Editoriale — Detergo, l’informazione “tecnica” tra storia e futuro

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Per prendere confidenza con il nuovo contesto lavorativo ed entrare in sintonia con il mercato della manutenzione tessile mi sono messo curiosamente a spulciare i grossi volumi dell’archivio di Detergo. L’atto di nascita della  rivista è il 1952 e l’indicazione dell’anno di fondazione era incorniciato fino a pochi mesi fa nella “D” del brand (oggi si trova, invece, sotto l’intestazione della rivista) posto come vessillo e orgoglio di una gloriosa storia. Anno straordinario il 1952, anno in cui sale al trono in Inghilterra Elisabetta II, Principessa di York inaugurando dopo quella vittoriana, per il Regno Unito un’altra era storica destinata a durare più di qualsiasi altra. Ma il ’52 è anche l’anno in cui entra in vigore il trattato istitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) che segnerà il viatico verso la nascita della più organica e compiuta Comunità europea qualche anno dopo e che oggi segna dolorosamente il passo manifestando una palese difficoltà di  rinnovamento. Sfogliando ciascun volume dell’archivio si ripercorre la storia, scandita da molte tappe, in cui l’evoluzione verso il progresso si respira e si evince in ogni pagina. Balzano all’occhio macchinari affascinanti per il lavaggio e lo stiro che sanciscono l’epopea di un “settore” e che hanno dato una spinta e un contributo unico all’industria del made in Italy e a quello che  venne definito enfaticamente il “miracolo economico”.
Risaltano poi nella carta ingiallita dei volumi l’ampia diffusione degli idrocarburi clorurati usati per la pulitura a secco: la trielina (tricloroetilene) e il “tetra” (tetracloruro di carbonio) che negli anni hanno lasciato il passo al più “duttile” lavaggio con percloro (percloroetilene) ampiamente utilizzato ancora oggi e solo in una piccolissima parte sostituito dai solventi naturali.
Anni fecondi (gli anni ’50) in cui l’impulso alla crescita coincise con la ricostruzione post bellica e con la spinta data negli anni precedenti dal piano Marshall.
Si erano poste così le basi di una crescita economica spettacolare, il cui culmine si raggiunse nel 1960, i cui effetti continuarono sino alla fine degli anni sessanta e trasformarono il Belpaese da Paese sottosviluppato, dall’economia principalmente agricola, ad una potenza economica mondiale. I tassi di incremento del reddito raggiunsero valori da primato oscillando dal 6% al 7%.
Valori tali da ricevere il plauso dello stesso presidente statunitense John F. Kennedy in una celebre cena col presidente della Repubblica italiana Antonio Segni.
Questa grande espansione economica fu determinata  in primo luogo dallo sfruttamento delle opportunità che venivano dalla favorevole congiuntura internazionale ma anche dall’intraprendenza e dalla lungimirante abilità degli imprenditori italiani. Tassi di crescita, che per quanto riguarda l’Europa, e in particolare l’Italia di oggi si sono persi purtroppo nella notte dei tempi. Ma torniamo alla realtà odierna e alla nostra pubblicazione.
È il respiro della storia della rivista (che abbiamo sinteticamente ripercorso), la motivazione e la passione per questo lavoro che ci incoraggia ad immaginare un prodotto editoriale che oltre a capitalizzare ciò che di buono è stato fatto ci spinga a ripensarlo, a migliorarlo e ad ancorarlo all’evoluzione dei tempi.
Un ruolo importante dovrà avere lo sviluppo del canale digitale, sia in termini di contenuti sia in termini di fruibilità dell’informazione in quanto rappresenta un evidente valore aggiunto per tutti gli attori economici e in particolare gli operatori della manutenzione tessile.
Una rivista tecnica come la nostra deve entrare necessariamente in totale osmosi con i soci, i lettori e gli abbonati, insomma con tutto il mercato di riferimento, cercando di leggere e interpretare i bisogni ma anche di raccontare le tante eccellenze e professionalità che ci sono in questo variegato e dinamico settore di mercato.
Cercheremo di realizzare una rivista a “supporto dell’operatore di settore” che sappia guardare in faccia la realtà esprimendo sempre una valutazione libera e disincantata, depurata da ogni preconcetto ideologico.
Ringrazio in particolare il direttore uscente Stefano Ferrio per il lavoro svolto, tutta la redazione per la professionalità e l’ottima accoglienza che mi hanno riservato, l’Associazione Fornitori Aziende  Manutenzione dei Tessili ed Expo Detergo per la fiducia che mi è stata accordata.
Buona lettura a tutti!

Marzio Nava

Detergo Rivista Aprile 2019