la valutazione dei dati sulla base della loro esperienza che è ciò che vale di più.

DETERGO  dicembre 2019