COVER STORY — Barbanti, macchine per lo stiro di puro genio “Made in Italy”

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Talmente apprezzate e ammirate che nel mondo si è ormai formata una “community” di affezionati clienti dell’azienda emiliana.

Che li ripaga con le inesauribili risorse del proprio settore Ricerca e Sviluppo, in grado di elaborare continue varianti dei propri modelli di successo, come il manichino 882 per camice da uomo adattato alle piccole taglie femminili.

Una versatilità che consente di soddisfare sia chi lava quasi due milioni di capi all’anno, sia chi cerca soluzioni duttili per piccole quantità. Con due fiori all’occhiello: una curatissima rete di rivenditori e una spiccata sensibilità ambientale

“Cari amici Barbanti, fantastico il manichino 882 per le camicie da uomo. Talmente perfetto, che sarebbe stupendo averne una variante per le taglie piccole, da camicetta femminile”.
Così si espresse un affezionato cliente, rivolgendosi al rivenditore Barbanti di sua fiducia.
“Detto e fatto”, come si usa dire. Quel manichino 882 per capi femminili, realizzato dal settore Ricerca e Sviluppo della Barbanti in seguito all’input ricevuto dal rivenditore, ora funziona a pieno regime.
È un esempio fra i più recenti, utile per capire che sfogliare il catalogo Barbanti è come ammirare uno spot del Made in Italy.
Dentro e fuori, nelle funzioni e nei meccanismi, dal momento creativo alla realizzazione del prototipo. Da qualsiasi prospettiva si scelga di guardarla, la “guida” alle macchine per lo stiro prodotte dall’azienda emiliana di Mirandola, già a una prima occhiata racconta il genio italiano nelle sole immagini. Dove ritroviamo richiami che vanno dall’uomo di Leonardo alle creazioni dell’alto artigianato, dai carri delle fiere alle aule di ingegneria, dagli atelier dei sarti agli automi della robotica.
Ma una tale, continua ricchezza di manichini, presse, topper, generatori e tavoli da stiro, si spiega solo con l’affermazione globale del brand Barbanti. Che per tanti clienti stranieri ha, in questo settore, lo stesso impatto  di una Maserati, una Barilla, un Armani, un Lavazza.
Ovvero l’alta qualità, l’efficienza, la riconoscibilità e la continuità nel tempo che “fanno” il Made in Italy.
Così è da ormai sessant’anni, dalla famosa “coppia” crea ta da Ilario Barbanti per velocizzare e ottimizzare la procedura dello stiro, in modo che l’operatore potesse sempre giovarsi di un ferro riscaldato durante l’uso dell’altro.
Invenzione che inevitabilmente “sfondò”, in Italia e nel mondo, come poi sarà per le opere di puro genio italiano realizzate dal figlio di Ilario, Carlo, ancora al timone dell’azienda assieme ai propri figli, Angela e Roberto. Con la conseguente nascita di una “community” internazionale di “customer” Barbanti, non solo in costante crescita, ma anche in vitale connessione con l’azienda modenese. “Diversamente non potremmo parlare di quella flessibilità che riveste ruolo fondamentale nello spiegare il successo, e l’espansione continua del nostro brand – chiarisce Angela Barbanti. – Il caso dell’882 “versione camicetta” è una perfetta dimostrazione di quale filiera abbiamo creato nel corso del tempo.
Parlo di una rete di rivenditori in grado di girarci in tempo reale, da ogni angolo del pianeta, richieste come questa avanzata dal nostro cliente”.
“Sono relazioni – continua Roberto Barbanti – che ci consentono non solo di monitorare il mercato, ma anche di anticiparlo, e positivamente influenzarlo, non appena si presenta un vuoto tecnologico da colmare, una nuova nicchia da conquistare, un filone da seguire. Questa è la grande lezione del Made in Italy, messa quotidianamente in pratica da Barbanti: scoprire soluzioni, indicare strade, imporre tendenze”. I risultati sono nel feedback ricevuto a Mirandola dal rivenditore che a suo tempo segnalò la richiesta di un 882 per taglie piccole: “Una macchina che sul mercato sta andando oltre ogni rosea aspettativa”.
Raggiungere questi livelli di eccellenza significa possedere nel dna aziendale una capacità di empatia formidabile.
Anche dal punto di vista dei numeri richiesti, non necessariamente a sei cifre, viste le infinite varianti oggi rinvenibili nel settore della lavanderia. A tutti Barbanti risponde senza problemi. Per quanto riguarda le grandi quantità, fa fede la storia del 435, manichino che ottimizza il connubio tra facilità d’uso e alta produttività, a suo tempo sviluppato per rispondere a tutte le esigenze di un cliente, che, pienamente soddisfatto, ne ha poi ritirati una decina, avendo la garanzia di asciugare e stirare un milione e 800mila camice all’anno, con un notevolissimo risparmio economico.
Ma ci sono altri che, pur non gestendo grandi volumi, hanno richieste particolari da avanzare. Recente il caso di un brand delle confezioni di abbigliamento.

 

“Una di quelle aziende che dedicano tempo e risorse importanti alla creazione del campionario, che equivale a un biglietto da visita valido per un intero anno – racconta Angela Barbanti. – Il nostro cliente, in particolare, ha deciso di creare una piccola struttura per lo stiro finalizzata al campionario, in modo da poter verificare sul campo ogni tipo di reazione al lavaggio. Gli serviva perciò un manichino universale, in grado di trattare qualsiasi capospalla, di giacca come di camicia: il 451 è risultato in tal senso una soluzione perfetta”.
Altri esempi di questo genere: l’adattamento di un manichino per camici allo stiro di camicie oversize o, ancora, la modifica di un topper in modo che possa trattare pantaloni con una circonferenza del bacino  fino a 160 centimetri.
Altro cavallo di battaglia uscito dalla divisione Ricerca e Sviluppo di Barbanti è il manichino mod. 484, evoluzione del già apprezzatissimo stira camicie. Con più di 25 anni di esperienza su questo tipo di macchina, oltre ad aver raggiunto un ottimo connubio tra elevata produttività oraria, perfetta qualità di stiratura e risparmio energetico, sul 484 sono state applicate tecnologie innovative che hanno apportato un ulteriore perfezionamento, consentendo di ottenere molteplici vantaggi sia economici che di utilizzo. La postazione di lavoro è resa più salubre e piacevole grazie alla bassa rumorosità, e alla temperatura ambiente a bordo macchina, ragione per cui l’operatore non è più investito da aria calda ad ogni ciclo. Inoltre, la semplicità di posizionamento degli indumenti e la facilità di utilizzo della macchina permettono di ottenere ottimi risultati da subito anche senza personale qualificato.
Ma come fa Barbanti a interagire con clienti che sono tanti, sparsi per il mondo, e così diversi fra loro? Al giorno d’oggi è importante sottolineare che la risposta non è fatta solo di altissima tecnologia. Occorre dell’altro e, in tal senso, per la ditta Barbanti è fondamentale la collaborazione con i propri rivenditori: sia per comprenderne le esigenze, e poterli così soddisfare, sia per affiancarli nel post vendita, con appositi momenti di formazione e un supporto tecnico costante.
Altro asse portante della Barbanti è una spiccata sensibilità pro-Ambiente, tesa al benessere globale e al risparmio energetico. Per quanto riguarda quest’ultimo tema, si sa che da sempre, all’interno della manutenzione del tessile, il settore stiro, con le sue caldaie sempre accese e le sue macchine sempre in funzione (a differenza che nel lavaggio) può essere causa di sprechi considerevoli.
Barbanti ha cancellato in modo radicale questo gap grazie a un computer touch-screen che, oltre a gestire in modo integrale la macchina, si giova di una modalità standby. Una volta impostata, questa spegne la macchina in ogni periodo – anche breve – di non utilizzo, scollegandola da fonti elettriche e di vapore. Al momento del riutilizzo basta un “touch”, un tocco, per ripristinare tempestivamente tutte le funzioni.
Dal mondo intero continueranno dunque a telefonare alla Barbanti di Mirandola. In cerca di soluzioni, che in questa fabbrica assolutamente unica diventano sempre “risorse” Made in Italy. •

BARBANTI S.r.l.
Via di Mezzo 78
I – 41037 MIRANDOLA MO
Tel./Ph +39 0535 20023 Fax +39 0535 26274
E mail: barbanti@barbanti.it – www.barbanti.it

 

di Stefano Ferrio

Rivista Detergo Gennaio 2018