Parliamo di depurazione delle acque reflue. L’ambito di attività è quello dei laboratori di lavanderia e delle lavanderie industriali. Chi conosce il lavorio, i processi e le tecniche di intervento della depurazione delle acque sa benissimo che le soluzioni standard stanno lasciando il posto a soluzioni modellate sulle esigenze del cliente, in quanto i bisogni sono molteplici e variegati e le misure d’intervento sempre più raramente possono essere preconfezionate. La parola d’ordine è personalizzazione. Ma quali sono le tecniche d’intervento più utilizzate per la depurazione delle acque? Qual è la tecnologia più utilizzata? Come garantire l’efficienza dell’impianto e in particolare il servizio di manutenzione post vendita? Gli enti pubblici richiedono il rispetto di parametri sempre più rigorosi in linea con i requisiti della transizione ecologica e del Green Deal a cui tutti gli operatori di mercato e in particolare della lavanderia sono tenuti ad attenersi
“La depurazione che si utilizza in modo specifico per il trattamento delle acque di scarico delle lavanderie industriali, ci dice Giovanni Pio, responsabile tecnico commerciale di DEPUR PADANA ACQUE, è quella di tipo biologico che si basa sull’attività di una biomassa composta da microorganismi di vario tipo (principalmente batteri, ma non solo) i quali, letteralmente, si nutrono dei contaminanti che sono presenti nei reflui metabolizzandoli e trasformandoli in altre sostanze non più inquinanti per l’ambiente. Da oltre 10 anni a questa parte gli interventi con impianti biologici avvengono anche tramite utilizzo della tecnologia “M.B.R.” (Membrane Bio Reactors), ovvero con innovativi sistemi di depurazione che adoperano delle speciali membrane di ultrafiltrazione per la separazione tra il fango attivo e l’acqua depurata. Sono interventi molto performanti sia per le elevate rese epurative sia per il fatto che permettono di ridurre in modo consistente gli spazi occupati dall’impianto, con particolare riferimento al volume delle vasche, che è sempre stato il vero e proprio Tallone d’Achille degli impianti biologici tradizionali.
Inoltre, gli impianti MBR consentono di operare per il riciclo delle acque che rappresenta una parte essenziale dell’intero processo di depurazione. Va precisato che questa tecnologia può essere applicata anche ad impianti già esistenti nell’ambito ad esempio di un intervento di upgrade tecnologico o per aumentarne la potenzialità (fino a raddoppiarla) senza richiedere la costruzione di nuove vasche. Gli impianti biologici sono molto affidabili, in quanto in grado di garantire una depurazione costante nel tempo con ridotti costi di gestione, ciò grazie anche alla necessaria manutenzione programmata. La direzione di marcia è comunque chiara e inequivocabile, la posta in gioco è il riutilizzo dell’acqua depurata per il lavaggio della biancheria. L’impianto per arrivare a questo risultato deve essere corredato e supportato con delle apparecchiature integrative che permettono di tenere sotto controllo (anche da remoto) l’intera filiera del processo e poter recuperare l’acqua in misura molto rilevante. Il nostro punto di forza è essere presenti sul mercato della depurazione da oltre quarant’anni con una posizione crescente e consolidata, e siamo in grado, oltre a fornire l’impianto, anche di garantire un’assistenza puntuale post-vendita su tutto il territorio nazionale (isole comprese). Ciò costituisce per noi un importante valore aggiunto oltreché un impegno fondamentale verso i nostri clienti, in quanto anche gli impianti devono essere mantenuti in piena efficienza per avere garantito il risultato atteso”, conclude Giovanni Pio.
Come ÉCOSÌ vi occupate principalmente di detergenza e metodi di lavaggio, invece, quali sono i vostri interventi nell’ambito della depurazione delle acque reflue? Lo chiediamo ad Antonio Ciccarella, responsabile della divisione Laundry. “Da circa quindici anni Écosi’ ha sviluppato un impianto per il trattamento di acque reflue e anche di riutilizzo delle stesse attraverso un sistema di trattamento chimico che permette di eliminare le sostanze “sporche ed esogene”. Per mezzo dei tensioattivi l’acqua residua ha un forte potere pulente. Quest’acqua siamo in grado di riutilizzarla al 100%. Il ruolo chimico è importante e in questo modo la riutilizzabilità dell’acqua è totale. Con questa tecnica, al momento, siamo riusciti a trattare fino a due mila litri di acqua quotidianamente. In una lavanderia nostra cliente in Emilia – con quattro lavacentrifughe e quindi di dimensioni consistenti – vengono trattati circa 10 quintali di biancheria giornalmente con circa 5.000 litri di acqua al giorno. Noi riusciamo a riutilizzarne come detto 2.000 litri. È chiaro che durante il trattamento una piccola parte di acqua viene dispersa con fanghi e asciugatura e quindi circa il 10% di acqua deve essere reintegrato. A questo cliente gli enti preposti gli avevano intimato di installare un impianto di depurazione a breve termine in quanto contrariamente avrebbe dovuto sospendere l’attività. Gli abbiamo proposto un progetto personalizzato e in otto settimane ci siamo materializzati in lavanderia con l’impianto permettendogli di continuare a lavorare”.
Ma in che cosa consiste il trattamento chimico?
“Il trattamento chimico consiste i una reazione di ossido-riduzione avanzata trattando il refluo (acqua di scarico del lavaggio) con additivi chimici in grado di degradare le sostanze inquinanti. Si tratta di una reazione di Fenton, una ossido riduzione che prevede l’aggiunta di acqua ossigenata e solfato ferroso che reagendo producono radicali liberi in grado di ossidare e degradare le sostanze inquinanti. Quello che avviene poi è la flocculazione del fango per mezzo di agenti flocculanti che permetto la separazione della parte degradata rispetto all’acqua che è possibile riutilizzare. Il fango viene separato per filtrazione e fatto essiccare, mentre l’acqua filtrata viene accumulata e riutilizzata nel ciclo di lavaggio dei tessuti. Dal lato della detergenza stiamo lavorando su composti sempre più biodegradabili. Quasi tutti i nostri prodotti utilizzano tensioattivi di origine vegetale e ciò conferisce ai prodotti la biodegradabilità. Quindi la nostra attenzione all’ecologia è quella sia di cercare di riutilizzare l’acqua riducendone o addirittura eliminandone gli scarti, sia rendendo biodegradabili i detergenti”.
Per ITALHYDRO incontriamo Luca Dal Lago, titolare e responsabile tecnico dell’azienda di Thiene nei pressi di Vicenza. “Nella visione della lavanderia industriale moderna il recupero dell’acqua è ormai un elemento centrale, tutti i nostri sistemi di depurazione vengono progettati e dimensionati attorno a questa opportunità. Lavoriamo prevalentemente con le lavanderie industriali e oltre il 40% del nostro fatturato è sui sistemi di recupero, anche per chi è già dotato di impianto di depurazione e decide di effettuare un upgrade per il riutilizzo dell’acqua. L’acqua di recupero ha qualità chimico/fisiche e qualitative superiori a quella di rete migliorando gli standard del lavaggio”.
Quali tecniche di intervento utilizzate?
“Le scelte, sono customizzate in relazione alle specifiche tecnico/ ambientali ed agli spazi disponibili per i dimensionamenti. I sistemi a membrana, a depurazione biologica, sistemi a taglio molecolare, sistemi a ultrafiltrazione sono nel nostro DNA. Grazie all’esperienza maturata abbiamo sviluppato softwares in grado di monitorare ed intervenire in remoto sull’ andamento impianto, allarmi, lavaggi, risolvendo e prevenendo problematiche un tempo bloccanti”.
Intervenite solo in Italia o anche all’estero? “Come azienda lavoriamo in Italia per il 70%, altre nostre aree di intervento sono i Balcani e i Paesi del mediterraneo. In Italia ci sono aree territoriali in cui la siccità e i costi dell’acqua sono a spingere le aziende a massimizzare il suo riutilizzo. La scarsità di acqua di alcune zone impone alle autorità di procedere con i razionamenti al settore industriale dovendo per garantire l’accessibilità prioritaria per scopi turistici/civili. Nelle isole greche c’è un problema sia di reperibilità, sia di qualità dell’acqua e sono necessari trattamenti importanti”.
Ci sono altri motivi per cui è necessaria la depurazione?
“Oltre ai noti obblighi normativi, non sono trascurabili i forti aumenti da parte dei gestori territoriali e l’aspetto etico. Garantire “sostenibilità” con efficienza, riutilizzo nel trattamento delle acque offre la possibilità di penetrare nel mercato più facilmente, non solo nel settore ospedaliero, con la pubblica amministrazione o con grandi marchi dove orami sono requisiti obbligatori”.
Qual è il vostro approccio al cliente?
“Studio e analisi per modellare un intervento personalizzato. Utilizziamo molti rilevatori di informazioni, webcam e sistemi di sorveglianza anche su dispositivi mobili. Tutti i nostri impianti sono strutturati per essere monitorati costantemente da remoto e ciò ci permette nel caso di problematiche di effettuare analisi capillari e offrire assistenza puntuale. Nell’ambito della ricerca e sviluppo, il livello di recupero d’acqua ha raggiunto risultati molto buoni (oltre il 70%), quindi, stiamo focalizzando l’attenzione sull’ottimizzazione del risparmio energetico puntando all’auto sostenibilità mantenendo il calore dell’acqua di recupero”.
Incontriamo Franco Fodaroni, titolare e responsabile tecnico di WTP, azienda di Città di Castello in provincia di Perugia.
Cosa significa l’acronimo WTP?
“WTP, acronimo di Water Treatment Process, rappresenta oltre trent’anni di passione e competenza nel settore del trattamento delle acque. Fin dalle prime fasi di ogni progetto, WTP offre una consulenza personalizzata, basata su studi accurati di caratterizzazione delle acque, guidati da un team di tecnici altamente specializzati. Ogni impianto è una soluzione su misura, progettata per soddisfare le esigenze specifiche di ogni cliente”.
Concretamente come intervenite a supporto del cliente?
“L’impegno di WTP non si ferma alla progettazione. Offriamo un supporto completo che va oltre la manutenzione, comprendendo la gestione continua degli impianti. Grazie a tecnologie innovative, monitoriamo gli impianti da remoto, garantendo la massima efficienza nella depurazione delle acque. Un laboratorio interno, con tecnici dedicati, assicura che ogni impianto funzioni al meglio, garantendo una depurazione ottimale. Nel mercato delle lavanderie industriali, ci distinguiamo per la capacità di fornire impianti su misura, in grado di soddisfare ogni necessità, sia per il rispetto dei limiti di scarico, sia per il riutilizzo delle acque di processo”.
Quali tecniche o soluzioni di intervento privilegiate?
“Le nostre soluzioni spaziano dagli impianti chimico-fisici a quelli biologici a fanghi attivi (tradizionali ed MBR), fino a includere processi di finissaggio finale con tecnologie come l’Osmosi Inversa e l’Ultrafiltrazione, ecc”.
Nel recente passato ma anche attualmente ci sono incentivi pubblici a supporto di chi vuole investire in tecnologia e rispetto per l’ambiente. Cosa ne pensate e come vi approcciate al cliente?
“I nostri impianti sono conformi alle caratteristiche richieste dagli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0, garantendo così ai nostri clienti l’accesso ai benefici fiscali e contributivi. Inoltre, siamo già al lavoro per rendere i nostri impianti conformi anche ai requisiti della nuovissima Industria 5.0, con un focus su automazione avanzata, sostenibilità e integrazione uomo-macchina. Oltre alla progettazione e costruzione, offriamo un’assistenza post-vendita completa, che copre ogni aspetto tecnico, burocratico e operativo”.
Per quale motivo nell’ultimo periodo c’è un’attenzione particolare alla depurazione?
“Negli ultimi anni, l’attenzione verso la depurazione delle acque è aumentata notevolmente per diverse ragioni. Prima di tutto, c’è una crescente consapevolezza sull’importanza di preservare le risorse idriche, non solo per motivi ambientali, ma anche per garantire la sostenibilità a lungo termine delle attività industriali, comprese le lavanderie industriali. La gestione efficiente delle acque e la loro depurazione sono diventate essenziali per ridurre l’impatto ambientale e per ottimizzare il riutilizzo delle acque di processo, minimizzando gli sprechi. Inoltre, l’introduzione di normative sempre più stringenti e l’incentivazione da parte di programmi come il Piano Industria 4.0 hanno reso cruciale per le aziende dotarsi di impianti di depurazione conformi agli standard più elevati. Questo non solo per ottenere i benefici fiscali associati, ma anche per migliorare l’efficienza operativa e garantire la conformità ai limiti di scarico imposti dalla legge. A tutto ciò si aggiunge l’emergente Industria 5.0, che enfatizza l’integrazione di tecnologie avanzate e la sostenibilità, spingendo le aziende a innovare continuamente i propri impianti di trattamento delle acque per restare al passo con i nuovi requisiti. La depurazione, quindi, non è più vista solo come una necessità operativa, ma come un investimento strategico per il futuro, in grado di migliorare la competitività delle aziende, proteggendo al contempo l’ambiente”. •
di Marzio Nava
DETERGO Magazine # Settembre 2024