COVER STORY — Quando Dublino si fermò per il manichino della Barbanti

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Clienti di tutto il mondo non si perdono un modello delle macchine per lo stiro prodotte dall’azienda familiare di Mirandola. C’è chi in Germania le colleziona tutte, nominandole come imperatori di una dinastia, e chi, in Irlanda, fa bloccare il traffico per sollevarne una al terzo piano. Una “febbre” solo aumentata dopo che l’attuale superstar, il 484, possiede la tecnologica “magia” di far lavorare l’operatore al fresco mentre la macchina produce un calore di 20 gradi sopra la media

copertina

Quel giorno a Dublino il traffico si fermò per far salire un 483 al terzo piano.

Se ci mettete davanti un “Sapete bambini che”, diventa pari pari l’inizio di una favola, dove 483 non è un robot come il C1-P8 di Guerre Stellari, ma poco ci manca. Si tratta infatti di un manichino per lo stiro che, nelle sembianze, a sua volta conserva qualcosa di simile alla figura umana.

Il bello è che non in una fiaba, ma nella realtà, quel giorno, nella capitale dell’Eire, il traffico si fermò per davvero. Potenza della Barbanti, azienda familiare che produce macchine per lo stiro, non a caso sorta nella stessa cittadina dove, nel XV secolo, ebbe i natali un Pico della Mirandola passato alla storia per un genio matematico e mnemonico senza pari.

Evidentemente, l’aria che si respira a Mirandola, provincia di Modena, favorisce i prodigi inventivi legati al calcolo e alla tecnologia. Come si scoprì in quella lavanderia di Dublino i cui proprietari, da buoni irlandesi pronti a tutto pur di realizzare un’idea in cui credono, non badarono a spese e a permessi allo scopo di portarsi in azienda un 483.

L’importante era che si trattasse di quel manichino della Barbanti, divenuto famoso nel mondo perché in grado di stirare perfettamente camicie sia asciutte che bagnate. E di farlo, abbinando alta produttività oraria ed elevato risparmio energetico. Un connubio virtuoso che da solo sarebbe bastato, senza parlare di tutte le altre meraviglie inserite nella macchina, a cominciare da un efficientissimo recupero di calore, per convincere quei “dubliners” a ottenere tutti i permessi che ci volevano per bloccare il traffico della capitale. Cosa  puntualmente avvenuta il tempo necessario a scaricare il manichino, per poi sollevarlo con l’argano all’esterno del palazzo, fino ad arrivare al terzo piano del centro commerciale in cui si trova la lavanderia.

dublinoIl giorno che incontri in azienda Carlo Barbanti e i suoi figli Angela e Roberto, scopri che la loro storia è piena di altre favole a lieto fine. Vale per il 483, nonché per il suo successore 484, superstar a EXPOdetergo International 2014 e attuale mattatore in un mercato dove, da oltre vent’anni, lo stiro delle camice ha in questo stabilimento della più florida Emilia uno dei suoi fulcri riconosciuti.

D’altra parte, è così sin dagli anni ’50. Parliamo di quando l’artigiano meccanico Ilario Barbanti, stufo di ricevere nella propria officina ferri da stiro i cui cordoni continuano a rompersi a causa di un’usura troppo rapida, costruisce il prototipo di una macchina rivoluzionaria, battezzata “coppia”. Foto coppia.jpg Il nome è dovuto ai due ferri riscaldati elettricamente su un piano inclinato, in modo che l’operatore possa alternarli finché a turno si raffreddano, con la possibilità a quel punto di metterli a riposo utilizzando l’altro tornato fumante.

Coppia“Questo di mio padre fu un successo che fece epoca – racconta Carlo, assieme alla moglie Renata, da sempre al suo fianco in fabbrica – per cui quando, nel 1975, ho preso in mano l’attività, avevo di fronte un esempio illuminante da cui prendere slancio”. Più che uno slancio, è un autentico volo quello compiuto dal signor Carlo per far entrare la sua azienda fra i principali brand mondiali dello stiro, settore in cui l’Italia è da sempre leader. Ne sono la prova le immagini dei vari modelli, allineati come figurine in album-depliant che raccontano visivamente la lunga marcia finora compiuta, con ogni premessa per continuare, dall’azienda modenese.

Il bello è che, si parli del pionieristico manichino Maxi 90, utile trent’anni fa per iniziare a uscire dall’Italia, o delle più avveniristiche varianti del 484, vale sempre la lezione impartita da nonno Ilario con la sua “coppia”. Ovvero sfondare nel mercato grazie a una mission d’impresa che parte dal risolvere problemi pratici, adattando di volta in volta i modelli alle necessità dei clienti, nonché alle condizioni in cui operano maxi90.jpg da un punto di vista produttivo, ambientale, legislativo.

Maxi90 copiaChe sia sul tavolo della progettazione, o direttamente sul campo, per un’azienda come Barbanti è fondamentale essere sempre un passo avanti. Così è stato fino agli anni ’90, quando la fabbrica produceva macchine per conto di un colosso tedesco, e ancora di più dopo, quando ha iniziato a correre con le proprie gambe.

In modo efficace se solo pensiamo che un modello come il 435, ottimizzando il connubio tra facilità d’uso e all’alta produttività, garantisce a una lavanderia industriale di Berlino di asciugare e stirare un milione e 800mila camice all’anno, con risparmio economico pari a 80mila euro.

“Il risultato è che noi amiamo trovare sempre soluzioni innovative ed essere l’avanguardia del mercato, migliorandoci continuamente – spiega Carlo Barbanti – perché solo in questo modo, magari sorprendendo i clienti, posizioniamo il nostro marchio a livelli di costante eccellenza”.

484 linea del tempoLa parabola del 484, ultimo gioiello dell’azienda, è in tal senso esemplare, perfettamente sintetizzata nella foto a infrarossi che Angela Barbanti tira fuori dal cassetto spiegandoci che “come si vede dai colori corrispondenti a determinate temperature, l’operatore lavora al fresco anche se a contatto con una macchina che stira a venti gradi di calore più della media, garantendo quindi risultati ottimali.  Come questo succeda è un nostro segreto, maturato dopo infiniti test di laboratorio”.

danni terremotoDa qui si capisce che se i Barbanti sono costantemente proiettati in avanti, abituati a essere in lotta con il tempo, hanno come ritorno un premio impagabile che fa di nome fidelizzazione. Come succede per i collezionisti di auto che non si fanno scappare una Lamborghini, così molti clienti, sparsi per il mondo, attendono quasi con ansia l’uscita di un nuovo modello Barbanti e non solo nella categoria dei manichini stira-camice, ma anche per quanto riguarda presse, topper, tavoli e ogni tipo di articolo che rientra nell’indotto dello stiro. “Uno degli imprenditori più legati alla nostra azienda – rivela Roberto Barbanti – è un tedesco che cambia nome a ogni modello di stiracamicie, e usa in progressione Carlo terzo, quarto, quinto…, attribuendo a mio padre che li ha creati il ruolo di un imperatore dello stiro”.

nuovo stabilimentoLa vocazione alla fuga in avanti è tale che non l’ha incrinata nemmeno il terremoto del 2012, abbattutosi in modo catastrofico su Mirandola. Anzi, sulle macerie di una fabbrica divenuta all’improvviso inutilizzabile,   i Barbanti hanno ricostruito tutto in pochi mesi, delocalizzando nel frattempo la produzione in un capannone a Sala Bolognese. Lì hanno continuato a uscire prodotti finiti e pronti per il mercato dopo appena un mese dall’accaduto. “Tanto che – rivela Carlo Barbanti – dei clienti sono venuti a trovarci, per vedere climome era stato possibile. E’ stata una situazione drammatica, ma alla fine ne siamo usciti rafforzati, più consapevoli di quanto prezioso è il tempo che la vita ci dona”.

 

COMPANY

La Barbanti è un’azienda  familiare  con  oltre 40 anni di esperienza consolidata, nella progettazione e produzione di impianti per lo stiro industriale. La gamma completa che spazia dai generatori di vapore  ai tavoli da stiro, topper, presse,  manichini generici e specifici, è  in grado di soddisfare tutte le esigenze del mercato. Punti di forza sono  sicuramente la flessibilità produttiva, lo sviluppo di nuovi progetti, la ricerca e prototipazione di nuove soluzioni tecniche, operando in stretta partnership con il cliente. La continua ricerca ed innovazione tecnologica hanno portato all’ottenimento di numerosi brevetti nazionali ed internazionali, permettendo alla azienda di rivendicare una posizione sempre più importante nel settore. Nel corso degli anni la Barbanti ha continuato nel rafforzamento dei valori sui quali ha costruito la propria reputazione: qualità, affidabilità ed innovazione tecnologica, allargando ulteriormente i propri confini commerciali in tutto il mondo. Il principale obbiettivo  dell’azienda  è diventare un vero partner dei propri  clienti mettendo a disposizione l’ esperienza l’alta tecnologia e l’elevato standard qualitativo per offrire un servizio completo e personalizzato. Attualmente la Barbanti opera in uno stabile di oltre 5.000 mq,  con annessa una sala mostra completa di tutti i macchinari a disposizione dei clienti per effettuare prove e test per poter scegliere il prodotto più indicato alle proprie esigenze.

 

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BARBANTI S.r.l.

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I – 41037 MIRANDOLA MO

Tel./Ph +39 0535 20023 Fax +39 0535 26274

Email: barbanti@barbanti.it

www.barbanti.it

 

di Stefano Ferrio

Rivista Detergo Gennaio 2016